Recensione Once Upon a Time - Stagione 3

Dopo Neverland, la serie della ABC esplora il regno di Oz e ritrova i suoi punti di forza

Recensione Once Upon a Time - Stagione 3
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E' stata una scelta inusuale, ma vincente, quella di dividere la terza stagione di Once Upon a Time in due parti distinte che raccontassero due capitoli della storia dei protagonisti.
La storyline ambientata a Neverland (l'Isola che non c'è) si era infatti conclusa con una serie di eventi che gettavano le basi per un possibile reboot per tutti i personaggi che prendevano una direzione dalle svolte difficilmente prevedibili.
Lo show creato da Adam Horowitz ed Edward Kitsis ha ritrovato, episodio dopo episodio, tutte le caratteristiche migliori che lo avevano contraddistinto nelle prime due stagioni, soddisfando anche alcune delle speranze dei fan.
Dopo la parentesi dello spin off Once Upon a Time in Wonderland, progetto interessante ma gestito senza la dovuta cura, la ABC può tornare a puntare sul prodotto televisivo con protagonista Jennifer Morrison per attirare un pubblico forse ancora più numeroso la prossima stagione, grazie a un'astuta e sorprendente scelta narrativa e di marketing destinata inevitabilmente a suscitare curiosità e attenzione.

Da Neverland a Oz

La seconda parte della terza stagione di Once Upon a Time ha preso il via con l'episodio intitolato New York City Serenade in cui si mostrava la nuova vita di Emma (Jennifer Morrison) e Henry (Jared Gilmore) nella Grande Mela, dopo l'incantesimo di Regina (Lana Parrilla) che aveva riportato gli abitanti di Storybrooke nella Foresta incantata e creato nuovi ricordi nella mente di madre e figlio.
Emma e suo figlio, infatti, trascorrono tranquillamente le proprie giornate come ogni altro abitante della città. La giovane donna, inoltre, sta vivendo anche una situazione sentimentale serena grazie alla presenza accanto a lei di Walsh (Christopher Gorham). Inaspettatamente, però, Hook (Colin O'Donoghue) arriva New York per avvisare Emma che la sua famiglia è in pericolo e deve tornare a Storybrooke, aiutandola anche a ricordare il suo vero passato.
Una serie di eventi sovrannaturali convinceranno Emma che, però, decide di non rivelare nulla a Henry.
Nella città la situazione è infatti complicata: tutti gli abitanti, compresi Snow (Ginnifer Goodwin), Charming (Josh Dallas), e Regina sono ritornati senza però aver alcun ricordo dell'anno trascorso da quando se ne erano andati. La ricerca della verità sull'identità di chi abbia scagliato per la seconda volta la maledizione, e per quale motivo, porterà alla luce la presenza di una nuova, temibile, strega con motivazioni molto personali e un piano malvagio apparentemente inarrestabile che potrebbe mettere a rischio anche la vita del figlio di Snow e Charming che deve ancora nascere.

L'evoluzione in positivo dei personaggi

Narrativamente Once Upon a Time conferma la sua compattezza e capacità di rappresentare in modo accurato e realistico l'evoluzione dei personaggi principali.
Se Emma aveva già intrapreso un suo percorso personale, infatti, nella terza stagione sono stati piuttosto gli ex "cattivi" a far emergere le proprie caratteristiche positive. Fin dai primi episodi della seconda parte della stagione si è assistito a una serie di eventi eroici e altruistici: dal sacrificio di Neal (Michael Raymond James) alle scelte di Regina per proteggere Henry, fino alle azioni di Hook il cui legame con la protagonista è diventato sempre più profondo e sincero, spingendolo a far prendere delle decisioni che ne hanno dimostrato le buone intenzioni. Uno dei momenti più riusciti, e divertenti, è stato infatti il confronto diretto tra due versioni temporali del pirata che è stato quindi obbligato a prendere coscienza del proprio passato, rendendo chiara e netta la differenza tra chi era stato e chi è diventato grazie all'amore per Emma.
In un quadro generale narrativo in cui persino Rumplestiltskin (Robert Carlyle) ha ormai abbandonato quasi del tutto la sua personalità oscura, nonostante mantenere fino in fondo la retta via per chi ha vissuto un'esistenza come la sua, a stretto contatto con potere e controllo, sia molto complesso, e Regina ha finalmente deciso di aprire il proprio cuore al figlio adottivo e a Robin Hood, era necessario introdurre un nuovo antagonista.

Le conseguenze dell'assenza di amore famigliare

Dopo Peter Pan e la sua Neverland, gli autori hanno quindi deciso di esplorare un altro mondo incantato molto amato offrendo la propria interpretazione del Regno di Oz e dei suoi abitanti.
A metà tra il musical Wicked e i romanzi scritti da Frank L. Baum, la malvagia Strega dell'Est (Rebecca Mader) riporta Once Upon a Time alle tematiche che lo sostengono fin dai primi episodi della stagione iniziale proponendo una riflessione sull'amore negato e sui problemi famigliari. Zelena, abbandonata ancora neonata, per tutta la vita è stata alla ricerca di un affetto negatole più volte e identifica nella sorella Regina la causa di tutta la sua sofferenza. Ancora una volta è il potere della magia a sedurre e far credere sia possibile trovare una soluzione ai propri problemi, così umani, attraverso un incantesimo. Se in Emma quel dolore interiore ha portato a una chiusura affettiva nei confronti di chi la circonda, nella strega ha dato invece vita a una negatività che l'ha trasformata, anche fisicamente come accaduto in passato a Rumplestiltskin.
Gli sceneggiatori hanno gestito in modo convincente la sua progressiva perdita di umanità, sottolineando luci e ombre della sua personalità, rendendola amabile e al tempo stessa estremamente perfida e contestualizzandone sempre le azioni. Nonostante sia impossibile fare il tifo per lei, Zelena è stata costruita con estrema cura rendendola per alcuni tratti quasi un riflesso delle due madri di Henry.
La seconda parte della terza stagione ha riproposto la lotta senza tempo tra bene e male, esistente in ognuno di noi, e lo ha fatto grazie a dei personaggi finalmente inseriti nuovamente in una cornice realistica nonostante l'ambientazione fantastica, gestendo bene anche gli aspetti tecnici nonostante gli effetti speciali siano ancora piuttosto lacunosi.

Once Upon a Time - Stagione 3 Once Upon a Time è ritornata sui propri passi e la scelta di è dimostrata vincente. La trama è diventata più appassionante ed emozionante, dando spazio anche alle richieste dei fan ma senza forzare gli eventi narrati. L'apparizione finale a sorpresa, che ha rivelato l'identità del possibile nuovo ostacolo al tanto sognato lieto fine che i protagonisti stanno cercando di costruire passo dopo passo, ha dimostrato come i produttori siano in grado di coniugare esigenze più commerciali con quelle artistiche e ha costruito una base molto interessnte per i futuri episodi.