Ms. Marvel 1x06 Recensione: un finale che non mette a posto le cose

Il finale di Ms. Marvel, di per sé, riesce tutto sommato ad intrattenere, ma non rimedia ad un seconda parte di stagione con troppi buchi di trama.

Ms. Marvel 1x06 Recensione: un finale che non mette a posto le cose
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Adesso che si è conclusa la prima (forse ultima?) stagione, possiamo dirlo con certezza: Ms. Marvel è interamente una serie dei Marvel Studios, non c'è alcun dubbio a riguardo. E purtroppo non lo affermiamo con leggerezza né in un senso largamente positivo, tutt'altro. Come nella quasi totalità delle esperienze seriali targate MCU, anche le avventure di Kamala Khan soffrono di un'incoerenza narrativa a tratti insopportabile e insopprimibile ed in generale vive costantemente su un'altalena qualitativa senza mai adagiarsi su un rispettabile livello medio.

Speravamo ad esempio che questo finale potesse colmare alcuni dei devastanti buchi di trama della scorsa settimana (qui potete recuperare la nostra recensione di Ms Marvel 1x05), su cui non ci eravamo espressi sia per timori di spoiler che proprio nell'attesa del capitolo finale. Invece non solo non è successo, ma a tratti le reazioni dei protagonisti risultano ancora più fuori luogo e la storia prosegue evitando qualunque tipo di spiegazione sui poteri di Kamran e i viaggi nel tempo.

È un finale che tuttavia ha qualcosa da dire, ha delle sequenze ben realizzate e dei buoni momenti genuini tra vari personaggi, ma si erge su troppe falle che non possono essere semplicemente ignorate.

Ritorno a Jersey City

Ritroviamo Kamala (Iman Vellani) di ritorno dal Pakistan nella sua Jersey City pronta per un po' di relax, ma viene subito a conoscenza della tremenda situazione che ha colpito Bruno (Matt Lintz) e Kamran (Rish Shah), ora inseguiti dal Damage Control. E può sembrare banale, ma in fondo l'episodio è tutto qui: è soltanto un tentativo disperato di fuga dietro l'altro per tentare di portare il Clandestino in salvo, una missione non affatto semplice visto l'enorme dispiegamento di forze da parte del DODC e le difficoltà di Karman nel gestire le sue nuove abilità. Ora, come anticipato, è un finale che indubbiamente ha dei lati positivi, a partire dalla ripresa parziale di quell'estetica colorata, frizzante e giusto un po' infantile - come la sua protagonista in fondo - che tanto aveva caratterizzato la prima metà di stagione.

Qui oltretutto utilizzata nella giusta misura viste le atmosfere molto più serie e la situazione più incalzante, di conseguenza la scelta di non saturare eccessivamente la puntata con questi addobbi estetici è stata la più furba. Inoltre è un finale in cui i riferimenti ai fumetti sono a dir poco infiniti, dai più grandi e impossibili da non notare quali il costume storico di Ms. Marvel e una certa espressione iconica fino a piccole chicche che non possono che far piacere. Un insieme poi condito da una CGI che, seppur abbastanza lontana dall'eccellenza, è infinitamente superiore rispetto agli imbarazzanti effetti della scorsa settimana, che ci avevano riportato alla memoria persino alcuni momenti non proprio invecchiati bene del primo Spider-Man di Raimi. Insomma, è un finale che, se preso a sé stante, riesce anche ad intrattenere senza affanni.

Un castello di carte che crolla

È quando lo si inserisce nel contesto generale della serie che il castello di carte crolla fragorosamente: il trasferimento da Najma (Nimra Bucha) a Kamran di poteri che non si sapeva neanche avesse, l'effettivo viaggio nel tempo non spiegato che causa problematiche enormi di continuity, la reazione innaturale della famiglia di Kamala ai suoi poteri; sono tutti aspetti in netto contrasto con la cura maniacale che aveva caratterizzato le prime puntate. Non si può credere che dei genitori restii a mandare la propria figlia ad una piccola convention accettino ora con estasi la sua identità da supereroina o che basti chiamare o pensare qualcuno per creare loop temporali o trapassare abilità di cui lo spettatore ignorava l'esistenza fino ad ora.

È un fantasy, vero, ma anche questo genere stabilisce delle regole che poi deve seguire, cosa che Ms. Marvel chiaramente non ha fatto. Se poi aggiungiamo la figura ridicola che il Damage Control fa ad ogni occasione quando invece dovrebbe essere uno dei maggiori ostacoli in campo abituato ad affrontare "minacce" del genere, viene annullato anche il senso di suspense e di reale pericolo per Kamala e soci. Qui viene addirittura neutralizzata con tranelli da Mamma, ho perso l'aereo, facendo quasi sembrare temibile la già risibile Tracksuit Mafia di Hawkeye (potete sempre rivisitare la nostra recensione di Hawkeye). In poche parole, superato lo scoglio di metà stagione Ms. Marvel non ha saputo più ritrovare la bussola che l'aveva resa una delle serie MCU più fresche ed intriganti.

Ms. Marvel Preso a sé stante, il finale di Ms. Marvel non delude più di tanto. Non si tratta di un capolavoro, ma riesce ad intrattenere senza troppa fatica, infarcendo la puntata di infiniti riferimenti ai fumetti (sia enormi e lampanti sia più piccoli e intriganti) e della giusta dose di quell'estetica fresca e frizzante che aveva caratterizzato la prima metà di stagione. Un episodio semplice, riassumibile in una semplice fuga disperata dal Damage Control, che chiude in maniera tutto sommato soddisfacente la prima epopea di Kamala Khan. È quando lo si inserisce nel disegno generale della serie che il castello di carte crolla fragorosamente, perché nessuno degli immensi buchi di trama che soprattutto il quinto capitolo aveva causato. Le reazioni dei personaggi - in primis la famiglia - alla scoperta del segreto di Kamala non hanno alcun senso, ciò che avvia il finale stesso non ha alcuna spiegazione, il Damage Control è una minaccia risibile che fa un figura imbarazzante ad ogni occasione; insomma, troppe cose non funzionano con una serie che all'inizio dava ben altre speranze.