Record Of Youth Recensione: su Netflix un inno all'essere sé stessi.

Record Of Youth è un k-drama dal concept semplice eppure profondo, leggero ma commovente; una vera e propria testimonianza della gioventù.

Record Of Youth Recensione: su Netflix un inno all'essere sé stessi.
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Ci sono prodotti che prosperano nella loro ricercata e voluta complessità, basti pensare ai continui cambiamenti prospettici che abbiamo esplorato nella nostra recensione di Mr. Robot o ai misteri convoluti descritti nella recensione di Dark 3. Si tratta di serie che traggono forza e vitalità da questo aspetto e sono, per certi versi, costruite intorno ad esso. Record Of Youth, k-drama sbarcato su Netflix lo scorso 3 novembre, si posiziona invece precisamente all'opposto, avvalendosi di un concept tanto semplice quanto infinito nei suoi sviluppi. Come suggerisce il titolo, non è altro che una testimonianza degli ultimi anni di gioventù dei protagonisti, prima di entrare una volta per tutte nel mondo adulto pieno di pressioni e responsabilità.

Un passaggio fatto si di amori e uscite con gli amici per bere e svagarsi, ma anche di numerose battaglie per la propria indipendenza. Insomma, quei contrasti riassumibili nell'annosa dicotomia tra il voler realizzare i propri sogni e la necessità di dover a prescindere, ad un certo punto, lavorare per mantenersi. E a parte qualche scivolone, Record Of Youth è un ritratto delicato e piacevole di questo periodo.

Non pioverà per sempre

I principali protagonisti delle vicende sono Hye-jun (Park Bo-gum) e Jeong-ha (Park So-dam, la Jessica di Parasite), due 26enni che stanno tentando in ogni modo di realizzarsi: il primo è un modello con ambizioni di entrare una volta per tutte nel mondo della recitazione; la seconda una talentuosa make-up artist il cui obiettivo è aprire un suo saloon personale. E, come sempre nei k-drama, a livello di pura trama è meglio fermarsi qui, a causa dell'onnipresente rischio di spoilerare intere puntate per singolo un dettaglio in più.

Record Of Youth, però, non indugia solo sulla loro relazione in quanto pone al centro delle sue tematiche la lotta, generazionale o lavorativa che sia. Ad esempio, prendiamo Hye-jun, che da ormai sette anni spera di compiere questo grande salto ad ora mai arrivato, suscitando spesso e volentieri le ire della sua famiglia, in particolar modo del padre, che proprio non riesce a comprendere come camminare su una passerella possa essere considerato un lavoro. Qui nasce il conflitto, la lotta, i soliti paragoni ingombranti con altri amici e familiari che hanno una carriera ben più salda e profittevole della sua.

Record Of Youth spende interi episodi per mostrare le conseguenze di un simile bombardamento mentale e le sue logiche conseguenze. Da un'insicurezza di fondo al sentirsi un corpo estraneo in casa propria, per giungere alle inevitabili domande: se ne valga ancora la pena, se si stia perseguendo un sogno irrealizzabile, se e come capire quando sia semplicemente arrivato il momento di abbandonare e arrendersi.

È un comune denominatore, pur nella meravigliosa varietà delle situazioni, che in fondo unisce tutti i protagonisti, da Hye-jun a Jeong-ha fino agli amici di infanzia Hae-hyo (Byeon Woo-seok) e Jin-woo (Kwon Soo-hyun). Non importa se si proviene da una famiglia povera o ricca, prima o poi tocca a tutti noi rispondere a queste domande.

Una malinconica leggerezza

Eppure Record Of Youth riesce sempre a mantenere magnificamente un tono leggero, divertito, senza abbandonarsi nei meandri di un prodotto fin troppo pesante e soffocato dall'angoscia esistenziale. Insomma, non stiamo guardando una produzione impregnata della toska, bensì qualcosa di molto più leggero con picchi di profondità emotiva. Ci sono ad ogni angolo spiragli di luce persino nelle situazioni apparentemente prive di soluzioni e i momenti duri permangono certamente nella crescita e nella caratterizzazione dei protagonisti, ma vi è una ripresa, una voglia continua di combattere fino allo stremo per venire, infine, ripagati.

Ecco, a tratti questo k-drama sembra voler trasformarsi in un incoraggiamento costante a costruirsi una vita, ad avere un lavoro, in sostanza a maturare una volta per tutte senza tuttavia dimenticarsi di sé stessi. E un messaggio del genere non può non venire premiato, in particolar modo se trattato con tanta cura e dedizione.

Le problematiche che affiorano in Record Of Youth sono perlopiù strutturali, raramente e solo in brevi scene un po' al limite sfociano in mancanze contenutistiche. Bastano poche puntate per rendersi conto, innanzitutto, che diverse storyline secondarie sono state inserite con fin troppa superficialità e non perché non siano adatte o cambino il mood della serie, anzi. Piuttosto che dargli il giusto spazio, però, appaiono un po' casualmente tra le puntate, scomparendo al contempo in tante altre. Ciò che davvero rompe gli equilibri della serie è lo scellerato utilizzo della tecnica del foreshadowing, ovvero l'anticipare determinati avvenimenti attraverso dialoghi, pensieri o brevi scene.

Normalmente si tratta di uno strumento narrativo volto ad aumentare la suspence e il coinvolgimento emotivo dello spettatore, ma in Record Of Youth riesce soltanto ad essere molesto ed inopportuno. Spesso si anticipa un evento a chiusura di una puntata, mostrandolo chiaramente per poi far attendere 30-40 minuti - oltretutto di meri riempitivi - del capitolo successivo per raggiungere lo stesso punto. Non esattamente un uso virtuoso, per un k-drama che avrebbe avuto bisogno di ulteriore cura e attenzioni, ma che in fondo può definirsi ben lontano dall'essere un fallimento o un prodotto mediocre.

Record Of Youth Record Of Youth è un k-drama malinconicamente leggero, se si vuole azzardare una definizione sintetica. L'idea di voler raccontare una vera e propria testimonianza degli ultimi anni di gioventù da parte di un gruppo di amici è vincente e sorprendentemente profonda, nonostante la semplicità del concept. Ed è proprio nelle sue tematiche principali che la serie dà il suo meglio, proponendo quello che a tutti gli effetti si trasforma in un inno a crescere, maturare e trovarsi un lavoro; quindi entrare nell'età adulta, ma rimanendo comunque sé stessi ed inseguendo i propri sogni, i propri obiettivi. Un qualcosa che va sempre ricordato, specialmente se trattato con tanta eleganza e delicatezza. Il prodotto scricchiola più che altro sul piano strutturale, con alcune storyline secondarie inserite un po' pigramente e l'utilizzo scellerato della tecnica del foreshadowing, che invece di suscitare suspense e coinvolgimento, li annulla. Resta una produzione di ottima fattura, con però qualche rimpianto.

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