She-Hulk 1x04 Recensione: un caso infernale per la serie Marvel

Pur con qualche minima forzatura, She-Hulk dimostra ancora una volta che la leggerezza e spensieratezza è il suo punto di forza maggiore.

She-Hulk 1x04 Recensione: un caso infernale per la serie Marvel
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Con il suo quarto episodio She-Hulk arriva - quasi - a metà della sua prima stagione ed è quindi un buon momento per iniziare a tirare le somme sulla nuova serie dei Marvel Studios. Una serie su cui l'aspettativa generale era piuttosto bassa, che aveva suscitato addirittura enormi polemiche ai tempi del primo trailer per una CGI non esattamente allo stato dell'arte e che anche nel prodotto finito si sta rivelando molto altalenante se non inconsistente. Insomma, dopo un anno e mezzo di telefilm ambientati nel MCU possiamo affermare con una certa tranquillità che la fantomatica promessa di portare sul piccolo schermo la stessa qualità visiva dei film non sia stata proprio mantenuta, a parte forse alcune sequenze di WandaVision e The Falcon and The Winter Soldier. Ma, a parte un disinteresse causato probabilmente pure da una certa sfiducia, cosa ci ha riservato ad ora She-Hulk: Attorney At Law?

Una produzione incredibilmente quadrata e coerente, come già scrivevamo nel nostro first look di She-Hulk, che mantiene un preciso tono stilistico senza bizzarre oscillazioni o situazioni fuori luogo, a cui non interessa tanto innovare e stupire quanto intrattenere come ogni buona comedy dovrebbe.

Un mago impostore

E questo quarto appuntamento è, a nostro avviso, un chiaro manifesto di ciò: un mago strampalato di nome Donny Blaze (Rhys Coiro e si, sappiamo perfettamente quante discussioni tra i fan accaniti dei fumetti Marvel scatenerà il cognome del personaggio) tenta in ogni modo di salvare il suo morente spettacolo, decidendo di ricorrere persino ad alcune tecniche tipiche degli stregoni di Kamar-Taj. Wong (Benedict Wong), cavallo di ritorno per il secondo episodio di fila (qui potete recuperare la nostra recensione di She-Hulk 1x03) viene immediatamente a conoscenza di un simile oltraggio che metterebbe a rischio la struttura stessa del continuum spazio-temporale e si rivolge a Jen (Tatiana Maslany) per un aiuto legale, per fare dell'impostore un esempio.

Si, bisogna un attimo sorvolare sulla piccola forzatura del perché lo Stregone Supremo in persona dovrebbe mai cercare un avvocato quando potrebbe quasi certamente intimare da solo a Donny di smetterla. senza neanche per forza dover ricorrere a strani sortilegi di sorta. D'altro canto, però, come ripetiamo spesso bisogna pur sempre comprendere che tipo di prodotto si sta guardando e, nel caso di una comedy pura, si tratta di una sciocchezza leggera in fondo adatta, il classico e semplice pretesto per dare il via all'episodio e alle sue stravaganze, a dir poco abbondanti, tra piccoli adorabili demoni e scene di uno squisito nonsense ad un processo.

Come intrattenere con poco

Un episodio che tuttavia è colmo anche di piccole finezze, in primis il fatto che lo spettacolo "convenzionale" di magia di Donny attiri solo sbadigli. E non potrebbe essere altrimenti per un'umanità che negli ultimi 10 anni ha vissuto invasioni aliene, varie divinità che si rivelano essere vere, metà della vita nell'intero universo spazzata via e un Celestiale che stava crescendo al centro del pianeta; far apparire qualche fiamma o un coniglio dal cappello è ormai storia antica. Così come sono sfiziose le disavventure e i continui commenti molto cinici di Jen sul frequentare una persona a 30 anni o le fantastiche rotture della quarta parete incentrate ancora su quanto la gente ami Wong.

Senza fronzoli o particolari pretese, She-Hulk continua sulla sua strada da piccolo procedurale a sfondo legale che sa cosa fare e come farlo, con capitoli dalla trama perlopiù verticale con giusto un accenno di orizzontalità - che qui assumono caratteri veramente al limite del trash e dell'assurdo e sono perfetti in tal modo. Una scelta che in futuro potrebbe dimostrarsi furba vista la nota tendenza delle serie Marvel di crollare per quanto riguarda la qualità proprio della narrativa: in She-Hulk di trama c'è poco perché è la sua stessa struttura che è interessata a ben altro e di conseguenza c'è appunto poco o nulla da rovinare. Lo scopriremo nelle prossime settimane, nella speranza che la CGI ritrovi un minimo la retta via.

She-Hulk Per la quarta settimana di fila She-Hulk sorprende per la sua leggerezza e semplicità. Il nuovo show dei Marvel Studios anche in questa puntata sceglie di non prendersi troppo sul serio, di architettare un altro caso estremamente bizzarro e ricco di trash e assurdità per la sua protagonista e di metterci in mezzo anche le difficoltà di frequentare una persona a 30 anni, con l'aggravante di essere un Hulk. Semplice, diretto, senza fronzoli, con anche piccoli tocchi di classe come il fatto che, con gli avvenimenti folli del Marvel Cinematic Universe, adesso un normale show di magia riceve solo sbadigli o le ormai già classiche rotture della quarta parete di Jen, sempre pronta ad incensare Wong e all'amore che il pubblico ha per questo personaggio. A coronare il tutto una piccola aggiunta di trama orizzontale che promette ulteriori e squisite assurdità e il pasto è servito. She-Hulk è una serie quadrata, coerente e riuscita, peccato per una CGI che sta lentamente ma inesorabilmente peggiorando puntata dopo puntata.