Star Trek Picard 2X08 Recensione: intrappolati sulla Terra

Ci avviciniamo alla fine della seconda stagione di Picard su Amazon Prime Video, ma sul piano drammaturgico la situazione è ancora un po' acerba.

Star Trek Picard 2X08 Recensione: intrappolati sulla Terra
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La recensione di Picard 2X07 è un ottimo punto di partenza per evidenziare le criticità di Picard 2, il sequel di The Next Generation. Nonostante l'approfondimento del passato di Jean-Luc, l'introspezione dei vari personaggi e in generale gli archi di tutti i comprimari sono abbastanza atrofizzati, quasi cristallizzati da inizio stagione. Ad eccezione di Jurati, che ora ospita dentro di sé la Regina Borg (teletrasportatevi sulla nostra recensione di Picard 2X05 per rinfrescarvi la memoria) e costituisce una parentesi relativamente importante per la puntata di questa settimana, tutti gli altri co-protagonisti non riescono ad emergere a dovere, compreso il misterioso Q, del quale iniziamo solo ora a carpire qualcosa. Rimane ancora abbastanza eclatante, nella sua irragionevolmente ampia trattazione, lo spazio dedicato a Rios e alla sua relazione terrestre, ma esaminiamo con più calma gli eventi di questo episodio.

L'ennesimo contrattempo

Il cliffhanger della scorsa settimana aveva fatto sì che Picard e Guinan venissero catturati dalle forze governative entrate in possesso dei filmati CCTV che mostravano il teletrasporto di Jean-Luc. Inizia così una delle parentesi più ingenue della puntata e della serie tutta; quella dell'interrogatorio ai due prigionieri, complice un agente con un trauma legato all'infanzia e ad un incontro ravvicinato del terzo tipo che lo ha segnato ed ha condizionato la sua intera vita. Trovatosi quindi di fronte alla conferma di quanto vissuto in precedenza, ovvero, semplificando molto, la prova di vita extraterrestre, l'uomo dovrà decidere se essere parte attiva nel destino della galassia.

Nonostante tutti gli impliciti discorsi sull'autodeterminazione e sull'esistenza di altre forme di vita (tutte tematiche più o meno masticate più volte e in modi diversi nel franchise di Star Trek), questa linea narrativa appare in più momenti troppo scolastica, sia nella scrittura che nella messinscena, risultando a tutti gli effetti un filler che avrebbe potuto benissimo essere sostituito da una vicenda più attiva sia drammaturgicamente che formalmente. Una strada similmente intrapresa dal duo Raffi e Sette, sulle tracce di Jurati.

Oltre a qualche timida introspezione della prima, che finalmente gode almeno di un tentativo di costruzione caratteriale, dopo l'impasse della perdita di Elnor. Ci è sembrato fin da subito chiaro l'obiettivo nei confronti di Rios, mettendolo in una situazione così vincolante con una terrestre del XXI secolo (siamo vicini ad un paradosso causato dall'amore?), ma onestamente continuiamo a non trovare così brillante la scelta di dedicargli così tanto spazio senza che il capitano de La Sirena contribuisca attivamente alla missione, trovandosi invece più a suo agio nello stupire i suoi ospiti con la tecnologia futuristica dell'astronave.

Colpevoli ritardi

Discorso leggermente diverso per il Dr. Soong, Kore e Q, tutti al centro di sviluppi più orizzontali, almeno nella prospettiva del franchise. Dopo essere stati colpevolmente dimenticati nello scorso episodio, l'antenato del ben noto omonimo creatore di Data (interpretato dallo stesso Brent Spiner) aveva in qualche modo mostrato le proprie - poco sorprendenti - carte. Kore si era infatti rivelata l'ultimo degli esperimenti di eugenetica di Soong, per questo radiato dall'ordine ma vicinissimo a perfezionare la sua creazione. L'aiuto promesso da Q prevedeva una sua diretta intromissione nella Missione Europa per far sì che Renee Picard non partisse e con le sue scoperte non rendesse vani gli stessi esperimenti di Soong.

Ora che la Regina Borg ha messo gli occhi sullo scienziato le cose potrebbero farsi più interessanti, sebbene la gestione pregressa delle dinamiche legate al personaggio di Spiner non ci abbiano affatto impressionato. In questo gli sceneggiatori di Picard non sembrano aver messo in atto tutti gli sforzi necessari per rendere accattivanti gli eventi al di là delle fondamenta narrative che al momento risultano fin troppo esposte e quindi poco valorizzate, senza delle degne sovrastrutture ad arricchire l'ordito di base. Un esempio su tutti è proprio quel Q che dopo un'entrata in scena ad effetto prometteva di essere parte attiva dell'intero processo, ma che ritroviamo solo ora con le sue ferite e dilemmi, a vagare come uno spettro che di shakespeariano ha ben poco, e di questo se ne dispiacerà Jean-Luc e noi con lui.

Star Trek - Picard L’ottavo episodio di Picard 2 fa qualche passo avanti per quanto concerne l’introspezione di alcuni comprimari, ma ormai è una goccia nell’oceano che si disperde in dinamiche scolastiche che francamente non ci aspettavamo e in colpevoli ritardi nell’approfondire figure che avrebbero dovuto rivelarsi cardine nel disegno di questa stagione.