Rick and Morty 6 Recensione: una stagione non sempre all'altezza

La sesta stagione di Rick e Morty alterna intuizioni meravigliose e soluzioni estremamente deludenti, che sia l'inizio della fine?

Rick and Morty 6 Recensione: una stagione non sempre all'altezza
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Non è così facile parlare ora di Rick e Morty visto tutto lo scandalo scatenatosi sulla figura di Justin Roiland. E di conseguenza non ci sentiamo in grado al momento di sbilanciarci sul futuro di una delle più importanti serie animate attualmente presenti sul mercato, anche perché è arduo dall'esterno comprendere quanto fosse ancora forte l'imprinting di Roiland sulla creatura partorita dalla sua mente e da quella di Dan Harmon - e in fondo lo stesso discorso vale, forse addirittura di più, per quel che riguarda Solar Opposites. Meglio concentrarsi sul presente e preoccuparci in un secondo momento di cambiamenti in sede di doppiaggio e magari persino eventuali modifiche al disegno complessivo. Il presente di Rick e Morty si chiama sesta stagione, di recente disponibile in forma completa su Netflix grazie all'aggiunta delle ultime puntate, che in sostanza hanno confermato le nostre sensazioni in sede di anteprima - qui vi rimandiamo alle nostre prime impressioni su Rick e Morty 6.

Un cult sicuramente in evoluzione, che quando vuole non fatica molto a trovare vie inedite e fresche per rinvigorire una formula - o meglio, la voluta assenza di qualsivoglia formula - indebolita dopo 6 lunghe annate, in un decorso naturale. Peccato che molte volte, ed è oltremodo paradossale trattandosi di Rick e Morty, rimanga prigioniera della gabbia che lei stessa si è costruita, nella smania forzata di volersi citare allo sfinimento.

Stop alle avventure...per un po'

Ma come al solito è tempo di fare il necessario passo indietro: Rick e Morty è una serie animata che segue le avventure degli omonimi protagonisti, uno scienziato pazzo tra i più geniali dell'intero universo interessato soltanto ad arricchirsi o a trovare qualcosa di interessante da fare in giro per il multiverso e il nipote, suo malgrado trasportato di peso nelle schizofreniche imprese del nonno. In più, nel classico stile delle sitcom ed in generale comedy statunitensi, ampio spazio viene dato pure alla famiglia di Morty, tra una sorella adolescente in cerca di amore e facili guadagni e il matrimonio dei genitori sempre sull'orlo di crollare definitivamente. E le nostre impressioni sulla prima metà di questa sesta stagione rimangono invariate dal precedente articolo, ovvero che Rick e Morty da un paio di anni sta accusando qualche problema di prevedibilità - che per una serie basata sull'assenza di schemi e su un potente nichilismo di sottofondo è piuttosto grave - e di idee non perfettamente focalizzate.

Come già detto in apertura si tratta di un processo più che naturale, che però comunque doveva essere in qualche modo arginato e la scorsa stagione, tra alti e bassi, ci riuscì grazie ad un finale a dir poco monumentale, capace di chiudere in maniera al contempo splendida e straziante il cosiddetto ciclo di Evil Morty. Alla sesta annata, dunque, cosa rimane da fare vista un'eredità talmente ingombrante? Sfruttare uno dei momenti più incisivi di quella puntata, ovvero la messa fuori uso dell'iconica spara-porte di Rick, per modificare almeno temporaneamente l'insieme, concentrando l'attenzione sui personaggi e non sugli eventi episodici in sé.

Ed in effetti tuttora il lavoro di fino svolto sui protagonisti nella prima metà di stagione ci appare sensazionale, in quanto rispetto a tante altre serie dello stesso genere Rick e Morty evolve i suoi attori principali e non per minuscoli particolari - lo ripeteremo allo sfinimento, basta riguardare le prime puntate per accorgersene. Una piccola pausa, se così la si può definire, allora non può che giovare e far riprendere fiato all'intera famiglia Smith o ai suoi equilibri interni, con l'episodio sulla Night Family ad ergersi come fiore all'occhiello.

Curiosamente è un processo che avvicina molto la serie al quel pseudo-clone chiamato Solar Opposites (qui vi rimandiamo alla nostra recensione di Solar Opposites 3), con lo tsunami fantascientifico che adesso si riversa sulla Terra e non il contrario, che rappresenta il modus operandi più comune di Rick e Morty. Ad un certo punto, tuttavia, l'impasse della spara-porte rotta viene superato e si torna nella comfort zone. Aspetto positivo, no? E invece è da qui che, almeno secondo noi, la magia del pargolo di Dan Harmon si arresta e si scontra una volta per tutte con il crollo qualitativo così brillantemente ritardato in passato.

Troppe citazioni, poca sostanza

Il problema principale è che Rick e Morty non sa sempre come sfuggire alla gabbia dorata che ha costruito negli anni; dorata poiché in fondo stiamo comunque parlando di un colosso dell'intrattenimento che ha fatto scuola con il suo nonsense, le profonde sfumature filosofiche di sottofondo, i dialoghi fulminei che sorprendono e travolgono lo spettatore e, dulcis in fundo, la squisita mancanza di un nesso causa-effetto nelle trame - e di cloni negli ultimi anni se ne sono visti eccome.

Detto ciò, rimane una gabbia, che in questa sesta stagione ha intrappolato gli sceneggiatori in una ricerca scellerata dell'auto-citazione: si riprende la puntata interamente meta, si cita la celeberrima vasca d'acido, il monologo alienante e squilibrato di Rick in chiusura, l'avventura casuale di Morty in un contesto fantasy; tutto riproposto pedissequamente e alla lettera negli stessi modi, stessi tempi e stessi esiti. E la differenza non può essere che i protagonisti sono coscienti di tale ripetizione, non basta a giustificare una seconda metà di stagione tanto povera e prevedibile.

Si ha un universo, anzi, un multiverso infinito di storie, setting e possibilità da raccontare e non ci si può ridurre ogni singola volta ad un ammiccamento forzato al passato - una lezione che forse anche la Marvel dovrebbe imparare prima di tirare un po' troppo la corda con la nostalgia. A salvarsi è nuovamente il versante introspettivo, che soprattutto su Rick opera una dissezione emotiva, nichilistica e disperata da applausi. Ma la domanda, persino solo limitandosi al puro aspetto qualitativo, resta lecita: è l'inizio della fine per Rick e Morty?

Rick and Morty Magari arrivare a pensare che sia la fine per Rick e Morty è un po' apocalittico ed esasperato, ma è inutile negare che gli indizi non possono più essere ignorati. Già dalla quarta stagione abbiamo segnalato qualche calo, qualche idea non sempre sul pezzo, che però veniva spesso e volentieri sommersa dalle puntate riuscite o da uno strepitoso finale. Adesso tutto questo non c'è e gli aspetti sottotono, in questa sesta annata, iniziano davvero a farsi sentire con molta più forza che in precedenza. Troppe citazioni, troppe strutture ripetute, troppa prevedibilità affossano le classiche ambizioni di grandezza di Rick e Morty. Detto ciò, siamo tuttora ben lontani da una stagione insufficiente, che specialmente nella prima metà ha sfornato episodi straordinari ed incredibilmente freschi, basati molto di più sui personaggi che sulla trama. C'è però bisogno di invertire una rotta che al momento appare inevitabile.

7.5