Star Trek Picard 1x10 Recensione: il finale di stagione della serie Amazon

Finale di Stagione per Picard, riuscirà il capitano a risollevare le sorti di una serie che è partita troppo lentamente ?

Star Trek Picard 1x10 Recensione: il finale di stagione della serie Amazon
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All good things, recitava il titolo degli ultimi episodi di Star Trek The Next Generation, riprendendo il detto inglese "All Good Things (Come to an end)", cioè tutte le cose belle finiscono. Anche per la serie figlia di TNG, Picard, è arrivato il momento di salutare temporaneamente (già c'è stata la notizia del rinnovo di Star Trek Picard) i propri fan. Il problema è uno soltanto: sarà giunto il lieto fine, oppure il finale di stagione è una liberazione per i Trekker delusi?

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Picard giace imprigionato sul Pianeta Coppelius, mentre i droidi stanno ultimando il rito di evocazione dei droidi superavanzati che li salveranno dai Romulani, i quali stanno arrivando con 218 navi. Per fortuna Agnes riesce a liberare l'ex Ammiraglio, così prendono La Sirena e si fiondano nello spazio a fronteggiare i Romulani nell'attesa che la Flotta Stellare venga loro a dare una mano, sempre che siano riusciti ad ascoltare il messaggio di Picard e che, soprattutto, gli abbiano creduto.

Raffi e Rios stringono una diabolica alleanza con Narek, il quale confida loro i piani dei sintetici che porteranno alla distruzione di tutto e non solo della flotta romulana.
I protagonisti si trovano quindi a dover fronteggiare entrambe le fazioni, tentando di far ragionare Soji e farle capire che evocare le creature per la guerra non la rende migliore dei Romulani che vogliono distruggerli.

Troppe aspettative

La visione dell'ultimo episodio di Picard dà la possibilità di tirare le somme per l'intera stagione, che non si è rivelata convincente come poteva sembrare nelle premesse. Sin dal suo annuncio la produzione ha portato con sé aspettative molto alte. Del resto si trattava di tornare a raccontare di uno dei personaggi più amati dal mondo dei fan di Star Trek, ma non solo, si andava a riesumare dettagli e background della serie che aveva riportato dopo vent'anni il brand in televisione, rinnovandolo e riuscendo addirittura ad ingigantire il successo.

Quindi i Trekker erano già con i phaser puntati pronti a colpire gli autori ad ogni singolo errore.
Forse proprio per questo Picard si discosta dall'archetipo trekkiano: non si tratta di raccontare la storia di un equipaggio alle prese con problemi che cambiavano di episodio in episodio. Qui sta la prima differenza nella struttura di Picard: non vi sono trame verticali, a parte qualche sparuta eccezione, come il quinto episodio, ma la stagione viene percorsa da un'unica storia, per quanto sfaccettata in varie sottotrame, e alla fine tutto si riallaccia in un unico troncone narrativo.

Questo, purtroppo, si è rivelato un'arma a doppio taglio che ha permesso che i primi episodi, almeno i primi quattro, risultassero inutilmente introduttivi, con una narrazione dallo sviluppo lento e noioso. L'inizio della serie ha naturalmente affrontato la nostalgia per il personaggio di Picard, e anche l'apparizione di Data - abilmente inserita per incuriosire lo spettatore - ha fatto sorridere piacevolmente i fan, ma al tempo stesso si assisteva ad una costruzione della storia poco interessante e purtroppo molto lenta.

Dove è Star Trek?

Si capisce da quanto evidenziato che Picard sceglie una strada differente rispetto alle precedenti ed anche attuali serie, discostandosi da uno schema cui i Trekker erano abituati. Addirittura, andando a scavare nel profondo dell'assetto di Picard, si può intravedere come le basi del racconto non appartengano nemmeno al genere fantascientifico. Jean Luc ha una missione: cercare Soji e portarla sul pianeta dei droidi; deve quindi cercare un gruppo di persone che lo accompagnino; ognuna di esse ha delle prerogative peculiari che lo rendono unico e necessario e non sono tutti della stessa razza: ricorda qualcosa?

