Dopo una terza stagione sottotono, in cui però il finale ha avuto il grande merito di compiere un netto passo avanti in direzione di una sorta di nuovo corso, Supergirl torna sulla scena tra partenze, arrivi, ritorni e nuovi volti. La quarta stagione dello show targato The CW prova a virare in una direzione diversa, in termini non solo narrativi, portando sullo schermo un misto perfetto tra vecchi e nuovi nemici, sullo sfondo di una guerra civile tra umani e alieni ormai apparentemente inevitabile. Kara, Jon'z e James ci hanno provato, è vero, ma lo spettro di una nuova minaccia, pronta a spazzare via quel barlume di pace ormai raggiunto è proprio dietro l'angolo e, stavolta, ha un volto molto familiare che oseremmo definire umano.
Tornare alla normalità
L'ultima stagione di Supergirl ha significato anche perdita, partenze e addii, con più di un personaggio uscito di scena - per ora - definitivamente. Niente più Winn (Jeremy Jordan), ormai stanziatosi nel futuro, niente più Mon-El (Chris Wood) e niente più John (David Harewood). Il mentore delle sorelle Danvers ha deciso di indossare quasi esclusivamente i panni di J'on J'onzz e gettare via le armi, nella speranza di ricalcare le orme del defunto genitore.
La perdita di quest'ultimo, in particolare, ha segnato un solco importante nell'economia dello show, affidando così a Supergirl (Melissa Benoist) il ruolo ancor più centrale di paladina della giustizia e della pace. In questo vortice di cambiamenti, in cui la tanto agognata pace sembra finalmente a portata di mano, si finisce col perdere di vista la genesi di una nuova e temibile minaccia che si affaccia all'orizzonte. Questa volta, però, il nemico non si nasconde su un pianeta sconosciuto e non proviene da un futuro lontanto, bensì è celato praticamente in bella vista, davanti agli ignari occhi di tutti, compresi quelli in grado di scrutare attraverso pareti spesse quanto una casa.
Noi siamo i figli della libertà...
L'odio di alcuni esseri umani nei confronti degli alieni che popolano la Terra è tutt'altro che svanito e, anzi, ne silenzio è cresciuto e dilagato fino a diventare ingestibile. Nasce così l'ordine estremista dei "Figli della Libertà", un'organizzazione terroristica che ha come fine ultimo la reclusione, l'allontanamento e , lo sterminio di ogni forma aliena presente sul pianeta.
A capo di quest'ordine vi è l'enigmatica e fortemente instabile figura di Ben Lockwood (Sam Witwer) che tenterà, in ogni modo possibile, di fomentare l'odio della gente come mai prima d'ora. Si scopre presto che Lockwood non agisce da solo, e anzi è una pedina di Lex Luthor.
Il nemico giurato di Superman, interpretato dall'ottimo Jon Cryer, è tornato ancora una volta a minacciare i figli di Krypton. E come sempre, nel farlo, ha finito con l'usare ogni mezzo a sua disposizione, compreso lo sfruttamento non solo dell'ignaro Lockwood ma anche della sorella Lena (Katie McGrath) e soprattutto della cosiddetta "Red Daughter", una donna stranamente simile alla stessa Supergirl.
Nuovo che avanza e vecchi rancori da saldare
Come ogni serie tv del genere, anche in Supergirl 4 viene data grande importanza al fattore personale ed emotivo dei vari personaggi, con la classica alternanza di amori finiti, amori trovati e questioni in sospeso. La più grande evoluzione ce l'ha Braniac "Brainy" 5 (Jesse Rath), che rimpiazza in tutti i sensi Winn.
