Red Rose Recensione: il nuovo teen drama horror di Netflix è sorprendente

Una pericolosa applicazione denominata Red Rose sconvolge la vita di un gruppo di adolescenti, in un teen drama dai tratti horror/thriller.

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Ormai è chiaro che Netflix punta molto sui teen drama, e forse anche tra le uscite Netflix di marzo 2023 troverete confermata questa teoria. Fortunatamente, la piattaforma negli ultimi tempi sta cercando di proporre titoli in grado di variare la formula che è alla base del genere, come sottolineavamo anche nella recensione di Lockwood & Co, capace di mescolare fantasy e drama in modo efficace. Ora, dando una rapida occhiata ai titoli più visti degli ultimi tempi su Netflix, non può che saltare all'occhio la presenza di Red Rose, teen drama di stampo horror da poco aggiunto al catalogo. La serie, creata e scritta da Michael e Paul Clarkson, ci porta nel Regno Unito, e se leggendo la sinossi vi sembrerà l'ennesimo prodotto pieno di scopiazzature ed incapace di proporre una sua identità, sappiate che siete fuori strada, come capirete nel corso di questa recensione.

Un'app per controllarli tutti

L'anno scolastico è appena finito , e mentre tutti pensano alle feste e ai lavoretti estivi, Rochelle (Isis Hainsworth) fatica a vivere la vita che vorrebbe, visto che deve aiutare il padre vedovo nelle faccende di tutti i giorni e nel badare alle sorelline. Nonostante la sua condizione economica, l'amicizia tra Rochelle e gli altri componenti del suo gruppo è da sempre una colonna portante della sua vita, fino a quando la ragazza, decisa a partecipare ad una festa esclusiva, scopre un'app che promette di esaudire i suoi desideri.

Red Rose, questo il nome dell'applicazione, inizialmente sembra aiutare Rochelle, ma presto gli aiuti si trasformano in ricatti che lentamente rovinano la vita della ragazza, insinuando diverse dubbi anche negli amici, ed in particolare nell'amica d'infanzia Wren (Amelia Clarkson). Il primo grande pregio di Red Rose emerge in modo limpido sin dal primo episodio, ovvero l'amicizia tra i dickheads (così si fanno chiamare), nel quale Rochelle ha un ruolo molto importante. Il loro rapporto appare infatto credibile e assolutamente a fuoco rispetto all'età presa in esame, mentre la caratterizzazione dei personaggi è sicuramente buona, fatta eccezione per Noah (Harry Redding), il ragazzo di Wren, che nonostante l'ampio minutaggio risulta caratterialmente insipido e non viene approfondito granché.

Il lato teen della serie è quindi riuscito e convincente, ma non è questo il vero punto di forza di Red Rose, piuttosto la sua capacità di fotografare la società attuale e cogliere le emozioni e le paure dei ragazzi protagonisti. La critica ai social non è sicuramente una novità, ma qui si lega in modo talmente convincente alle vicende dei personaggi che risulta avere un impatto di grande risonanza. In questo caso, più che la solita critica legata alle apparenze (che è comunque presente), viene messa in evidenza la capacità dei social di scatenare giudizi ed influenzare le persone, le quali non esitano a reagire sulla base di un video o un post, senza nessuna intenzione di approfondire.

Un altro elemento centrale è senza dubbio la fragilità che alcuni adolescenti vivono a causa di una situazione economica meno agiata rispetto agli altri, una fragilità nascosta tra foto sorridenti, che qui viene sfruttata da Red Rose e dai suoi creatori, i quali fanno leva proprio sulle debolezze di chi la utilizza per costringerli a piegarsi al loro volere. La critica sociale di Red Rose è dunque molto chiara ed attuale, scavando tra ansia, depressione, diseguaglianze, e, soprattutto, puntando il dito su quanto la comunicazione via social possa distruggere una persona. E non sorprende che la componente thriller/horror vada a mettere le proprie radici proprio su queste problematiche, creando un'atmosfera ricca di tensione che in diverse occasioni risulta vincente e ben gestita anche a livello tecnico, grazie ad una regia che sa come muoversi per far rendere al meglio quanto proposto.

Ogni rosa ha la sua spina

Dopo i tanti pregi elencati in precedenza, ora però passiamo anche alle note dolenti di questa produzione; difetti che sfortunatamente sono ormai diventati quasi una consuetudine per le serie di questo genere. Innanzitutto, partiamo da uno dei limiti più evidenti e problematici, ovvero le troppe ingenuità in fase di scrittura. Come scritto in precedenza, quasi tutto è ben gestito ed orchestrato, ma ci sono un paio di svolte chiave che lasciano diversi dubbi, soprattutto riguardo le modalità di interazione tra l'app ed i vari personaggi. Inoltre, dopo due episodi iniziali convincenti, avvicinandoci alla fase centrale dello show iniziano a venir fuori alcuni grattacapi, tra geni del computer in erba poco credibili, e questioni di peso irrisolte che minano l'ottima qualità generale della serie.

Anche il finale, per quanto teso, si risolve in modo confuso, in contrasto rispetto all'ottima gestione degli episodi precedenti, avendo però il merito (o il demerito) di lasciare una porta aperta verso una seconda stagione che, visto il successo, è abbastanza probabile. Un altro aspetto discutibile è il modo in cui alcuni personaggi secondari vengono rappresentati, tra genitori che sembrano adolescenti, e orde di ragazzi incapaci di sviluppare un minimo pensiero critico su quanto accade. Inoltre, la volontà dello show di riflettere sulla nostra società a tratti si trasforma in una critica fin troppo didascalica, lasciando ben poco spazio alle interpretazioni. Infine, una appunto anche per la soundtrack, a tratti azzeccata, ma in altri casi abbastanza slegata dal contesto creato.

Insomma, Red Rose, anche grazie alle interpretazioni dei suoi protagonisti, convince sotto diversi aspetti, facendo riflettere e mettendo in piedi una vicenda principale intrigante e coinvolgente, che in alcuni momenti sa anche emozionare. Purtroppo, vanno sottolineati anche i difetti che troppo spesso condizionano le serie di stampo teen, che in questo caso si palesano soprattutto in alcuni snodi narrativi e in situazioni che non vengono approfondite o restano irrisolte. In ogni caso, rispetto ad altri titoli simili Red Rose ha una sua identità, spinosa ed a tratti elegante, ma anche imperfetta.

Red Rose Red Rose convince, e lo fa sia grazie alla forza dei suoi protagonisti, che per la capacità dell'impianto narrativo principale di affrontare tematiche spinose molto attuali. Inoltre, non mancano momenti di grande tensione ed emozione, in una vicenda principale che sa coinvolgere. Come scritto nel corso di questa recensione, ci sono alcune problematiche che emergono nel corso della visione, legate soprattutto ad alcuni risvolti non all'altezza del resto della narrazione, ma i pregi di Red Rose sono sicuramente superiori ai suoi difetti, per un titolo che non solo si lascia guardare, ma che vuole far riflettere attraverso una storia intrigante, la quale perde qualche colpo soltanto nella fase centrale e nel finale.

7.8