Lo schema si adatterebbe senza dubbio ad una storia Fantasy ed infatti proprio a tale genere fa pensare Picard. Se aggiungiamo, poi, che la componente mistica è predominante con tanto di evocazione di potenti creature da chissà dove e profezie di apocalisse, sembra proprio trovarsi di fronte ad un fantasy spaziale, invece che ad una serie di fantascienza pura. Ciò non si traduce automaticamente in un difetto, ma non fa che rimarcare la volontà di indipendenza dal brand della serie.

Luci ed ombre

Sempre nel sentiero della diversità si inserisce Star Trek Picard. Tutto risulta più oscuro, meno ottimistico, specchio dello stato d'animo di un uomo che ha preferito congedarsi e rinchiudersi nella sua tenuta francese, dinanzi alla perdita di speranza e fiducia nella Flotta Stellare. Accanto ad un'oscurità fotografica se ne accompagna quindi una umorale ed anche, a ben vedere, una morale. Tutti i personaggi presentano un'ambiguità etica che li allontana dai personaggi canonici di Star Trek , sia quelli positivi che quelli più spiccatamente negativi.

I droidi che vogliono un legittimo posto nell'universo o i Romulani che hanno intuito i propositi bellicosi dei sintetici? Se in tutte le serie del brand il fine non giustificava i mezzi, che trovavano legittimo limite nell'onore, nella giustizia e nell'amicizia, in Picard tutto è rivoluzionato: l'obiettivo da perseguire fa chiudere un occhio.

Il senso della vita ed il concetto di persona

La contesa tra Romulani e Droidi e prima ancora il bando della Federazione fa emergere la tematica principale di Picard: cosa significa vivere? Cosa fa di un essere una persona? Chi ha già visto gli episodi di Star Trek The Next Generation sa che queste erano le domande che il Comandante Data si poneva quotidianamente. In Picard il concetto viene ampliato ed applicato ad un intero corpo sociale, talmente rilevante da poter essere considerato una nuova razza: i sintetici. Essi vogliono solo rivendicare il loro diritto ad essere e ad esistere, chiedendo diritti da esseri senzienti e non da oggetti di alta tecnologia.

In effetti, per quanto sia encomiabile la circostanza che gli autori prediligano la comunicazione di un messaggio sulla semplice narrazione, è anche vero che il messaggio stesso risulta elementare e soprattutto abusato. Quante opere hanno affrontato il tema del diverso, la sua integrazione, il suo diritto alla vita? Sin troppe e Picard nulla aggiunge al discorso.

Tecnica sopraffina

Se dal punto di vista strutturale e narrativo Picard presenta delle zone d'ombra piuttosto ampie, nella tecnica si rifà ampiamente, mostrando un comparto artistico sia attoriale che registico e fotografico invidiabili. Nessun tocco d'autore, si precisi, ma una completezza ed esaustività artistica encomiabile.

Ogni elemento è curato al minimo particolare, gli attori sono immersi nei loro personaggi, per quanto poco sviluppati e profondi, e la regia sa ben adattare la tecnica sia alle scene d'azione sia a quelle dialogate.

Star Trek - Picard Star Trek Picard convince solo fino ad un certo punto. Non può dirsi un flop, ma alcune scelte degli autori hanno penalizzato il prodotto. I primi episodi, come ribadito tante volte, costruiscono la storia in modo troppo lento e privo di mordente, mentre la seconda parte della stagione, pur senza scossoni, ingrana una marcia più alta fino al finale, che dona dignità al racconto riuscendo ad equilibrare le fasi dialogate con le scene d'azione. Probabilmente un minor numero di episodi e una scrittura più essenziale avrebbero giovato alla serie prodotta da Amazon. La scelta di discostarsi dallo schema usuale delle precedenti incarnazioni di Star Trek non è necessariamente un difetto, inoltre viene bilanciata dai riferimenti al passato spalmati nel corso degli episodi. Picard rimane un must assoluto per i Trekker, che tuttavia potrebbero trovarsi di fronte a qualcosa di troppo diverso rispetto al passato.

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