She-Hulk Recensione: una buona comedy Marvel fermata dai soliti problemi

She-Hulk: Attorney at Law è una buona comedy tra il legal e il supereroistico, con alcune chicche ma inciampa nei classici problemi delle serie Marvel.

She-Hulk Recensione: una buona comedy Marvel fermata dai soliti problemi
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C'è un pattern agrodolce che si sussegue ogniqualvolta i Marvel Studios, specialmente in questo 2022, osano e mettono insieme qualcosa di diverso, qualcosa che per atmosfere o struttura si allontana dalla formula ormai più che rodata tipica del MCU. Agrodolce perché, nonostante le ovvie differenze tra un prodotto molto riuscito come il Licantropus di Giacchino (qui potete recuperare la nostra recensione di Licantropus) o il monco Moon Knight a causa di un finale estremamente insoddisfacente (vi rimandiamo alla nostra recensione di Moon Knight), la sensazione che ci ha assalito ogni singola volta è riassumibile in "Okay, bene, ma vogliamo di più". Persino in una gemma come Doctor Strange nel Multiverso della Follia (non serve attraversare lo spazio ed il tempo per riscoprire la nostra recensione di Doctor Strange nel Multiverso della Follia) a tratti avremmo voluto quel passettino ulteriore.

Ovviamente tutto ciò sempre nel contesto dei limiti e del target cui l'MCU mira, perché sarebbe troppo semplice e scontato desiderare un'interpretazione più matura e violenta - sia visivamente che tematicamente - di questi personaggi. Ecco, per She-Hulk: Attorney at Law il discorso è precisamente lo stesso: ben venga l'assetto da comedy pura, piacevole e rinfrescante il tocco legal, spiazzante nel migliore dei modi il finale molto metacinematografico, ma si sarebbe potuto spingere ancora di più.

Sospesa tra due mondi

Protagonista indiscussa della serie è Jennifer Walters (Tatiana Maslany), avvocatessa di talento totalmente concentrata sulla sua carriera, finché non rimane coinvolta in un piccolo incidente: durante un piccolo viaggio con il ben più famoso cugino Bruce (Mark Ruffalo), adesso in forma umana grazie ad una sua invenzione, l'auto deraglia e rompe il dispositivo, con la conseguenza che un po' di sangue di Hulk è entrato nel sistema circolatorio di Jen. La trasformazione, però, riserva molte sorprese, in primis il fatto che la nostra protagonista non ospiti dentro di sé un alter ego, anzi risulta in pieno controllo anche quando è un'amazzone verde di due metri. Quindi, dopo un esordio principalmente introduttivo, Jen torna al suo lavoro come se nulla fosse e si ritrova nella scomoda posizione di dover gestire questa nuova e bizzarra doppia vita.

Partiamo dall'aspetto essenziale: si, She-Hulk è una comedy pura, dettaglio che non va confuso superficialmente con l'umorismo spesso dilagante che comunque permea la stragrande maggioranza delle pellicole e serie tv Marvel. In quei casi, infatti, si tratta semplicemente di una sovrabbondanza di battute e momenti più leggeri, ma nessuno di loro ha una struttura né tantomeno le tempistiche di una commedia integrale; in breve, come non si può considerare thriller un film soltanto per dei flashback che svelano retroscena fondamentali, allo stesso modo un lungometraggio - o una serie - con una discreta dose di battute non è necessariamente una comedy. Può essere un indizio, non una prova concreta e definitiva.

Innanzitutto va sempre tenuta a mente la regola aurea di una comedy, ovvero che funziona fin quando funzionano i suoi personaggi, sia primari che secondari. E da questo punto di vista She-Hulk può contare su un'abbondanza e una varietà a dir poco soverchiante, spaziando tra situazioni tipiche da sitcom su un posto di lavoro a reinventare topoi del genere supereroistico: in sostanza da una parte abbiamo, ad esempio, le disavventure dei colleghi di Jen, dal dolce Pug (Josh Segarra) all'ambiziona Mallory (Renee Elise Goldsberry), e dall'altra i camei di personaggi noti ai fan del MCU come Hulk, Abominio (Tim Roth) e Wong (Benedict Wong).

Se poi a questo mare magnum già ricco e abbondante si aggiunge pure la voglia di voler pescare dal passato quasi remoto dei fumetti per portare su schermo personaggi tanto semisconosciuti quanto buffi, ci troviamo al cospetto di un apparato comico di tutto rispetto. Intendiamoci, nulla di trascendentale, She-Hulk non si appresta a divenire improvvisamente la novella Ted Lasso del genere, ma è tutto funzionale e curato, al punto tale che un simile tsunami non provoca mai confusione né limita la presenza di sequenze piuttosto drammatiche in cui viene esplorato il complicato rapporto tra Jen e la sua controparte verde.

Soliti fantasmi dal passato

La ciliegina sulla torta è poi chiaramente rappresentata dal versante legal dello show, capace addirittura di gettare luce su alcuni anfratti minori di un universo in continua espansione - e il caso più eclatante è rappresentato dal destino riservato agli Accordi di Sokovia. Una parte della serie che, mescolata ad un ritmo incessante e privo di tempi morti, davvero fa la differenza, apre ad un discreto quantitativo di camei ed easter egg e segna volente o nolente una netta cesura rispetto a qualunque altra produzione Marvel. Il problema è che, come purtroppo già ben sappiamo da quasi due anni interi, i telefilm del MCU non riescono quasi mai a reggere una stagione intera e She-Hulk sorprendentemente non è da meno, nonostante la generale povertà sul piano narrativo perché in fondo gli obiettivi erano altri.

E allora si apre una parte centrale per l'ennesima volta deludente, nel migliore dei casi mediocre e nel peggiore assolutamente fuori luogo, con una qualità che crolla e rasenta il livello di una comedy che ha saltato lo squalo da diversi anni. In più, ancora una ripetizione già nota agli appassionati seriali di questo universo, gli effetti speciali non raggiungono praticamente mai la sufficienza, se non forse proprio nel primo episodio. È vero che She-Hulk è in scena molto spesso e volentieri ed è altrettanto vero che gli investimenti non saranno mai paragonabili a quelli di una pellicola al cinema, ma non ci si può neanche accontentare di un risultato del genere, che talvolta sfiora l'imbarazzante. Pensare che tali difetti possano essere riscontrati in una serie narrativamente schiva e priva di immense scene action ci sembra ai limiti dell'inaccettabile.

She-Hulk She-Hulk: Attorney at Law è, alla fine dei conti, una buona serie e nulla più. È una comedy pura e sostanzialmente da quello va giudicata, con un impianto comico di tutto rispetto: ha varietà di situazioni e personaggi, ha una meravigliosa protagonista che rompe la quarta parete, sfrutta al massimo ogni cameo e guest star - da Abominio a Daredevil. E soprattutto la parte più legata al lavoro di Jen dà una vera ventata d'aria fresca all'insieme, che la allontana da qualunque altra produzione Marvel ad oggi. Tutto ciò non è poco. Finisce più che altro nel cadere nei soliti tranelli delle serie MCU, ovvero una parte centrale di stagione deludente e poco ispirata e degli effetti molto spesso lontani dalla sufficienza. In soldoni, è una semplice e sfiziosa commedia che non vuole prendersi sul serio, con qualche chicca legata ad esempio al buon processo di crescita della protagonista - a tratti anche molto drammatico.

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