Stranger Things 4 Vol. 2 Recensione: un finale in crescendo

La serie tv più seguita di Netflix si congeda con uno scontro finale visivamente spettacolare, ma che arriva al termine di due puntate altalenanti.

Stranger Things 4 Vol. 2 Recensione: un finale in crescendo
Articolo a cura di

Ogni cosa è destinata a concludersi, non importa quanto rilevante e significativa sia diventata nel corso della sua esistenza: questo è il destino che sta per accogliere Stranger Things, una delle serie tv più popolari degli ultimi anni, che vede oggi chiudere la sua quarta stagione prima del gran finale in arrivo nei prossimi mesi. La creatura dei fratelli Duffer ha segnato un ritorno all'estetica anni '80 con i suoi richiami cinematografici, musicali e modaioli - non perdete il nostro speciale sul citazionismo di Stranger Things 4 - evolvendosi nel corso degli anni per abbracciare temi epici e catastrofisti, ma partendo dal basso di quel polveroso scantinato nel quale un gruppo di nerd giocava a D&D.

L'ultima stagione si conclude esattamente in linea con il livello raggiunto dalla prima tornata di episodi, portando a termine lo scontro mortale che spalanca le porte ad un finale agrodolce, rimanendo impressa per un uso sbalorditivo della CGI ma lasciando in piena luce tutte le preoccupazioni che già ci avevano assalito nella nostra recensione della prima parte di Stranger Things 4. L'opera targata Netflix si è gonfiata a dismisura nel corso di questi anni, aprendo spiragli narrativi su un quadro più grande e terrificante di quanto lasciasse intendere al principio, ma perdendosi sul più bello senza riuscire a capitalizzare del tutto il lavoro fatto in precedenza.

Calma piatta prima della tempesta

Abbiamo lasciato gli eroi della storia per la prima volta divisi e impossibilitati a comunicare tra di loro, sparpagliati in giro per il mondo a combattere i propri demoni - materiali e psicologici - senza poter contare su quell'arcigna unità che in passato gli ha permesso di superare ostacoli inimmaginabili.

Hopper e Joyce sono bloccati nella prigione sovietica diventata zona di caccia per il Demogorgone catturato dai russi, mentre Undici ha finalmente riacquisto i suoi poteri paranormali ed è pronta a fare il suo ritorno ad Hawkins, dove la attendono in maniera spasmodica i suoi amici che nel frattempo si preparano alla battaglia finale contro Vecna. All'appello mancano soltanto Will, Mike e Jonathan, i quali setacciano il deserto della California proprio alla ricerca della ragazza speciale, guidati dalle intuizioni di un mai troppo lucido Argyle. La puntata che precede l'epilogo si trascina per più di novanta minuti di dialoghi e situazioni interlocutorie, durante i quali soltanto un paio di eventi sono degni di nota, portando avanti la peculiare visione di una season con episodi dal minutaggio esteso senza riuscire però a dare un senso concreto all'operazione. I tempi narrativi vengono dilatati da scene cariche del sentimentalismo spicciolo che circonda gli affetti tra ragazzini, con un carico importante di cliché e qualche scialba citazione agli anni '80 che separano da una puntata finale di gran lunga migliore, costruita in maniera attenta e capace di sorprendere soprattutto a livello visivo, seppure le sue due ore e venti non appaiano comunque completamente giustificate.

Obbedisci al tuo padrone

Gli indizi seminati nel corso dell'intera esperienza Stranger Things (ad accezione della prima stagione, che fu costruita per essere autoconclusiva) danno i loro frutti in un ultimo episodio denso di rivelazioni, alcune inaspettate, altre molto meno.

La storia intreccia i destini passati e futuri di Vecna ed Undici, i quali si scopriranno molto più intimi di quanto la ragazza potesse temere, costruendo un sostanzioso antipasto in attesa di una battaglia finale combattuta su più fronti. Le distanze che separano i protagonisti si riflettono in tre diversi campi di lotta, tra la Hawkins reale e quella del Sottosopra, il mondo ultra-sensoriale esplorabile da Undici e la prigione invasa dai Demogorgoni: le zone di scontro si uniscono nel cuore del regno di Vecna, ricreando una sfida sfaccettata per toni ed esecuzione, ma sempre coreografica ed esaltante, anche se non proprio tutti riescono ad offrire un reale contributo verso la vittoria. L'utilizzo massiccio della computer grafica si riflette in una resa visiva a tratti fenomenale, ricca di particolari e sempre credibile nel proporre le mostruosità al servizio di Vecna, aiutata anche da una messa in scena mai così incisiva come nell'ultima puntata, nonostante la riproposizione di numerosi eventi accaduti nella prima stagione smorzi un po' la prolifica sensazione di novità costruita intorno all'episodio conclusivo.

Stranger Things 4 La quarta stagione di Stranger Things si conclude con due veri e propri film dalla durata di quasi quattro ore complessive, seguendo i peculiari principi che avevano già caratterizzato la prima tornata di episodi. La penultima puntata soffre particolarmente i tempi narrativi dilatati fino all'inverosimile, con scene cariche di sentimentalismo infantile e cliché fini a loro stessi, ma l'ultimo capitolo della stagione si lascia apprezzare per la sua resa visiva sbalorditiva, grazie ad una CGI fenomenale che tratteggia con fare elettrico la battaglia contro Vecna combattuta su diversi fronti. Il finale agrodolce lasciato intendere negli ultimi giorni dagli addetti ai lavori non incide in maniera decisa sul risultato finale, mentre si profila all'orizzonte una quinta stagione che dovrebbe finalmente chiudere il cerchio di una serie che, dopo aver a lungo esaltato l'estetica anni '80, comincia in maniera pericolosa a citare sé stessa.