Ms. Marvel 1x03 Recensione: da grandi poteri derivano grandi responsabilità

Proseguono le avventure di Kamala Khan su Disney+, ma vediamo cosa combina questa settimana la nuova supereroina del Marvel Cinematic Universe.

Ms. Marvel 1x03 Recensione: da grandi poteri derivano grandi responsabilità
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Ci scuserà Peter Parker se prendiamo in prestito una frase a lui tanto cara, ma c'è un'altra adolescente in casa Marvel che al momento può andare a braccetto con un simile modo di dire (e magari presto Ms. Marvel potrà essere popolare quanto lo Spider-Man di Tom Holland, chissà). Nel terzo episodio di Ms. Marvel, la serie tv di Disney+ dedicata a Kamala Khan (Iman Vellani), iniziamo a scavare più a fondo nelle origini dei poteri della protagonista, e allo stesso tempo nel passato della sua famiglia.

Si comincia infatti a far luce (con il bracciale della creatività e l'abilità di reinventare e adattare la lore fumettistica che stanno dimostrando di saper maneggiare con maestria Bisha K. Ali e il resto del team) su ciò che pone le fondamenta per la storia che ci stanno raccontando i Marvel Studios, ciò che ha reso possibile gli avvenimenti che si stanno verificando davanti ai nostri occhi, fornendoci una nuova tradizione da cui attingere, incasellandola senza troppi affanni nell'universo cinematografico e televisivo precedentemente stabilito. Ma il percorso di Kamala verso un mondo in cui anche la fetta di popolazione che lei stessa rappresenta può dirsi orgogliosa di avere una propria eroina è ancora lungo e irto di ostacoli. Come ad esempio quelli che le si parano davanti nell'episodio Destined.

Tra Noor, Djinn e altre dimensioni

Nella scorsa puntata (che ne dite di fare un salto dalle parti della recensione di Ms. Marvel 1x02?) avevamo lasciato la giovane Kamala in balia degli eventi alla moschea, dove la ragazza è riuscita (non senza qualche difficoltà) a utilizzare i propri poteri per salvare una vita, ma questa volta con esito meno felice per lei, poiché si è resa necessaria una fuga dagli agenti che, con tanto di droni, si è ritrovata alle calcagna.
Ad aiutarla, tuttavia, è giunto Kamran (Rish Shah), accompagnato dalla madre Najma (Nimra Bucha), qualcuno che a quanto pare sa molto più di quanto stia dicendo sulle abilità della giovane, e vuole decisamente più di quanto stia facendo intendere da lei.

Quello che scopriamo grazie all'intervento di questi personaggi e dei loro compagni è che ciò con cui abbiamo a che fare adesso sono altre dimensioni, come quella da cui provengono i Dijnn, che prima sapevamo essere semplicemente le creature della mitologia araba che tanto spaventavano la nostra protagonista quando era più piccola, e il potere in loro possesso (il noor che spiega Kamala significa "luce") ma perlopiù sopito, in grado di essere pienamente risvegliato e sfruttato solo con il bracciale che ora appartiene alla ragazza.

Sono parecchie informazioni da digerire, specialmente considerando che ci vengono rivelate tutte nei primi minuti dell'episodio, ma rappresentano un passo importante per gli sviluppi narrativi della serie, come anche per il più grande universo di cui fa parte. Tant'è che poco dopo entreranno in gioco anche gli studi di un certo Dr. Erik Selvig (Stellan Skarsgard).

È difficile essere degli eroi

Kamala ha dunque parecchio su cui riflettere, ma un aspetto chiave del suo cosiddetto viaggio dell'eroe è che, come le viene spesso ricordato, non deve fare per forza tutto da sola. La famiglia è un concetto che rimane centrale in ogni momento della storia (pensate anche solo all'importanza narrativa del matrimonio di Amir, che in questa puntata arriva finalmente a compimento), così come l'amicizia e gli stessi principi e valori con cui la ragazza è cresciuta. "Il bene non ha che vedere con quello che sei, ma con quello che fai" le viene detto in un momento di dubbio e sconforto.

Non che avessimo dei dubbi sul tipo di messaggio di cui si sarebbe fatto portatore lo show, ma sia l'aspetto culturale che le dinamiche interpersonali sono così intrinsecamente legati a ciò che costituisce Ms. Marvel come personaggio e come prodotto, e ci vengono presentati in maniera così naturale e genuina, con una tale freschezza e leggerezza, che difficilmente si può fare a meno di apprezzare l'operazione che stanno portando avanti i Marvel Studios.

Quando poi si aggiungono dei dialoghi di whedoniana memoria, delle trovate artistiche e tonali che saltano quasi letteralmente al di fuori dello schermo, e una sincera passione per i personaggi e le storie che si stanno raccontando, che traspare persino dai più piccoli e apparentemente insignificanti dettagli, l'obiettivo primario di intrattenere con stile viene pienamente raggiunto.

Ms. Marvel Arrivati a metà della prima (e unica? Difficile dirlo al momento) stagione di Ms. Marvel, si potrebbe già iniziare a fare un bilancio di ciò che stiamo vedendo sullo schermo, e se chiedete a noi, c’è ben poco da recriminare per il momento a una serie che avrebbe facilmente potuto sbagliare il tiro, cadere negli eccessi e assumere sembianze macchiettistiche, ma che invece sta dando mostra di grande misura, consapevolezza e incisività con un pizzico di autoironia, il che non guasta mai.