Star Trek Picard 2x09 Recensione: resa dei conti a Chateau Picard

Ad un passo dalla fine, Picard 2 conferma la sua incapacità di costruire una narrazione coerente e bilanciata.

Star Trek Picard 2x09 Recensione: resa dei conti a Chateau Picard
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Non è ancora il momento di salutare Picard 2 in vista della prossima stagione. Questo avverrà tra una settimana, quando assisteremo ad un season finale che dovrà portare sulle spalle un macigno non indifferente di domande a cui dare risposta, di archi di sviluppo da chiudere (o da sviluppare quasi completamente). Perché dopo la nostra recensione di Picard 2X08, ci troviamo di fronte ad un episodio che cerca di riempire i vuoti con un'azione martellante e un pathos posticcio che a tratti ammalia, ma che rivela subito la sua natura, soprattutto quando si tratta di empatizzare con personaggi secondari completamente bistrattati in tutta questa seconda stagione su Amazon Prime Video.

Nascondino

Una tempesta incombe su Chateau Picard nel fatidico 2024 nel quale Jean-Luc e i suoi hanno viaggiato per impedire il futuro distopico mostrato loro da Q. Così, dopo aver trovato l'Osservatore e capito che la posta in gioco era relativa al successo della Missione Europa che avrebbe di lì a poco aperto le porte al futuro di esplorazione spaziale che conosciamo dai vari show di Star Trek, Picard ha convinto il suo antenato a imbarcarsi sullo shuttle, ma non ha ancora fatto i conti col fatto che Jurati e la Regina Borg sono una sola persona ora.

Bene, l'episodio di questa settimana imbastisce la resa dei conti con quest'ultima, che vorrebbe assicurarsi quattrocento anni di vantaggio e assimilazione per farsi trovare preparata agli eventi che porteranno alla disfatta Borg. Obiettivo che Picard e i suoi vogliono sventare a tutti i costi, in un vero e proprio nascondino tra i tunnel sotterranei di Chateau Picard, nei quali assistiamo alla definitiva manifestazione del trauma che ha impedito a Jean-Luc di legarsi sentimentalmente alle persone. Da questo sunto pare di trovarsi al cospetto di un episodio ricco e su un altro livello rispetto ai precedenti, e in parte è vero. Dopotutto, stiamo parlando del pre-finale di stagione; tutti i nodi iniziano a venire al pettine e l'azione si fa più incalzante, ma non tutto sortisce l'effetto desiderato, colpa del pasticcio delle puntate precedenti e delle falle nel progetto drammaturgico dell'intera Picard 2.

Un puzzle incompleto

È proprio questo il risultato di un'operazione che inizia a pretendere di offrire una visione d'insieme del proprio operato allo spettatore, ma alcuni pezzi sono mal assemblati, altri mancano completamente, sicché il quadro completo delle intenzioni degli showrunner si intravede, ma in maniera a tratti forzata, per lo più cercando di infarcire il tutto all'ultimo momento con lo spirito di Star Trek, nel tentativo di riversalo nella lotta interiore tra Jurati e la Regina Borg, o nel definitivo disvelamento dei traumi di Jean-Luc. Una serie di flashback fuori tempo massimo che spezzano in modo innaturale un'azione che dovrebbe essere incalzante, ma che rivela la sua struttura a tappe, con oasi forzate colme di elementi drammaturgici che avrebbero dovuto trovare posto qualche episodio fa proprio nell'introspezione forzata di Picard (ne parlavamo nella nostra recensione di Picard 2X07).

La storyline di Jurati è forse quella che è riuscita a mantenere più coerenza rispetto alle altre, al di là delle camminate notturne ad effetto per il centro cittadino e le imbarazzanti parentesi alla ricerca di endorfine. Se non altro il percorso di Agnes e l'evoluzione del suo rapporto, del suo conflitto con l'organismo assimilato hanno rivelato una coerenza che manca a quasi tutti i comprimari e il compromesso raggiunto sul finale è il coronamento di questo percorso, nonché la rivelazione definitiva di un importante dettaglio del primo episodio, ma ci torneremo sicuramente nella prossima recensione. Rivedremo un'ultima volta Agnes, di questo siamo abbastanza convinti.

Più complicata la situazione relativa a Raffi e Sette, perché su quel fronte si è preferito procedere quasi alla cieca, senza archi di sviluppo a reggere l'impalcatura narrativa dei loro ruoli, che non è stata nemmeno imbastita. Ed è per questo che elaborare all'ultimo il trauma della perdita di Elnor da parte di Raffi o lo sconforto nel rientrare in possesso dei propri componenti Borg da parte di Sette, quando non c'è mai stato interesse nel descrivere la sensazione di un'umanità nuovamente guadagnata come non accadeva dall'infanzia, tutto questo appare come una grossa pezza narrativa che non ci meritiamo in quanto spettatori. Forse è addirittura il caso di lasciare ormai perdere la parentesi Rios, se quella a cui abbiamo assistito in questo episodio è la chiusura definitiva della sua liaison nel passato.

Commento finale
"Nascondino" si appresta a chiudere le fila di questa seconda stagione di Picard. Il sequel di The Next Generation prova quindi ad imbastire un pre-season finale infarcito di azione, non sempre riuscita nella forma, nel quale assistiamo alla resa dei conti tra l'equipaggio de La Sirena e la Regina Borg incarnata nel corpo di Jurati. Proprio in quest'ultima troviamo forse uno degli elementi meno bistrattati di questa stagione che cerca nel capitolo odierno una via per chiudere gli archi di sviluppo di alcuni personaggi secondari; archi che semplicemente non sono stati scritti a dovere e che rivelano la loro natura posticcia. L'introspezione di Jean-Luc dovrebbe essere importante e sulla carta era uno degli elementi più intriganti, ma le modalità di svelamento del suo passato sono semplicemente ossimoriche nei confronti del ritmo di puntata e ancora non ci vengono date le risposte che stiamo aspettando, soprattutto riguardo a Q. Un peso forse eccessivo per un finale di stagione che si preannuncia complicato.

Star Trek - Picard "Nascondino" si appresta a chiudere le fila di questa seconda stagione di Picard. Il sequel di The Next Generation prova quindi ad imbastire un pre-season finale infarcito di azione, non sempre riuscita nella forma, nel quale assistiamo alla resa dei conti tra l'equipaggio de La Sirena e la Regina Borg incarnata nel corpo di Jurati. Proprio in quest'ultima troviamo forse uno degli elementi meno bistrattati di questa stagione che cerca nel capitolo odierno una via per chiudere gli archi di sviluppo di alcuni personaggi secondari; archi che semplicemente non sono stati scritti a dovere e che rivelano la loro natura posticcia. L'introspezione di Jean-Luc dovrebbe essere importante e sulla carta era uno degli elementi più intriganti, ma le modalità di svelamento del suo passato sono semplicemente ossimoriche nei confronti del ritmo di puntata e ancora non ci vengono date le risposte che stiamo aspettando, soprattutto riguardo a Q. Un peso forse eccessivo per un finale di stagione che si preannuncia complicato.