L'ex componente della Legione degli Eroi diventa velocemente un vero punto di riferimento per tutti quanti, al netto di un problematico rapporto - almeno nelle fasi iniziali - con il Direttore Alex Danvers (Chyler Leigh), per sua stessa ammissione fredda e distante a causa proprio del ruolo di "nuovo" Winn che l'uomo del futuro ricopre. Anche Alex è al centro di una forte maturazione: è costretta non soltanto ad affrontare le conseguenze delle proprie scelte riguardanti la vita privata, ma anche delle nuove minacce e dei nuovi dolori, causati dalla perdita dei suoi punti cardine, J'onn (ormai sempre più distante) e Kara (momentaneamente privata dai suoi ricordi). La stessa trasformazione di J'onn è di grande importanza, e la sua voglia di pace viene messa costantemente alla prova da una vecchia conoscenza, che lentamente gli fa comprendere cosa è veramente importante e cosa non lo è. Importante e centrale è anche il nuovo ruolo di James Olsens (Mehcad Brooks) divenuto ormai il capo della CatCo e - soprattutto - sempre più calato nei panni di Guardian. Viene anche costretto a prendere decisioni importanti e dolorose, ma necessarie ai fini di un'evoluzione doverosa. Un'evoluzione che spinge anche in direzione di un nuovo arrivo nel cast: la sorella di James, la rinomata psicologa Kelly Olsen (Azie Tesfai) che arriva a dare man forte al fratello per superare la crisi dovuta dall'incontro sin troppo ravvicinato con la morte. Il tutto senza dimenticare l'arrivo di un nuovo volto: Nia Nal (Nicole Maines).
La giovane reporter, che in realtà nasconde anche una natura aliena con annessi poteri straordinari, finisce velocemente col diventare un membro indispensabile del team Supergirl, nonché grandissima amica di quest'ultima. La "Sognartrice" infatti, diventa rapidamente la pupilla di Kara, cosa che, inevitabilmente, si spinge oltre, andando a sfociare anche in una solida collaborazione, per così dire, in "costume".
Bene, ma non benissimo
Seguendo un po' il filone di quelli che sono gli altri show dell'Arrowverse, anche Supergirl mette in scena una stagione dai toni più cupi, in cui i classici momenti di ilarità sono veramente pochi. Il nuovo corso tutto sommato funziona e convince, chiaramente con le dovute differenziazioni di sorta.
La natura più minacciosa dei nemici in campo si fa sentire tutta, considerando anche un'ingombrante sensazione di impotenza scaturita dal ritrovarsi nemici potenti e inaspettati, come il nuovo presidente degli Stati Uniti o un'avversaria che ha il tuo stesso aspetto, e a questo si affianca una trama di fondo piacevole e scorrevole, seppur non esente da svarioni, mancanze e, soprattutto, fin troppi momenti totalmente morti. Per fortuna, comunque, a dare nuova linfa allo show e alla stagione in questione ci pensa la combo di villain composta da Lockwood e Lex Luthor, capaci di mantenere alta la dinamicità degli episodi in cui compaiono. Nonostante l'evoluzione generale sia in termini di scrittura sia di interpretazione, la sensazione finale è quella di aver sprecato ancora una valida cartuccia. Le battute finali però sembrano gettare basi interessanti per la prossima stagione, quella in cui, in molti dovranno nuovamente combattere coi propri demoni interiori dopo aver sconfitto quelli in bella vista.
La quarta stagione di Supergirl, tutto sommato, è risultata piacevole. Vuoi per gli ottimi villain messi in scena o per la volontà di virare su elementi più cupi, in cui la vena scanzonata ha lasciato spazio a una maturazione generale sia dei contenuti che dei temi narrati, il ritmo degli episodi è risultato nettamente più spedito, seppur eccessivamente diluito su, probabilmente, un numero di episodi forse leggermente lungo, che ha come risultato il mostrare il fianco a fin troppi momenti morti e buchi narrativi importanti. La speranza, in vista della quinta stagione e degli avvenimenti legati al crossover Crisi sulle Terre Infinite, è quella di assistere alla maturazione definitiva di uno show ancora alla ricerca di una precisa identità.