Ridatemi Mia Moglie Recensione: amore e risate su Sky con Fabio De Luigi

Giovanni cerca di riconquistare la moglie Chiara nello show Sky Original che debutta su Sky Serie, ma che non riesce andare oltre i propri limiti.

Ridatemi Mia Moglie Recensione: amore e risate su Sky con Fabio De Luigi
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Nelle intenzioni di Nils Hartmann, direttore delle produzioni originali Sky Italia, Ridatemi Mia Moglie, la commedia romantica con Fabio De Luigi, diretta da Alessandro Genovesi, rappresenta il varo di una nuova stagione per le produzioni originali Sky, che approdano così ufficialmente su Sky Serie, il canale esclusivamente dedicato ai contenuti seriali che già da luglio intrattiene gli abbonati con il suo vasto catalogo e che possono contare su costanti aggiornamenti offerti dalle uscite Sky e NOW di settembre.

Il 13 e il 20 settembre saranno le date decisive per la messa in onda anche su NOW dei due episodi che compongono l'evento e sembra che gli sceneggiatori Genovesi e Bognetti ce l'abbiano messa tutta per adattare il format sitcom dell'originale inglese "I Want My Wife Back" per regalare al pubblico italiano un prodotto più organico che facesse leva sui personaggi e su una messa in scena di stampo cinematografico, retaggio della professionalità messa in campo da Colorado, che co-produce lo show e torna così dopo anni nel campo seriale. Il risultato non fa certo gridare al miracolo, ma si ritaglia una nicchia in quel genere d'intrattenimento tanto piacevole quanto fugace nel suo non imprimersi indelebilmente nella mente dello spettatore.

Se mi lasci non vale

Chiara (Anita Caprioli) è insoddisfatta della propria vita coniugale con il marito Giovanni (Fabio De Luigi). Lui è un abitudinario, che cristallizzerebbe il tempo nei periodi buoni, quando dovrebbe realizzare che il rapporto di coppia è per definizione in continua evoluzione, in un gioco di adattamenti e rilanci che lo rende frizzante tra gli alti e i bassi.

Questo è ciò che realizza Chiara, all'alba dei quarant'anni, dopo cinque di matrimonio, e perciò decide di lasciare di punto in bianco Giovanni per capire realmente ciò che vuole, inconsapevole del fatto che il marito ha deciso proprio in quell'occasione di cambiare atteggiamento, organizzandole una festa a sorpresa. Un progetto che non considera minimamente la variabile del dialogo, se non una semina di situazioni alquanto gratuite fornite in una serie di flashback che ci introducono le varie fasi del rapporto tra i due.

Questo evento scatenante genera in Giovanni l'intento che dà il titolo alla miniserie, stretto tra un amico/capo fedifrago (Antonio, interpretato da Alessandro Betti) che vive nella menzogna, tranne quando deve inconsciamente complicare le cose tra Giovanni e Chiara, e i suoceri (Diego Abatantuono e Carla Signoris) che vivono una quotidianità routinaria forgiata dagli anni e che rappresentano due correnti di pensiero agli antipodi: la suocera accetta con cinica ironia l'accaduto, mentre il suocero, disperato, nutre un morboso attaccamento nei confronti di Giovanni, rivelando una celata omosessualità.

Il gioco delle parti

Sebbene l'intento degli autori fosse quello di discostarsi dalla sitcom originale e dallo schema di gag che reggeva l'impalcatura narrativa, la miniserie Sky conserva un aspetto forse ancor più sconsigliabile del reiterare invenzioni comiche. Nonostante le intenzioni, infatti, le due puntate nostrane peccano di una scarsa evoluzione dei personaggi che si ferma allo stretto indispensabile e che in realtà racchiude tutto in sé già dal principio.

Ciò porta ad una serie di invenzioni reiterate nel corso del minutaggio totale, che non tiene mai veramente conto degli ideali inneschi narrativi per permetterebbero ai suoi personaggi di vivere davvero una determinata situazione e maturare da essa. Nemmeno il finale dolceamaro in realtà racchiude in sé il nocciolo dello show, pur giocando sul naturale cambio di marcia di De Luigi maturato dal gioco degli equivoci che coinvolge i protagonisti nell'epilogo, lasciando aperte le altre linee narrative e vanificando in qualche modo il timido lavoro di costruzione impostato nel corso dei due episodi.

I personaggi di Ridatemi Mia Moglie assumono così i connotati di maschere sul piccolo schermo che alimentano l'azione attraverso le proprie idiosincrasie, ma che non riescono a nascondere tra le pieghe del racconto la loro natura di inneschi comici atti a sorreggere un gioco degli equivoci che regala qualche risata - e forse gli unici momenti veramente comici dello show -, senza però andare oltre. Emblematica, a tal proposito, è l'omosessualità del personaggio di Abatantuono, mero pretesto comico-narrativo e mai spunto organico per regalare un seppur esile riscontro empatico col personaggio. Ma potremmo applicare lo stesso discorso all'infedeltà di Antonio e alla sua passione per le donne mature, o all'ironia e al cinismo di Rossana.

Sul piano della messinscena, al di là della dichiarazione d'intenti di Alessandro Usai sul passaggio della migliore squadra di Colorado dal grande al piccolo schermo, si nota un lavoro sì apprezzabile di scenografia, ma una staticità a tratti esasperata delle scene, che avrebbero potuto essere rese più dinamiche attraverso una fotografia più ispirata e una regia meno funzionale e più creativa. Le interpretazioni sono tutte di buon livello, quelle secondarie (Betti, Del Bufalo, Abatantuono) in particolar modo, ma non riescono ad elevarsi oltre i limiti di scrittura dei personaggi.

Ridatemi Mia Moglie appare quindi come un lungometraggio Colorado dilatato che con quasi tre ore a disposizione avrebbe potuto ricompensare con archi narrativi più gratificanti, ma che poggia su una scrittura che a conti fatti non va al di là delle mere aspettative per puntare troppo, forse tutto sulle classiche situazioni d'imbarazzo nelle quali è l'equivoco e il prurito generato dalla compresenza di elementi ossimorici ad essere il motore della comicità, giocando più sul situazionismo che sul reale percorso dei personaggi.

Ridatemi Mia Moglie La miniserie che inaugura la nuova stagione degli Sky Originals su Sky Serie è una commedia romantica che non sorprende, pur riuscendo ad intrattenere senza pretese. Una scrittura che non sembra conoscere fino in fondo i suoi personaggi e una messinscena sì dignitosa, ma troppo da manuale, fanno di Ridatemi Mia Moglie un tentativo zoppicante di romcom all'italiana; un vero peccato, perché le interpretazioni sono buone, anche le secondarie, ma non riescono a spingersi oltre i limiti di una scrittura che pare consapevolmente cristallizzare gli archi di sviluppo, commettendo lo stesso errore di Giovanni con Chiara.

6.8