Se vi stavate chiedendo come Ms. Marvel si è approcciata al suo finale di stagione, la risposta è in un modo alquanto eccentrico. Per certi versi è un po' simile allo schema intravisto in Moon Knight (qui potete recuperare la nostra recensione di Moon Knight 1x05), in cui la quinta puntata usava un escamotage narrativo per distanziarsi momentaneamente dalla narrativa principale e concentrarsi su altro - in quel caso fu la tormentata psiche di Marc/Steven, in questo la complicata storia familiare di Kamala. Funziona? In parte si: sarà l'ambientazione fascinosa, sarà il contesto storico ricco di spunti e tematiche pregnanti, sarà la semplice delicatezza con cui sono state realizzate le sequenze decisive, ma questa sorta di loop temporale compie il suo dovere senza particolari problematiche.
Ma è anche un episodio diviso nettamente in due tronconi distinti, il secondo dei quali funziona molto meno del primo. E pure qui torna per certi versi Moon Knight, ma sotto le sembianze del vedere di nuovo una storia conclusa in fretta e furia o comunque vittima di una certa superficialità in determinati passaggi.
Un treno da prendere
Avevamo lasciato Kamala (Imar Vellani) praticamente in balia dei Clandestini in seguito ad un lungo e tutto sommato piacevole inseguimento tra le vie di Karachi (vi rimandiamo alla nostra recensione di Ms. Marvel 1x04). Quando, però, Najma (Nimra Bucha) colpisce il bracciale della nostra protagonista si apre una specie di vortice, di frattura nello spazio-tempo che trasporta Kamala agli attimi della Partizione, nello specifico durante la notte in cui sua nonna Sana (Samina Ahmad) prese il treno che la portò in Pakistan. La puntata, tuttavia, coglie immediatamente di sorpresa lo spettatore, poiché invece di soffermarsi subito su quella serata turbolenta e confusionaria ci mette davanti Aisha (Mehwish Hayat), per condurci pian piano al momento cruciale e scoprire una volta per tutte il motivo la convinse ad abbandonare la sua famiglia.

Come detto in apertura, la prima parte dell'episodio convince, potendosi sorreggere su un'ambientazione e un periodo storico incredibilmente fascinosi: gli ultimi anni della dominazione britannica in India, il caos totale in seguito all'indipendenza raggiunta per un paese su molti aspetti impreparato politicamente, la violenza che si scatenò contro la fascia di popolazione di fede musulmana; tutte cose che danno colore e vivacità a questo immenso flashback. Non fraintendeteci, Ms. Marvel non si è improvvisamente tramutata in una serie di geopolitica internazionale, anzi, rimane sempre fedele al suo assetto da teen drama, venato in questa circostanza da piccole sfumature di argomenti delicati - che tra l'altro al giorno d'oggi sono ben lungi dall'essere risolti.
Un ritorno al presente complicato
Insomma, sono dettagli, scene di passaggio, notizie alla radio sullo sfondo che movimentano l'excursus nella vita di Aisha, piacevoli aggiunte che non mutano il mood della serie, ma le conferiscono una buona dose di varietà. È quando si torna al presente che la narrativa tende nuovamente un po' a degenerare, perché come la scorsa settimana si perde in soluzioni estemporanee davvero troppo casuali e insoddisfacenti. E non aiuta minimamente la fretta a tratti incomprensibile per chiudere a tutti i costi il cerchio, soprattutto all'interno di una produzione che aveva quasi sempre gestito bene i tempi - non è un caso infatti che questa sia ad ora la puntata di gran lunga più breve.

Ci dispiace ripeterci, ma come nel quarto episodio a risaltare sono più che altro i momenti tra i personaggi, i confronti con la nonna Sana e la madre Muneeba (Zenobia Schroff), genuini ed emozionanti e che preparano il terreno per un finale che, almeno sul versante emotivo, dovrebbe donare enormi soddisfazioni. Versante emotivo che sicuramente tornerà di prepotenza a prendersi le luci della ribalta anche per il ritorno di Bruno (Matt Lintz) e Nakia (Yasmeen Fletcher), mentre non possiamo dire lo stesso della narrativa, incapace di trovare dei villain consistenti da contrapporre a Kamala.