Scuola di sopravvivenza: recensione della serie interattiva di Netflix

Dopo un tiepido primo episodio, il nuovo titolo interattivo con Bear Grylls si dimostra più arduo e avvincente del previsto

Scuola di sopravvivenza: recensione della serie interattiva di Netflix
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Quando si tratta di titoli interattivi si crea sempre una certa aspettativa, per via delle grandi potenzialità di coinvolgimento che questi prodotti possono dimostrare. Forte del passato successo di Black Mirror - Bandersnatch, Netflix ha deciso di stuzzicare nuovamente la curiosità dei suoi utenti con la serie interattiva Scuola di sopravvivenza, promettendo grandi avventure in cui la sorte di Bear Grylls risiedeva totalmente nella mani dello spettatore.
Se la prima puntata aveva suscitato qualche dubbio, pur riuscendo a intrattenere il giocatore/spettatore, il resto della prima stagione si è dimostrato decisamente più valido e meno banale, capace anche di metterci più volte in difficoltà.

Dopo un esordio introduttivo, si presentano le vere sfide

Il primo episodio di Scuola di sopravvivenza è stato in grado, seppur con qualche limite, di gettare le basi per un prodotto più curioso che innovativo, con il quale sbizzarrirsi per affrontare le missioni proposte dall'esperto. Le prime impressioni legate alla puntata d'esordio avevano sottolineato qualche difetto: in primo luogo la facilità delle scelte, a volte quasi suggerite da Grylls, nonché l'alta probabilità di riuscita della missione anche dopo aver optato per la scelta meno saggia. Nella giungla dell'America Centrale abbiamo infatti affrontato la fame, i coccodrilli e la corrente marina senza troppi crucci, affidandoci al nostro buon senso, mentre il continuo della serie ci ha calato in molti altri scenari pericolosi: le Alpi svizzere, i canyon del deserto, una foresta e le cave minerarie.
Il tentativo di coinvolgere lo spettatore e di allontanare ogni rischio di noia passa dunque per prima cosa attraverso questa discreta varietà di ambientazioni e di ostacoli. Anche l'impressione di semplicità, che durante tutta la prima puntata aveva abbassato notevolmente l'adrenalina dell'avventura, viene smentita negli episodi successivi da un livello più alto di sfida, in grado di mettere in difficoltà l'utente e di stimolare la riflessione.

Sebbene una serie di questo tipo sia ancora lontana dal dare una rappresentazione realistica di un'emergenza in territorio ostile, proprio come nella vita vera a volte bisogna rischiare, in parte interpretando i consigli di Grylls e in parte prestando attenzione alle condizioni degli elementi con cui è necessario interagire: prendere la strada più lunga e sicura, finendo probabilmente fuori strada, oppure affidarsi a una corda che attraversa il dirupo? Se la risposta non è così banale, allora sarà molto più facile provare un brivido nel selezionare una scelta e attenderne l'esito.
Nonostante la modalità a scelta binaria si basi fondamentalmente su un sistema piuttosto semplice e dai risvolti che lasciano poco spazio alle varianti, una serie di elementi permettono a Scuola di sopravvivenza di amplificare il senso di coinvolgimento dello spettatore, come per esempio il tempo molto limitato per decidere, l'apparente validità di entrambe le scelte, l'intervento della sfortuna, che talvolta rende sbagliate opzioni che in casi normali avrebbero condotto a un buon esito della missione, e molto altro.

"Sei tu il capo!"

Se la principale funzione di una serie interattiva come Scuola di sopravvivenza è quella di trovare la giusta soluzione a situazioni di emergenza in mezzo a scenari ostili, non mancano i metodi alternativi per affrontare le sfide proposte da Bear Grylls. Alla serietà si affianca anche la componente goliardica, quella via alternativa che ci invoglia a optare per la soluzione peggiore, solo per il gusto di vedere come va a finire. E questo Bear Grylls sembra saperlo eccome.
L'esperto sembra infatti mettersi più volte in gioco con il tipo di scelte disponibili, affermando che in fondo i veri capi della missione siamo noi, chiedendoci cosa vogliamo fare con lui, proponendoci di nutrirlo con le ghiande trovate negli escrementi di un orso, oppure suggerendoci di fargli masticare un'enorme larva. Addirittura si mostra ben poco sorpreso quando scegliamo di farlo nutrire con le cose più disgustose, oppure quando lo sproniamo a far fronte alle situazioni più pericolose, come se già sapesse che parecchi utenti sceglieranno la strada meno corretta solo per metterlo in difficoltà.

