Solar Opposites 2 Recensione: una solida e folle conferma su Disney+

Solar Opposites si conferma come una delle serie più folli e stravaganti presenti sul mercato, ma la seconda stagione ha un unico grande difetto.

Solar Opposites 2 Recensione: una solida e folle conferma su Disney+
Articolo a cura di

Se c'è un tema ricorrente in molte serie animate di successo negli anni sarà certamente la follia. Follia non nell'accezione di personaggi che, a causa di un trauma o eventi tragici, perdono il lume della ragione e abbandonato qualunque criterio di giudizio - o almeno, non sempre . È una follia più strutturale, inserita direttamente nella narrativa sotto forma di legami causa-effetto sempre più labili, sorretta se non proprio spinta fortemente fino al totale annullamente degli stessi da una iper-velocità dei dialoghi e delle gag. E il risultato può essere semplicemente brillante, come dimostrato da Rick e Morty o ad esempio da Big Mouth al suo meglio, ma soprattutto è intrattenimento allo stato puro.

Con la sua prima stagione Solar Opposites, figlioccio tra l'altro di Justin Roiland, co-creatore di Rick e Morty (qui la nostra intervista a Justin Roiland), si era inserito perfettamente in questo meccanismo e la sua possibile adattabilità a ben altri contesti, come risulta evidente dalla nostra recensione di Solar Opposites. La seconda stagione della serie animata, che nelle ultime settimane ha ulteriormente rimpolpato il palinsesto Disney+, non è da meno, anzi è ancora più rifinita e curata, a parte un singolo dettaglio.

Cercasi urbanizzatori di emergenza

Ma ricapitoliamo velocemente: di cosa tratta Solar Opposites? Come ricorda l'incipit di ogni episodio, protagonisti assoluti sono i due alieni Korvo e Terry, precipitati sulla Terra con i loro figli/replicanti Jesse e Yumyulack in seguito alla distruzione del loro pianeta natale Shlorp. Il loro compito è prendersi cura della Pupa, una piccola ed apparentemente tenera forma di vita aliena, le cui adorabili sembianze in realtà nascondono un feroce super computer che, evoluto nel suo stadio definitivo, spazzerà via qualunque forma di vita sulla Terra per poi terraformarla ad immagine e somiglianza di Shlorp.

Col tempo, però, Terry e Jesse si sono perdutamente innamorati della cultura terrestre, disprezzata invece da Korvo e Yumyulack. E questa è la dinamica principe di Solar Opposites, in quanto molte puntate, tra "urbanizzatori" di emergenza capaci di creare città in pochi istanti e mastini infernali che trasformano persone in bottiglie di vino, ruotano proprio intorno allo scontro tra i personaggi per i motivi più futili, come ad esempio adorare delle belle cene in compagnia. È a tutti gli effetti una sorta di Rick e Morty al rovescio: umorismo e stile di disegno sono estremamente simili ma in Solar Opposites le follie fantascientifiche avvengono sempre e comunque sulla superficie terrestre e mai su altri pianeti o dimensioni, con la risultante di una struttura più lineare e chiusa.

La serie è talmente fiera di questa sua caratteristica da rovesciarla completamente sullo spettatore, senza aspettare un singolo istante né tantomeno chiedere qualunque permesso o momento per fare mente locale. Le puntate sono squisitamente frenetiche, ancora di più rispetto alla prima stagione non perdendo mai piacevolezza o rendendole stressanti da seguire; al suo meglio Solar Opposites è un vero flusso di coscienza che si bea nella sua stravaganza. Una puntata incentrata - falsamente - su un possibile furto di un bicchiere di Terri? I tre mesi estivi da passare obbligatoriamente in compagnia dei propri figli, quindi perché non suggerire subito di avvelenarli?

Mini-parodie di film ben noti? T-shirt che citano continuamente la cultura pop? C'è di tutto e lo show vuole letteralmente sommergere i suoi spettatori, riuscendoci nella maggior parte dei casi. Ora, però, la prima stagione aveva rivelato alcuni limiti, il più critico dei quali erano la mancanza di personaggi secondari degni di nota - e, di nuovo, basta dare un'occhiata a Rick e Morty per comprendere quanto delle ripetute comparse possano fare una grande differenza.

Miglioramenti e dubbi

E cosa fa l'esordio della seconda stagione? Introduce nuovi Shlorpiani, per segnare un trend che contraddistingue l'intera stagione, che riporta e riesce a dare ruoli geniali a dei personaggi secondari. Siamo ancora lontani da un Evil Morty, il clone di Beth o Birdperson, ma la strada è senz'ombra di dubbio quella giusta. Questi personaggi, infatti, non solo rendono più varie e persino più imprevedibili le puntate, ma danno proprio una sensazione di pienezza al mondo di Solar Opposites.

Che sia un qualche dettaglio in più sulla vita condotta su Shlorp o differenti reazioni ad avere degli alieni matti con raggi che trasformano in topi le persone, poco importa; riempiono questo universo, lo fanno sembrare più vivo e vibrante, non sono meri cartonati con la funzione di assorbire passivamente lo tsunami fantascientifico scatenatosi volta per volta.

Impossibile poi non citare la storyline del Muro, una storia nella storia così completa da poter essere di suo una serie a sé stante. Per certi versi il modo con cui la prima stagione la sfrutta è "facile": prende ispirazione dai classici film d'azione anni ‘70-80 con una dose esaltante della consentanea fantascienza infusa con l'umorismo tipico di Roiland e in sostanza il lavoro è fatto. Tuttavia portarlo avanti era una sfida delicata e affascinante e Solar Opposites non delude affatto, mescolando sempre più ispirazioni e cliché di due interi decenni della storia del cinema. Però per certi versi è qui che nasce un po' il difetto problematico della serie, che non cancella la sua inventiva e la strepitosa sequela di elementi positivi, ma li limita.

La verità è che Solar Opposites, alla sua seconda stagione, sa un po' di già visto, ha quel retrogusto di more of the same. Probabilmente sarà dovuto appunto all'esplosione dell'uso di questo specifico tipo di follia negli ultimi anni e alla sua struttura comunque più stringente e non aperta a qualunque soluzione. Ecco, ha perso l'effetto sorpresa; è di sicuro il modo migliore con cui sentiamo di esprimerci. Poi è chiaro che se ogni more of the same avesse questa qualità ne saremmo dei decisi promotori.

Solar Opposites Solar Opposites, alla sua seconda stagione e con il rinnovo già assicurato fino alla quarta, si conferma come una delle serie più folli, bizzarre e stravaganti presenti sul mercato. Similmente a Rick e Morty si bea nella sua struttura da puntate iper-veloci con dialoghi e gag che si susseguono ad altissima velocità e un rapporto causa-effetto che si fa sempre più labile, ma è proprio questo a sancirne la brillantezza e successo. Però la seconda stagione costruisce e migliore le già ottime basi poste l'anno scorso: non solo continua ed espande meravigliosamente la storyline del Muro, non solo rifinisce ancora di più le singole puntate evitando qualche momento morto di troppo, ma porta su schermo anche dei buoni personaggi secondari che danno veramente volume, consistenza e colore al mondo. C'è però un problema da non poco conto, ovvero che Solar Opposites, forse perché si inserisce in una struttura che sfrutta la follia ben stabilita e sfruttata negli ultimi anni, già ora ha un retrogusto di già visto, di more of the same. Non rompe in alcun modo un giocattolo che rimane assolutamente delizioso e di alta qualità, ma ne limita le ambizioni.

7.5