Snowpiercer 3 Recensione: il treno Netflix fa marcia indietro

La terza stagione dello show TNT distribuito da Netflix non raggiunge certo i livelli della precedente e penalizza l'evoluzione lo show.

Snowpiercer 3 Recensione: il treno Netflix fa marcia indietro
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Nella nostra recensione di Snowpiercer avevamo descritto uno show che non era stato in grado di soddisfare le aspettative nel dipingere la lotta di classe su un treno stipato degli ultimi sopravvissuti su una Terra congelata, soprattutto alla luce del lungometraggio di Bong Joo-ho, di cui lo show TNT dovrebbe essere precursore (il regista di Parasite figura tra i produttori esecutivi e sì, Parasite diventerà una serie HBO). La seconda tornata di episodi era riuscita a sorprendere riaccendendo le braci del conflitto e arricchendo le dinamiche con l'arrivo di un altro treno pilotato dal Wilford del sempre ottimo Sean Bean.

Ci eravamo lasciati con l'abbandono di Melanie (una Jennifer Connelly pilastro del cast insieme al fu Boromir) da parte di Wilford, ma la donna aveva fatto in tempo a mettere in salvo i suoi risultati sugli studi climatici che stava conducendo sull'esistenza di una zona calda nel mondo ghiacchiato di Snowpiercer, attraversato dal treno in eterna rivoluzione intorno al pianeta, moderna Arca di Noè con a bordo gli ultimi rappresentati della vita sulla Terra in continua lotta fra loro. Ora, Snowpiercer 3 non riesce, purtroppo, ad evolvere in maniera decorosa la situazione, innestando la retromarcia su quasi tutti i piani.

Stagnazione

Dopo i primi episodi, culminati con il ricongiungimento del convoglio pirata di Layton (per capire dove eravamo rimasti vi consigliamo di recuperare la recensione di Snowpiercer 3X01, la recensione di Snowpiercer 3X02 e la recensione di Snowpiercer 3X03), abbiamo nuovamente assistito all'eterna lotta per il potere tra il personaggio interpretato da Daveed Digs e Wilford.

Il lasso di tempo di pochi mesi che separa gli eventi della seconda da quelli della terza stagione consente di esplorare in maniera più decisa alcune delle figure secondarie dello show, in particolare Ruth, divenuta leader della resistenza in attesa del ritorno di Layton; e forse il suo arco è quello che soddisfa di più all'interno della narrazione, sebbene perda di intensità verso il finale (anche in Javi assistiamo ad una timida ma effettiva elaborazione del suo trauma). C'è, però, spazio anche per delle new entry e ci riferiamo ovviamente ad Asha, la donna incontrata da Layton nel reattore, riuscita a sopravvivere grazie al calore rilasciato dalle scorie nucleari. È da lei che provengono alcuni dei racconti più interessanti sui conflitti che hanno avvolto il mondo che stava per congelarsi definitivamente e che sono per fortuna esterni alle vicende del treno; ed è un vero peccato che non possiamo approfondire oltre la questione, perché sarebbe davvero un toccasana prendersi una pausa dai ridondanti conflitti per il controllo della locomotiva eterna.

Oltretutto, l'assenza della Connelly si fa sentire (non per nulla c'è stata la necessità di inserirla come presenza fantasma in un episodio dedicato ad Alex, sua figlia), mentre il Wilford di Sean Bean si è fossilizza sul suo essere il villain teatrale dagli intenti machiavellici, quando ci sarebbe piaciuto tornare ad empatizzare di più con la sua figura.

Visioni di un futuro incerto

Se Asha è un po' il motore della nuova missione di Layton, che attraverso un piano non certo limpido convince tutti a dirigersi verso una meta sconosciuta e presumibilmente calda sulla base di improbabili visioni, è proprio il destino della donna a lasciarci perplessi, manifestando tutta la sua natura di mero meccanismo narrativo, senza la volontà di andare mai a fondo nella sua vicenda o di renderla un personaggio tridimensionale. Anche LJ è tra coloro che timidamente si affacciano su uno sviluppo più deciso, elaborando ulteriormente il bipolarismo che da sempre la contraddistingue, ma risulta inspiegabile il suo destino nel finale di stagione e speriamo che la quarta tornata di episodi riesca a gestire meglio quello che a tutti gli effetti appare un guazzabuglio sbrigativo.

La percezione è proprio quella di una fretta a tratti sconsiderata nel liquidare alcune figure secondarie che avrebbero meritato ben altra sorte (senza arrivare agli estremi di LJ, possiamo tranquillamente parlare dello schieramento finale di Picca), ma forse il vero problema risiede nello sfruttare in tutte le salse i vari stravolgimenti che cambiano gli equilibri del treno, ormai giunti ad un punto di saturazione, e la via da seguire non è certo quella di episodi filler ambientati nella mente del protagonista in coma.

Per fortuna, ci pensa il finale di stagione a diversificare le sorti dei protagonisti, ma non basta sa risollevare quelle di Snowpiercer 3 dal pasticcio delle dinamiche tra personaggi, a tratti risibili, e la speranza è proprio quella di un'apertura maggiore a storyline più variegate, che sfruttino a dovere un world building che può essere ancora migliorato e che potrebbe condurre verso ben altri lidi.

Tecnicamente Snowpiercer 3 mantiene i buoni standard delle precedenti iterazioni, migliorando in alcuni frangenti una CGI che non è mai stata il fiore all'occhiello dello show, che ha sempre puntato più sulle scenografie e sui costumi. Le interpretazioni continuano ad essere altalenanti ad esclusione dei soliti noti nominati poc'anzi, pur notando una gradita evoluzione dagli esordi. Il discorso è sempre quello; Snowpiercer vive di un format legato ad un mondo che ha delle regole precise che solo ora vengono scalfite dalla classica eccezione. Che ciò rappresenti una vera opportunità di crescita ed espansione e non una semplice divagazione non dipende, purtroppo, da noi.

Snowpiercer - Stagione 3 La terza stagione di Snowpiercer non sorprende come la precedente, che aveva dato una sferzata all’ordinarietà della prima con l’introduzione di un villain carismatico e di un’interessante dualità, anzi, è un deciso passo indietro. Qui le dinamiche si appiattiscono nella loro reiterazione in diverse salse e quelli che dovrebbero essere elementi da valorizzare, tra novità ed evoluzioni, restano spesso vittima di una gestione poco oculata e troppo strumentale da parte degli sceneggiatori. Sul fronte tecnico Snowpiercer 3 mantiene degli standard tutto sommato decorosi, ma ora serve un colpo di coda per spostare la serie su altri binari, cosa che forse sarà agevolata dal finale di questa season.

6.5