Paper Girls Recensione: un interessante loop temporale su Prime Video

Paper Girls si è rivelata una buona serie, che sicuramente si inserisce sulla scia di Stranger Things, ma tenta più e più volte di trovare una sua strada.

Paper Girls Recensione: un interessante loop temporale su Prime Video
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La domanda che un po' ci perseguiterà nei prossimi mesi è la seguente: Paper Girls, la nuova serie originale Amazon sbarcata su Prime Video lo scorso 29 luglio (scoprite le uscite Amazon Prime Video di agosto 2022), è qualcosa che ormai è capace di intrattenere a lungo termine o è giunta tra noi piuttosto in ritardo? Perché chiaramente, ad uno sguardo persino poco attento, il prodotto tratto dall'omonimo fumetto di Brian K. Vaughan - oltretutto anche produttore della serie insieme, tra altri, a Brad Pitt - si inserisce sulla scia tracciata da Stranger Things (qui potete recuperare la nostra recensione di Stranger Things 4) e non prova neanche a nasconderlo né tantomeno ci sembra casuale la scelta di trasporre ora proprio questa opera.

Troppe sono le somiglianze, da un gruppo di protagoniste molto giovani che si ritrovano in situazioni soprannaturali ai continui richiami ad ogni angolo alla cultura pop anni ‘80, per una proposta che allora può apparire commercialmente furba. Ma rimane la solita questione spinosa su quanto sia ancora possibile cavalcare quel trend; anche un paio scarno di anni fa non avremmo avuto alcun dubbio, nel 2022 non ne siamo convinti al 100%. Resta il fatto che Paper Girls si è rivelato un telefilm estremamente piacevole, a tratti anche avvincente seppur con problematiche marcate di ritmo e livelli produttivi generali. Però non riusciamo a superare in toto delle forti sensazioni di deja vù, come se fosse appunto uscita leggermente fuori tempo massimo.

Una misteriosa nube viola

Le vicende prendono il via il 10 Novembre 1988, il cosiddetto Hell Day dopo Halloween, quando di mattina presto Erin (Riley Lai Nelet), KJ (Fina Strazza), Mac (Sofia Rosinsky) e Tiff (Camryn Jones) iniziano il consueto giro in bicicletta per consegnare i giornali nella ridente e fittizia cittadina di Stony Stream. Ben presto al gruppetto delle ragazze succede tutto quello che poteva andare storto: una di loro viene assalita da un branco di adolescenti ancora su di giri per la sera precedente, un'altra viene derubata dei suoi nuovi e costosi walkie-talkie, scoppiano continui litigi tra di loro dovuti allo stress e all'incomprensione; ciò però impallidisce al cospetto di una misteriosa nube viola che improvvisamente incombe sulle loro teste.

È soltanto l'inizio di una serie assurda di eventi che non solo farà capitolare le nostre improbabili eroine nel 2019, ma le costringerà volente o nolente a schierarsi in una colossale guerra tra due fazioni che vogliono modificare - o mantenere inalterato - il flusso del tempo. I punti salienti della serie non possono essere che loro, le Paper Girls in persona, che compongono un gruppo di protagoniste capaci realmente di dare gusto e sapore a tutto l'insieme. Sono i litigi, le scoperte sensazionali che compiranno, le reazioni sproporzionate a cose che per lo spettatore sono ovviamente comuni ad infornare di personalità e piacevolezza la proposta di Prime Video, che si illumina ogniqualvolta mette queste quattro ragazzine di 12 anni davanti ad eventi molto più grandi di loro.

Una gradevolezza che si evolve in pura ammirazione nel momento in cui avranno a che fare, chi più e chi meno, con le versioni adulte di loro stesse, sequenze in cui si accende furiosamente l'anima più drammatica di Paper Girls. Ipoteticamente non deve essere facile per nessuno trovarsi al cospetto del proprio futuro certo, ancora di più per delle 12enni con sogni fantastici, obiettivi forse irrealizzabili e aspirazioni precise che dovranno poi scontrarsi con la realtà e le difficoltà della vita, aspetti che loro probabilmente non possono ancora capire e immaginare. Subentra allora la delusione, la rabbia, la voglia di cambiare il proprio destino, di promettersi a vuoto di non diventare mai e poi mai quella persona; insomma, sotto la patina di un prodotto un po' leggero che intende offrire del sano intrattenimento con una storia molto fantasiosa e folle si nasconde un ginepraio di tematiche attualissime e di scene dall'impatto emotivo devastante.

