Recensione Romanzo Criminale La Serie - Stagione 1

Il ritorno della "Banda della Magliana", questa volta in una serie TV

Recensione Romanzo Criminale La Serie - Stagione 1
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E che sia la volta buona!

Uno degli argomenti più discussi da appassionati e addetti ai lavori è la fiction di produzione italiana. Negli ultimi anni questo settore è stato monopolizzato da Rai e Mediaset che sfornano in gran quantità prodotti per la TV con risultati altalenanti sia sul fronte degli ascolti che sull'effettiva qualità delle opere. In questo quadretto riscosse particolare attenzione la decisione di Sky Cinema di buttarsi nel mercato della produzione italiana con l'adattamento per la TV del film di Gabriele Salvatores, Quo Vadis Baby?. Accompagnato da grosse aspettative il prodotto si rivelò in gran parte deludente, con personaggi fiacchi e una vicenda incapace di catturare l'attenzione dello spettatore. Ad un anno e mezzo di distanza Sky Cinema ci riprova, ancora una volta traendo ispirazione dal cinema e dal film di Michele Placido, Romanzo Criminale. La serie, composta da 12 episodi, riprende il medesimo plot del film, dilatandone i tempi e aggiungendo vicende collaterali che il film aveva dovuto ignorare per ovvie ragioni di durata. Andiamo a vedere se questo secondo tentativo riesce a portare i risultati sperati.

Italian Gangster

Anche questa volta le vicende riprendono in modo fedele quelle narrate nell'omonimo romanzo di Giancarlo De Cataldo, raccontando ascesa e declino dell'organizzazione criminale conosciuta come la Banda della Magliana. Dalle prime rapine fino alle implicazioni con la Mafia, in una continua sfida con la polizia. E tra un rapimento ed un omicidio, lo scorrere delle vite dei personaggi, tra amori, liti e tragedie personali, che finiranno con il condizionare una fetta di storia dell'Italia.

L'intento della produzione appare chiaro sin dalle prime inquadrature: uscire dagli schemi della fiction italiana, proponendo un prodotto di grande impatto visivo, rifacendosi ad uno stile americano con un taglio più cinematografico. Se l'obiettivo era questo non ci sono dubbi: Sky Cinema ha fatto centro! I ritmi della narrazione risultano frenetici e coinvolgenti, i dialoghi sempre azzeccati e ben recitati, le atmosfere ricreate con il dovuto realismo e senza freni inibitori della censura. Tutto questo inserito in un contesto molto italiano, costruito ad arte per strizzare l'occhio al grande pubblico.

Romanzo Criminale riprende da vicino il romanzo di De Cataldo, riversandolo su 12 episodi. Nel dispiegarsi della vicenda gli autori compiono un ottimo lavoro proprio nella scansione degli episodi: la vicenda non annoia mai, con un buon alternarsi di parti frenetiche con altre più distensive. Le fasi di dialogo, mai noiose, lasciano buono spazio all'azione in un crescendo di tensione avvertibile sia per ciò che concerne il singolo episodio, che nella strutturazione della serie stessa.
Se un fattore di rischio poteva essere un'eccessiva tipizzazione dei personaggi, già riscontrabile nei loro soprannomi, questi appaiono sempre credibili e interessanti.
Ora qualcuno potrà dire: però che noia, di nuovo la stessa storia? Questo è senz'altro vero, ma non rappresenta necessariamente un limite. Ciò che forse ci si poteva aspettare era più coraggio nella scelta del punto di vista sui fatti. Ciò che manca è la volontà di indagare la realtà sotto una luce nuova. Riprendendo quanto di buono c'era in libro e film precedenti, e trasportandoli in un linguaggio più consono ad un prodotto televisivo, Romanzo criminale ci racconta, non tanto la stessa storia, ma piuttosto la stessa storia nello stesso modo in cui ci era già stata raccontata. Tutto questo ovviamente in una logica commerciale e nella volontà dell'emittente di ridurre al minimo il rischio di flop. Forse si poteva fare di meglio, ma la strada imboccata è quella giusta e certamente le occasioni non mancheranno.

Realizzazione

Come già accennato il comparto realizzativo risulta ampiamente sopra lo standard. La ricostruzione storica, pur non incantando, risulta comunque efficace. Il cast, formato perlopiù da attori esordienti, è molto convincente e non sfigura al confronto dal ben più blasonato cast del film di Placido. Degne di nota sono le interpretazioni di Marco Bocci (il commissario Scialoja) e Daniela Virgilio (Patrizia). Entrambi traggono giovamento dall'interpretare i personaggi più interessanti della serie; loro che criminali non sono, ma si trovano costretti dagli eventi a dover viaggiare sulla linea che divide il giusto dallo sbagliato. In particolare Daniela Virgilio dona alla serie un valore aggiunto. Ad una raffinata sensualità e bellezza, aggiunge un'ottima recitazione che potrebbe portare un po' di aria fresca nel panorama femminile del cinema italiano.

Buona la scelta della soudtrack tutta incentrata su brani dell'epoca con una buona varietà tra discomusic e musica leggera italiana. Anche su questo fronte ritorna prepotente la dimensione commerciale della serie. I pezzi sono tutti molto noti e in alcuni casi inseriti “a forza” nelle scene. La scelta di qualche brano meno commerciale, ma più adeguato alla sequenza scelta, avrebbe certamente giovato.

Un ultimo appunto di natura squisitamente tecnica, che a suo modo segna un momento storico nella televisione italiana. Romanzo Criminale è la prima serie TV italiana ad essere stata girata in alta definizione(HD) e ad essere stata trasmessa in formato 16:9. Meglio tardi che mai.

Romanzo Criminale La Serie - Stagione 1 Romanzo Criminale - La Serie segna senz'altro un importante passo avanti nella produzione italiana di Fiction, consacrando la TV satellitare come quello spazio aperto all'innovazione che le TV generaliste sembrano non voler cogliere. Ritmi frenetici e coinvolgenti, dialoghi sempre perfetti e ben recitati, atmosfere ricreate con il dovuto realismo e senza freni inibitori della censura. Una delle tante “storie italiane” ma in una confezione nuova, che strizza l'occhio alle produzioni internazionali e regala una boccata d'ossigeno anche allo spettatore più esigente.