MotherFatherSon: la recensione del family drama di Sky con Richard Gere

MotherFatherSon affronta temi attuali che fanno da sfondo ai problemi della famiglia Finch, ma non tutto è andato per il verso giusto.

MotherFatherSon: la recensione del family drama di Sky con Richard Gere
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Negli ultimi mesi il palinsesto Sky relativo alle serie TV ha proposto alcuni titoli interessanti, pur non riuscendo ad offrire una scelta ampia come altre piattaforme. Questo ha inevitabilmente spostato l'attenzione sui nuovi arrivi, e dopo avervi illustrato le serie SKY in uscita a luglio, ora andremo ad analizzare MotherFatherSon, con l'ultimo episodio che chiude il mese di giugno della piattaforma. La serie, creata da Tom Rob Smith e prodotta da BBC, è caratterizzata dal ritorno in TV di Richard Gere, che in questo caso interpreta l'influente Max Finch. Dopo aver visto tutti gli otto episodi di questa prima attesa stagione andata in onda su Sky Atlantic, ecco cosa ne pensiamo.

L'uomo forte

Max Finch (Richard Gere), è il proprietario del National Reporter, una delle testate giornalistiche più importanti del Regno Unito. Partendo da un'azienda che lavorava l'acciaio, si è col tempo staccato da quel settore riuscendo a costruirsi un impero. Questo perché lui stesso, proprio come l'acciaio, è stato temprato, con un'educazione che non contemplava sentimenti, lasciando spazio soltanto all'importanza dell'obiettivo che si ha davanti e arrivando a schiacciare ogni emozione che potesse essere d'intralcio. In questo senso alcuni flashback ci portano a vedere spezzoni dell'infanzia e dell'adolescenza di Max, nei quali lo vediamo rivolgersi al padre chiamandolo signore, in un ambiente che non ammetteva debolezze.

Questo inevitabilmente si riflette sul protagonista nel corso degli episodi, con un Max autoritario che cerca d'impartire al figlio la stessa educazione che lo aveva trasformato in uomo di successo. Caden Finch (interpretato da Billy Howle), però, non riesce a reggere la pressione e l'ombra del padre, sentendo su di sé un peso insostenibile che lo porterà a scelte drastiche, che andranno a condizionarlo per il resto della vita.

Un figlio al quale è mancato proprio l'affetto del padre, con la madre Kathryn Villiers (Helen McCrory) che, come scrivevamo nella nostra anteprima di MotherFatherSon, rappresenta il lato umano della famiglia e che dopo il divorzio da Max non è riuscita a restare vicina al figlio, con l'affidamento esclusivo al padre. Dopo un grave incidente che coinvolge lo stesso Caden, inizia un conflitto interno alla famiglia, con quest'ultimo e Kathryn schierati contro Max, che teme vengano svelati i suoi segreti.

Un family drama che vede nei ricatti e nelle accuse interne uno snodo cruciale dell'intera trama, con Max che assume sempre più la forma del personaggio freddo e calcolatore, che tenta di proiettare il suo ideale di uomo forte sul figlio, portandolo a vivere una vita lontana dai suoi desideri. MotherFatherSon, però, non è solo incentrata su una famiglia a pezzi, ma lascia spazio ad altre tematiche attuali, come la politica (con le elezioni vicine), il populismo, e una società nella quale l'odio sembra sul punto di esplodere. Sullo sfondo, si sviluppa anche una storia che cerca di esplorare il lato più oscuro del National Reporter, con i giornalisti Maggie (Sinéad Cusack), e Nick (Paul Ready), che provano a scoprire la verità.

Le parole uccidono

Gli otto episodi di questa prima stagione nel complesso convincono, ma ci sono alcuni difetti che ne intaccano la qualità. Primo fra tutti, l'inchiesta di Maggie e Nick, e alcuni indizi inquietanti che sembrano gettare delle ombre sull'impero dei Finch. Questa vicenda, infatti, resta trattata in modo molto superficiale, con pochi sviluppi e una risoluzione finale deludente, che affossa un arco narrativo che a conti fatti è quasi inutile. Un altro problema evidente, è l'esasperazione di alcuni momenti drammatici, con alcuni atteggiamenti un po' troppo spinti al limite, che mettono a rischio la credibilità dei personaggi. Quest'ultimi, però, sono ben scritti, e soprattutto ben interpretati.

Richard Gere è sempre credibile nel ruolo di Max, così come Helen McCrory, che ci mostra una Kathryn in grado di trasmettere le sue sensazioni. Buona anche la prova di Billy Howle nei panni del fragile Caden, che in più di un'occasione riesce a colpire. Purtroppo, anche se i personaggi sono ben caratterizzati, con uno sviluppo che li accompagna e cambia nel corso della stagione, la magia si spezza nel finale. Sembra infatti che per accontentare lo spettatore si sia ricorsi ad una soluzione che annulla parte del percorso fatto dai protagonisti.

Discorso diverso, invece, per il tema politico, che vede principalmente Max come protagonista. Qui è chiaro il parallelo con alcuni governi populisti di oggi, con la leader Angela Howard (interpretata da una convincente Sarah Lancashire), che nel finale di stagione pronuncia un discorso che sembra rifarsi molto al classico uomo solo al comando, con la volontà di spezzare la ruota della democrazia per "difendere" il proprio paese, lasciando anche aperto uno spiraglio per un'eventuale seconda stagione. Interessante anche il ruolo attribuito ai media, con le parole del giornale di Max che in parte contribuiscono ad alimentare il fuoco dell'odio, dopo il sostegno dato alla leader; a dimostrazione di come le parole possano pesare, e in certi casi, uccidere.

Per quanto riguarda il lato tecnico, non ci troviamo di fronte a nulla di eccezionale, anche se i momenti di maggior tensione sono ben gestiti con inquadrature che mettono in risalto l'interpretazione degli attori. I dialoghi non sempre sono all'altezza, con qualche scambio abbastanza banale e una sceneggiatura imperfetta. Considerando la buona riuscita della componente drammatica, è un peccato che quella thriller legata all'indagine sia stata messa all'angolo, con un finale che non convince.

Forse la volontà di inserire tante tematiche e trame secondarie ha finito per lasciare ai margini troppi snodi importanti, con alcune situazioni che avrebbero beneficiato di un approfondimento maggiore. MotherFatherSon non è quindi esente da difetti, ma mette in mostra anche alcuni punti di forza che riescono a rendere coinvolgente la trama principale. Resta anche aperta la possibilità di vedere una seconda stagione, magari incentrata più sulla politica che sulla famiglia Finch, con quest'ultima che forse, a questo punto, non ha più molto da dire.

MotherFatherSon MotherFatherSon è un family drama che riesce a sviluppare una buona trama principale, ma fallisce nel gestire alcune storie secondarie, lasciandole poco approfondite e rendendole appena abbozzate. Anche il finale non è ben allineato allo sviluppo che i personaggi mostrano nel corso degli episodi, andando purtroppo ad indebolire il risultato finale. Nel complesso MotherFatherSon, al netto dei difetti, presenta alcune fasi ben sviluppate, con personaggi interessanti ben interpretati, che alzano il livello della serie. Per questo crediamo sia giusto dare una chance a questo show, pur tenendo in considerazione i problemi che lo affliggono.

6.5