Ad uno sguardo allenato è possibile intravedere schiettamente i numerosi momenti spartiacque in cui Paper Girls si sarebbe potuta adagiare sull'assurdità della sua premessa e dare allo spettatore della semplice azione spettacolarizzata e futuristica. E invece no, non cade mai in facili tranelli perché sa che il suo fulcro sono quelle quattro ragazzine e la loro odissea personale, anche a costo di bloccare la narrativa.

Un buon cuore, poca cura nel resto

Una narrativa che in realtà si è rivelata alquanto ambivalente: per la prima metà abbondante di stagione, infatti, costeggia quasi alla perfezione le disavventure di Erin, KJ, Mac e Tiff, non prendendo mai il sopravvento ma assicurandosi al contempo di dare ad ogni puntata una sua precisa funzione; un giocattolo meraviglioso che si rompe nella seconda parte, poiché per un paio di episodi ci si dimentica per larghi tratti che lo scopo delle protagoniste è tornare a casa il prima possibile e dimenticarsi di un viaggio allucinogeno. Ed è una problematica grave, che ha il difetto principale di annacquare, per così dire, anche i disagi esistenziali delle nostre eroine, molto più efficaci non quando dominano incontrastati bensì se contrapposti ad un pericolo risoluto ed imminente almeno sullo sfondo.

Una gestione della narrativa quindi non sempre studiata a pennello, confermata anche dall'inconsistente durata delle puntate, che oscilla tra poco più di mezz'ora e ben oltre i 50 minuti. Forse siamo ancora troppo legati ad uno standard televisivo, dove gli episodi avevano un minutaggio più uniforme in quanto dovevano coprire uno specifico buco nel palinsesto, eppure non può essere un caso che diverse serie - come molte delle recenti produzioni seriali Marvel o Star Wars - con simili oscillazioni facciano molta fatica a proporre una storia senza cali vistosi di ritmo.

Paper Girls non fa eccezione, in certe sezioni il ritmo sfiora davvero un encefalogramma piatto. L'altro difetto endemico della serie è rappresentato da valori produttivi non al passo coi tempi, dalla regia fino effetti. A parte una singola istanza gli effetti si sono rivelati dozzinali, con una CGI che tenta quasi di puntare proprio sulla bizzarria di certe cose per colmare un impatto visivo insoddisfacente. Intendiamoci, nessuno si aspettava un livello alla Game Of Thrones da questa serie, ma diciamo che la sensazione di low budget si fa sentire con discreta continuità.

Stesso discorso può essere fatto per la regia, in generale funzionale e pulita pur senza particolari guizzi, ma che poi si sfalda spesso e volentieri nelle sequenze notturne e soprattutto nei momenti più movimentati sempre col buio, il più delle volte talmente frenetici e convulsi da risultare incomprensibili. Sono mancanze che non possono non impattare sulla buona riuscita della serie e che tuttavia fortunatamente non vanno a destabilizzare il cuore pulsante dello show. In futuro, però, servirà più cura perché adesso conosciamo le Paper Girls, la fase introduttiva è conclusa e dovrà essere il resto a crescere.

Paper Girls - Serie Amazon Paper Girls si è rivelata in definitiva una buona serie, guidata e sublimata da un gruppo meraviglioso di protagoniste. Sono loro, i loro litigi, le scoperte che compiranno, le reazioni ad ogni novità futuristica che danno realmente senso e gusto all'insieme. Non per questo dovreste aspettarvi un prodotto unicamente leggero, che anzi sotto la sua patina un po' kitsch di questa guerra futuristica per lo scorrere del tempo stesso nasconde un quantitativo insospettabile di momenti drammatici, concentrati in pratica su quando ognuna delle ragazze incontrerà la versione futura di sé stessa. Qui la vena addirittura esistenziale di Paper Girls esplode fino ad arrivare a proporre scene dall'impatto emotivo sinceramente devastante, è qui che la proposta di Amazon vince su tutti i fronti. Il resto necessiterebbe di più cura, perché ad esempio la narrativa - soprattutto nella seconda metà di stagione - tende ad appiattirsi e a tratti scomparire del tutto, come se l'obiettivo delle protagoniste non fosse quello di tornare a casa il prima possibile. Oppure anche gli effetti e la regia risultano il più delle volte dozzinali, con una sensazione di low budget preminente. Non vanno ad intaccare il sensazionale cuore pulsante della produzione, ma sicuramente ne impatta le potenzialità.

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