Tutte queste azioni, che a qualcuno potrebbero sembrare assolutamente folli, hanno contribuito in passato ad alimentare la fama di Grylls come "uomo pronto a tutto" e incrementano qui le potenzialità ludiche della serie, dando all'utente la possibilità di uscire dagli schemi quel poco che basta per riderci un po' su. La sopravvivenza è una tematica seria, questo è vero, ma anche con questo metodo apparentemente controproducente è possibile imparare qualcosa di buono con leggerezza, assistendo ai diversi bad ending.

Cosa non funziona in Scuola di sopravvivenza

L'incremento della difficoltà delle missioni ha permesso a Scuola di sopravvivenza di scrollarsi di dosso le prime impressioni non del tutto convincenti suscitate dalla prima puntata, ma non per questo la serie si dimostra priva di difetti. Salta infatti subito all'occhio una certa debolezza nella narrazione. Prima di iniziare una missione abbiamo pochissime informazioni e quasi sempre l'avventura nasce da un pretesto un po' campato per aria: delle medicine da trasportare, il salvataggio di un cane, il ritrovamento di un aereo precipitato e così via. Sebbene non sia strettamente necessaria ai fini dell'intrattenimento, una solida narrazione è ciò che caratterizza ogni buona serie tv e i più grandi prodotti videoludici, nonché ciò che accomuna tra loro queste due forme di intrattenimento. Avere qualche dettaglio in più prima e durante la missione renderebbe l'esperienza ancora più coinvolgente e ogni singola avventura meno fine a se stessa.


Un altro limite piuttosto evidente risiede proprio nel sistema a scelte. L'episodio interattivo di Black Mirror - Bandernatch aveva ingannato e confuso lo spettatore, in parte costringendolo a delle scelte apparentemente obbligate, in parte premiandolo però con tanti finali differenti. Scuola di sopravvivenza presenta delle potenzialità nettamente inferiori. In questa serie i finali sono due: il completamento della missione o il fallimento. A volte alcune scelte sbagliate non portano necessariamente a un brutto esito, ma tendenzialmente a un'opzione sbagliata corrisponde la necessità di tornare indietro, mentre decidere saggiamente porta più vicini al superamento dell'episodio. Non ci sono molte sfumature, non vengono prese in considerazione le varianti e a volte per prendere delle decisioni abbiamo a disposizione davvero pochi dettagli, prima che il tempo scada.

Divertimento e qualche buon consiglio

Malgrado questi elementi, la nuova serie Netflix riesce comunque a raggiungere entrambi gli scopi che si era prefissato: in primo luogo intrattenere sfruttando con validità bellissimi scenari naturali e una buona dose di avventura, secondariamente educare, facendoci agire in situazioni di pericolo e mostrandoci in quali casi potremmo cavarcela. Senza essere veri esperti di sopravvivenza è difficile dire con certezza se le nozioni offerteci da Bear Grylls siano efficaci in casi di emergenza (alla fine della serie si sconsiglia agli utenti di ricreare o imitare le situazioni viste nelle puntate), ma qualche buon consiglio su come evitare alcuni pericoli non manca, per esempio cosa non mangiare neanche in casi di emergenza e come non comportarsi di fronte a una minaccia.
Intento didattico o meno, questo titolo ha portato avanti quella che sembra essere la nuova tendenza telefilmica che sta appassionato moltissimi utenti, quella dei prodotti interattivi, di semplice fruizione e ottimi per un binge watching diverso dal solito.

You vs. Wild Scuola di sopravvivenza è un titolo che con semplicità e una discreta dose di avventura riesce a mantenere almeno in parte le promesse fatte da Netflix ai suoi utenti. Pur non spiccando per originalità, qualità o profondità narrativa, questa serie si è dimostrata in grado di donare qualche istante di avventura e divertimento, sia per coloro che vogliono superare indenni tutte le missioni, sia per chi opta per un approccio più spontaneo e goliardico. Superati i difetti e le limitazioni che coinvolgono i meccanismi a scelta, Scuola di sopravvivenza si rivela un buon titolo di intrattenimento.

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