She-Hulk 1x07 Recensione: il ritiro spirituale di Jen

She-Hulk continua la sua spirale negativa con una puntata debole e poco ispirata, sollevata almeno da un punto di svolta per la protagonista.

She-Hulk 1x07 Recensione: il ritiro spirituale di Jen
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A questo punto possiamo quasi tranquillamente affermare che la tanto sbandierata legal comedy del MCU sia già finita. Un cambio di registro e struttura sì anticipato dagli addetti ai lavori, ma che ancora fatichiamo a comprendere e digerire, perché è come se She-Hulk improvvisamente fosse più interessata a spuntare le voci da una lista di cliché del genere che a costruire sul suo format ricco di potenziale. E dunque dopo l'episodio dedicato ad un matrimonio fuoriuscito in pratica dal nulla (qui potete recuperare la nostra recensione di She-Hulk 1x06), adesso la nostra avvocata di fiducia si ritrova invischiata nel centro di benessere gestito da Abominio, spinta all'inizio perlomeno da motivi di lavoro.

Una spirale negativa che neanche la presenza sempre gradita di Tim Roth riesce a risollevare, nonostante la puntata comunque assesti qualche colpo interessante, sia a livello di trama orizzontale che di caratterizzazione della protagonista. È solo che, specialmente nella prima parte di stagione, questa She-Hulk: Attorney at Law ci aveva abituato ad una qualità ben più elevata.

Un ritiro spirituale più che necessario

La puntata inizia con un montaggio - a nostro avviso eccessivamente lungo e ripetitivo - dei primi appuntamenti tra Jen (Tatiana Maslany) e Josh (Trevor Salter), incontrato al matrimonio la scorsa settimana e capace di fare una forte impressione proprio perché interessato a lei e non a She-Hulk. Ma dopo la prima notte passata insieme lui svanisce e, mentre Jen è ancora ossessionata dal fissare il telefono ogni 2 secondi in attesa di un suo messaggio, è costretta suo malgrado ad andare a trovare Emil Blonsky (Tim Roth) per un malfunzionamento del suo inibitore. Come anticipato, è un episodio che riserva certamente qualche sorpresa e che apre ad uno sprint finale di stagione ormai impossibile da evitare o ritardare e che potrebbe risollevare la piccola palude di mediocrità in cui la serie Marvel si è incuneata.

Soprattutto, però, è il capitolo che segna il vero punto di svolta nel rapporto tra Jen e la sua parte Hulk, sempre al limite tra l'esaltazione di poter compiere gesta incredibili - nonché bere molto senza conseguenze - e qualche punta di depressione in quanto chiunque sembra preferire la controparte verde. Una tematica che spesso e volentieri ha accompagnato l'intero telefilm, a volte in maniera sotterranea ed altre sotto la luce del sole, ora affrontata una volta per tutte, nella speranza che non si faccia il classico errore da sitcom scadente o arcaica da resettare questi sviluppi nel prossimo episodio.

Un declino preoccupante

Ed in effetti la scena della terapia di gruppo è completa, è il perfetto manifesto di ciò che She-Hulk offre al suo pubblico: sano svago con battute e botta e risposta che fioccano in continuazione, un pizzico di trash che non guasta mai e in questo caso portato su schermo grazie all'uso di personaggi Marvel semi-sconosciuti e, infine, il tocco di dramma derivante dalla condizione peculiare della protagonista. Un mix che funziona fin dall'esordio (vi rimandiamo qui alla nostra recensione di She-Hulk 1x01), tuttavia non supportato dal resto, che assomiglia più che altro ad una puntata di una comedy che ha saltato lo squalo da molto tempo.

Un declino preoccupante che non risparmia nemmeno il Blonsky di Tim Roth, adesso estremamente più noioso, prevedibile e meno arzillo rispetto alle prime apparizioni; un decadimento incomprensibile anche sul piano narrativo visto che adesso non è più in prigione. Di norma ciò sarebbe sinonimo di maggior felicità, di un miglioramento delle proprie condizioni di vita e di umore, ma She-Hulk sembra non vederla così. Insomma, per l'ennesima volta una serie Marvel si è persa per strada dopo un avvio coinvolgente e riuscito, risucchiata nel buco nero degli episodi centrali di stagione, come se non si sapesse di preciso cosa fare per portare avanti la storia o il concept. Non resta che sperare in un finale lontano dai deludenti risultati delle altre imprese seriali targate Marvel Studios.

She-Hulk Sembra quasi impossibile per una serie Marvel tenere l'attenzione alta per l'intera durata della sua stagione. Dopo una prima metà di episodi riusciti, coinvolgenti e freschi il giusto, ora anche She-Hulk si è da tempo incuneata in una spirale negativa che non risparmia neanche l'episodio di questa settimana. Di sicuro ci sono passi in avanti rispetto all'incredibilmente deludente puntata del matrimonio: una sequenza in particolare è ricca e piacevole, il giusto manifesto di cosa She-Hulk può offrire al suo pubblico; e soprattutto c'è un punto di svolta nel rapporto tra Jen e la sua controparte verde, che speriamo venga mantenuto e non cestinato all'istante. È il resto, però, a mancare totalmente, perché sembra di star assistendo ad una puntata di una comedy che ha saltato lo squalo da tanto, troppo tempo. Lenta, prevedibile e banale, She-Hulk adesso può puntare soltanto sul suo sprint finale, anche per motivi narrativi impossibile da rimandare.