Omicidio a Easttown Recensione: il thriller che non ti aspetti

Omicidio a Easttown sovverte qualsiasi aspettativa si possa attendere dal thriller, puntando sull'interpretazione sopraffina della sua Kate Winslet

Omicidio a Easttown Recensione: il thriller che non ti aspetti
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Ogni genere sa essere, a proprio modo, confortante. Anche il thriller, nonostante sia riconosciuto il suo obiettivo di tenere sempre in tensione lo spettatore. Quella sensazione di sospetto ed eccitazione che tiene in allerta il pubblico, il quale sa benissimo cosa aspettarsi pur quando gli vengono riservati momenti imprevedibili e svolte impensabili all'interno della storia. Suggestione che non è Omicidio a Easttown a poter dare.

La percezione che si ha della serie HBO sulle tracce di un assassino in una piccola città della periferia americana dove tutti si conoscono e nessuno farebbe mai del male al suo vicino, è di un continuo spaesamento che vuole far deragliare le convinzioni dello spettatore ad ogni nuova puntata. Sette episodi per un racconto che si presenta assai più denso di quello che poi, in verità, viene proposto. È per questo che il progetto ideato da Brad Ingelsby porta qualsiasi spettatore aldilà della propria zona di confort, assicurandogli una visione da cui uscirà cambiato in quanto appassionato seriale e che non ha minimamente intenzione di rassicurarlo durante il dipanarsi dei suoi episodi. Se volete un quadro completo della serie in onda su Sky, vi rimandiamo anche alla nostra anteprima di Omicidio a Easttown.

Il dolore dei personaggi dietro a Omicidio a Easttown

La particolarità della serie girata interamente da Craig Zobel è il disattendere le aspettative di chi sta guardando, pur riuscendo alla fine a incanalare una propria strada che riesca a portare a compimento l'indagine. Una scrittura che smania per non rimanere confinata all'interno di una struttura ben precisa, come già avevamo avuto modo di sottolineare nel nostro speciale su Omicidio a Easttown, allungandosi e allargandosi, occupando tutto lo spazio possibile per metterci in comunicazione con le parti più scabrose e torbide della cittadina, che riflette nei suoi colori ombrati e grigiastri gli animi dei personaggi. Se già Mindhunter ci aveva concesso di scoprire un'inedita maniera di raccontare i serial killer ribaltando gli stilemi delle narrazioni seriali, se Broadchurch si era tenuta su binari più classici eppure era riuscita a tirare fuori tutta l'emotività concepibile, Omicidio a Easttown concilia entrambi gli aspetti ponendosi su una scala ancora differente. La mescolanza di uno stile, e degli umori con cui esprimerlo, restituiscono un insieme uniforme che è però pronto a destabilizzare e sconvolgere a ogni nuovo step che la protagonista Mare affronta durante il caso.

L'ampliare lo spettro di una vicenda in cui ogni azione influenzerà quelle del resto del paesino, facendo del microcosmo di Easttown una tavolozza di inadeguatezze e sbagli con le loro inevitabili, ma per lo spettatore spesso inattese, conseguenze. A sospingere i gesti e le motivazioni dietro ai personaggi di Omicidio a Easttown è soprattutto un dolore che la serie cosparge per il territorio e spartisce tra gli abitanti, uguale per chiunque venga ritratto, eppure ogniqualvolta diverso quando si entra nella specificità delle loro esistenze. La Mare di Kate Winslet è nella sofferenza stessa che trova il carburante per buttarsi a capofitto nell'indagine.

È quello stomaco svuotato dal lutto che va ad aggiungersi alla determinazione del suo carattere, fino a fare della risoluzione di un male come quello di un assassinio il tentativo di ripristinare un ordine che, purtroppo, non potrà più tornare. Alla donna allora non resta che concentrarsi instancabilmente sull'omicidio, di risolvere almeno una delle prove di fronte a cui l'ha messa la vita. Dimenticare il dolore cercando di evitarlo, ma sapendo che, prima o poi, dovrà arrivare il momento con cui scenderci a patti.

Quando una serie si basa completamente sulla sua protagonista

Tosta e sgraziata, tante volte indelicata, eppure non esente da un'enorme umanità, quella Mare che trascina con sé l'intero racconto è il risultato di un'interpretazione ancora una volta impeccabile di Kate Winslet che, pur se costruita perfettamente, viene donata dall'attrice con una naturalezza disarmante.

Un'immedesimazione che passa per punti fissi e ripetuti nel carattere e nelle abitudini di Mare: il suo mangiare sgraziato, il suo bere costantemente, il correre arrancando eppure con fermezza e il saper dividere la Mare da distretto di polizia da quella del sabato sera - anche quando le due cose vanno poi inevitabilmente a coincidere. Una protagonista che apparentemente sta solamente risolvendo un caso, quando in verità cerca di curare le proprie mancanze. Un'interprete sopraffina Kate Winslet, su cui si fonda il più ammirevole dei punti di successo di Omicidio a Easttown.

Suggestivo e intrigante, insolito e proprio per questo avvolgente, il prodotto della HBO sovverte la canonicità del thriller e si assembla in maniera totalizzante sui propri personaggi. Una serie dove sono le personalità che ci ritroviamo davanti a venir scrutate, in cui l'indagine diventa tanto quella della Mare poliziotta quanto di una madre ancora distrutta. Un percorso che volge nell'identità stessa della cittadina, scavando e lasciando un'inimmaginabile voragine nei suoi cittadini, che dovranno trovare il modo di riempirla.

omicidio a easttown Omicidio a Easttown disattente tutte le convinzioni che lo spettatore possiede nei confronti del genere thriller. Si allunga e si allarga, chiedendo al pubblico di scrutare nell'interiorità della cittadina di periferia, protagonista di un orrendo assassinio, focalizzandosi sul caso eppure allo stesso tempo rendendo le personalità e le vite dei suoi cittadini il vero fulcro della serie. A farsi centro indiscusso del prodotto HBO è Kate Winslet, impeccabile nel ruolo della poliziotta Mare, in un'interpretazione sopraffina che, seppur perfettamente studiata, viene restituita con disarmante naturalezza.

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