She-Hulk 1x09 Recensione: il folle e inaspettato finale della serie Marvel

Il finale di She-Hulk sovverte qualunque aspettativa o attesa proprio quando sembra lanciato verso strade molto note, con un escamotage folle e fresco.

She-Hulk 1x09 Recensione: il folle e inaspettato finale della serie Marvel
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È stata un po' una settimana di timori quella appena passata, perché ormai l'avvicinamento ad un qualsivoglia finale di una serie Marvel è tormentato da quasi esclusivamente ricordi deludenti: vicende affrettate oltre ogni ragionevole limite, rivelazioni che causavano buchi di trama irreparabili e una tendenza alla spettacolarizzazione che, però, la maggior parte delle volte terminava in un nulla di fatto; qualche sequenza esteticamente affascinante, certo, ma spesso dalla realizzazione mediocre e senza una necessaria base per sortire l'effetto desiderato. Fin dall'inizio, She-Hulk: Attorney at Law, proprio per l'impostazione da legal comedy, aveva suscitato in noi la speranza che potesse sovvertire questo trend alquanto nefasto, eppure nulla poteva prepararci a ciò cui abbiamo assistito.

L'epilogo di She-Hulk è, in poche parole, una deliziosa follia intrisa squisitamente di escamotage meta e persino un pizzico di autocritica da parte degli stessi Marvel Studios (per di più, il finale di She-Hulk è il più corto della storia Marvel). È vero che in fondo non fa che indebolire la narrativa generale, ma l'incredibile decostruzione dell'ultimo atto tipico dei cinemoci portata avanti e il meraviglioso spirito ironico con cui è condotta hanno di gran lunga la meglio.

La feroce She-Hulk

Ritroviamo Jen (Tatiana Maslany) in prigione dopo la reazione nervosa avuta alla serata di gala, in quanto è come se avesse provato al mondo di essere un mostro incontrollabile in certi stati emotivi (qui potete recuperare la nostra recensione di She-Hulk 1X08). I suoi colleghi di lavoro riescono a farla rilasciare, a condizione che, similmente ad Emil (Tim Roth), non si trasformi più in un Hulk, con tanto di inibitore. Le conseguenze, però, sono molto più gravi: è costretta a rinunciare al suo impiego, l'equilibrio che era riuscita a trovare con tanta fatica tra le sue due "anime" le è stato forzatamente portato via e l'unica persona che potrebbe davvero comprenderla è sempre irraggiungibile. Una sola cosa la motiva ad andare avanti, ovvero scovare il vero capo della famigerata Intelligencia e, in conforme al genuino spirito della serie, fargli causa per diffamazione.

Innanzitutto è impossibile parlare di questo episodio senza menzionare anche solo di sfuggita la sensazionale sequenza d'apertura, che ricalca quasi verbatim l'intro dello storico show dedicato ad Hulk con protagonista l'iconico Lou Ferrigno, addirittura usando effetti speciali appositamente dozzinali. Una chicca che paradossalmente stabilisce il tono dell'intera conclusione, perché la verità è che alla fine di questa mezz'oretta vi sembrerà l'aspetto più normale e sensato. Ad un certo punto, infatti, la serie si incunea precisamente nel classico finale delle serie Marvel visto - e criticato - in abbondanza, con furiosi combattimenti che nell'insieme della narrativa hanno davvero ben poco senso.

Un viaggio folle

Qualcosa effettivamente non torna, è esagerato persino per lo stile dei Marvel Studios tanto da ricalcare più un tutti contro tutti preso di petto dal wrestling. E ci limitiamo a dire che anche Jen non è affatto soddisfatta delle soluzioni adottate nel suo show e farà di tutto - letteralmente - per cambiarle. Non vogliamo rovinarvi neanche un pizzico la sorpresa, vi basti sapere che la seconda parte del finale è al pari di un viaggio lisergico dove ogni linea di dialogo ha un secondo fine o una critica e autocritica nascosta, che formano un tornado di freschezza e follia travolgente.

Il costo tuttavia non è economico: vengono banalizzati o direttamente ignorati diversi plot twist disseminati lungo le puntate, tante domande non hanno una risposta e probabilmente non la riceveranno mai - noi ad esempio ci staremmo ancora chiedendo fin dall'esordio perché Titania (Jameela Jamil) ha attaccato un'aula di tribunale - e di conseguenza anche She-Hulk va aggiunta al lungo elenco delle serie Marvel con importanti problematiche narrative. Però secondo noi quel viaggio smisurato e scriteriato in territori meta e non solo non ha prezzo, è di un'audacia strepitosa e brillante sotto il profilo della sceneggiatura. È l'esempio forse più lampante, insieme al finale di Loki e al concept di WandaVision, delle sperimentazioni che volevamo da queste serie e che abbiamo appunto avuto fin troppo di rado.

She-Hulk Il finale di She-Hulk, fin da una strepitosa e nostalgica sequenza d'apertura, è un concentrato di pura follia. Per metà episodio, infatti, sembra andare spedito verso la solita conclusione rapida, confusionaria e con numerosi buchi di trama tipica purtroppo della maggior parte degli show dei Marvel Studios. Però effettivamente qualcosa non torna, è esagerato e ridicolo persino se messo a confronto con alcuni dei peggiori finali escogitati in questi quasi due anni. E persino Jen stessa non è affatto soddisfatta delle soluzioni adottato. Altro non diciamo, ma è solo l'inizio di un lisergico viaggio squisitamente meta e ricco di critica e autocritica da parte dei Marvel Studios che per noi, da solo, varrebbe il prezzo del biglietto per l'intera serie. Il prezzo è tuttavia alto, perché non fa che banalizzare molti dei plot twist cui abbiamo assistito nelle scorse settimane, quindi l'appuntamento con una serie MCU senza problematiche di narrativa va ancora rimandato. Però quel viaggio è un tornado folle e fresco da non perdere.