Star Trek Picard 2x03 Recensione: Ritorno al futuro

L'episodio di questa settimana accosta Picard e compagni al nostro presente, nel tentativo di disinnescare la distopia di Q.

Star Trek Picard 2x03 Recensione: Ritorno al futuro
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Lo avevamo già anticipato nel nostro first look di Picard 2: la marcia ingranata dalla seconda stagione dello show sequel di The Next Generation con protagonista Patrick Stewart è di quelle alte. Rispetto alla prima tornata di episodi in Picard 2 ci troviamo ad affrontare differenti contesti e dinamiche nel giro dei primissimi capitoli (recuperate la nostra recensione di Picard 2X01 e la recensione di Picard 2X02 per rendervene conto); un mood narrativo decisamente differente rispetto all'esordio del 2020 che soddisferà senza dubbio i fan dello storico capitano Jean-Luc, alle prese con un futuro distopico da scongiurare, merito dell'intervento di Q.

Un'introduzione ben architettata

"Assimilazione" chiude di fatto il prologo di Picard 2 con notevoli differenze di ritmo rispetto al passato. La minaccia Borg aveva distolto Jean-Luc dalla pacifica vendemmia nella sua tenuta, quando erano sorte alcune problematiche di livello personale che inficiavano il suo impegnarsi in relazioni amorose; un aspetto che gradiremmo vedere sviluppato in maniera più concreta e organica, nella speranza che le vicende che lo hanno condotto ad affrontare un futuro distopico contengano la chiave anche per questa porta. Lo zampino di Q si era palesato sin dal cliffhanger della prima puntata, ma ancora non siamo in grado di realizzare quale elemento del passato abbia subito una variazione tale da condurre alla Confederazione della quale Picard e compagni fanno parte.

L'unica cosa certa è che i tentativi di ricalcare gli omonimi ruoli da villain non sembrano aver fatto breccia nei vertici, perché avevamo lasciato Jean-Luc e i suoi sotto la minaccia delle armi prima di vedere risolversi il conflitto e catapultarci finalmente nel 2024 a Los Angeles, dove e quando un fantomatico Osservatore avrebbe fornito più dettagli ai nostri per cercare di impedire il concretizzarsi della distopia. E la regola rimane sempre quella classica dei viaggi del tempo (conoscete già i migliori film sui viaggi nel tempo?): non modificare nulla del passato per evitare ripercussioni future. Riusciranno i nostri ad attenersi a questo semplice quanto scontato assunto? Il tutto con l'incognita rappresentata dalla Regina Borg e dalla minaccia dell'assimilazione che la condurrà alla trattativa con colui che riconosce ancora come Locutus.

Terra, 2024

Certo, nell'episodio di questa settimana manca forse quel lato surreale che tanto avevamo apprezzato nel vedere i nostri protagonisti interpretare le peggiori versioni di se stessi all'interno della distopia fascista nella quale Q li aveva trasportati. I nostri ora sono molto più a loro agio nei loro panni, ma perdono un po' di quella brillantezza garantita dal classico topos del pesce fuor d'acqua che aveva visto trionfare la goffa comicità di Agnes Jurati, che ora ritroviamo a dare una più che convincente prova di sé nel tentativo di tenere testa nietemeno che alla Regina Borg, rischiando di essere assimilata, ma manifestando al tempo stesso un sorprendente spettro di emozioni reso alla perfezione dall'interpretazione di Alison Pill, che ancora una volta si ritaglia il ruolo di MVP del cast.

L'atmosfera vira nei toni e nelle tematiche, sicché i nostri, giunti a ritroso nel tempo, si ritrovano a cercare la chiave per la salvezza del futuro in un mondo che è zeppo di idiosincrasie, con un buon e azzeccato ritratto della contemporaneità, con i problemi relativi all'ambiente e all'integrazione. In questo senso le linee drammaturgiche di Raffi e Sette di Nove regalano una consapevolezza forse troppo facile, che pare chiedere a gran voce un riconoscimento, mentre più elaborati i frangenti dedicati a Rios, qui epitome della critica alla questione dell'immigrazione negli Stati Uniti.

Star Trek - Picard Giunti al terzo episodio di Picard 2 il bilancio non può che essere positivo. Dopo aver vissuto la minaccia Borg ed essere stati catapultati nella realtà distopica di Q, ora ci ritroviamo a viaggiare indietro nel tempo fino al 2024 per impedire che il terribile futuro mostrato a Jean-Luc e alla sua squadra si realizzi. Tra incursioni nel passato, intromissioni negli eventi che potrebbero compromettere il futuro e assimilazioni Borg, la strada seguita pare quella giusta, al netto di un ordito che non si discosta molto dai canoni di genere, le cui svolte potrebbero non rivelarsi esattamente tali agli occhi degli spettatori più smaliziati. Non ci resta che scoprire quali saranno gli assi nella manica di Picard.