Suspicion Recensione: la serie thriller Apple TV+ che non sorprende

L'inizio di Suspicion si era rivelato più promettente di quanto si è dimostrato, ma la serie rappresenta comunque un buon thriller per Apple TV+.

Suspicion Recensione: la serie thriller Apple TV+ che non sorprende
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Apple TV+ continua nella produzione dei prodotti seriali più interessanti e innovativi del panorama dell'intrattenimento mondiale, ma questo non significa certo non dedicarsi anche a progetti più canonici e forse, nel complesso, meno riusciti. Se da una parte la piattaforma ha probabilmente trovato il suo capolavoro con Pachinko - e vi consigliamo caldamente di scoprire questo show nella nostra recensione di Pachinko - La Moglie Coreana -, dall'altro a concludersi sono le otto puntate di cui vi avevamo parlato nelle nostre prime impressioni su Suspicion e che riconfermano quanto detto con il debutto della serie su Apple TV+ (non perdetevi le uscite Apple TV+ di aprile 2022). L'operazione ideata da Rob Williams non decolla, ma nemmeno perde quota nel proseguimento della sua costruzione che porta i protagonisti a spostarsi, per un crimine commesso che coinvolge Londra e New York, in un viaggio nell'investigazione di una verità richiesta a gran voce al motto di "Tell The True".

È il personaggio di Katherine Newman interpretato da Uma Thurman quello che deve attingere da una raccolta personale e privata dell'azienda che gestisce e in cui ha investito tutti gli anni del proprio lavoro, insabbiando scoperte e informazioni che ne avrebbero compromesso benefici e credibilità. Il denaro è ovviamente il bottino che Katherine non ha voluto perdere, ma che l'ha portata a vedersi sottratto il suo unico figlio, coinvolto in un rapimento che renderà la posizione della donna un inferno. Lo stesso che passeranno un gruppo di sospettati che dovranno sfuggire dai radar della polizia, incolpati di un reato che sembrano non aver commesso, ma di cui celano sostanziosi e fondamentali segreti.

Il semplice thriller di Apple TV+

Se nel resto della sua produzione più recente Apple TV+ ha potuto svagarsi trovando gioco e stimolo nella creazione di mondi fantascientifici con Fondazione (con Apple che ha rinnovato Fondazione per una seconda stagione), se ha esplorato la distopia del lavoro con Scissione e si è divertita con il salto tra i generi del whodunit di The Afterparty, con Suspicion la finestra dell'entertainment si aggira di più nei territori della televisione in chiaro e delle sue narrazioni.

Un thriller semplice e di buona fattura, non originale nella scrittura, né ispirato nelle trovate, ma ben strutturato soprattutto nella volontà di lanciare sferzate sulla società del controllo attuale e di come sia ormai facile mascherare la realtà, rimodellandola per distorcere l'opinione pubblica e crearsi una propria verità. Quella che si va poi a raccontare a tutti, che circola insospettendo le persone e distruggendo vite, a volte rimaneggiata per far sembrare innocenti i colpevoli, cercando di prendere il dominio di fatti e notizie pronte a influenzare le idee della gente. Argomento intrigante, se utilizzato ai fini di una storia che dovrebbe però dal canto suo sapere bene come assemblare i vari passaggi per poterne portare a termine la composizione. E che sembra avere ben chiaro Suspicion, ma che non si riflette altrettanto compiutamente di fronte allo spettatore, che non può che notare la volontà dell'opera di addentrarsi nei meccanismi della digitalizzazione di oggi e del privilegio delle grandi aziende nel poter condizionare l'esistenza dei cittadini, facendo però della teoria un terreno fertile eppure difficile su cui lavorare.

Il finale incerto di Suspicion

Suspicion rientra perciò nei dettami di un racconto di indagine che divide la propria attenzione tra polizia e ricercati, concentrandosi anche su quella madre in attesa di poter riabbracciare il proprio figlio, oramai troppo esposta, tanto da vedere una parte della propria vita sgretolarsi.

Contrappasso che tutti i personaggi dovranno affrontare e davanti a cui la narrazione li pone, circoscrivendo le individualità di ogni protagonista per inserirle poi nel quadro più grande assemblato dal fautore del delitto. Laddove, però, il racconto sembrava poter rivelare confessioni sempre più torbide e colpi di scena minuziosamente inseriti, Suspicion si adagia conformandosi a delle regole seriali che ne depotenziano l'intrico pur continuando a farsi seguire. Certamente a rivelarsi inaspettatamente ostico è un finale che confonde più che rendere cristallini gli inganni e i sotterfugi che hanno portato i protagonisti a confrontarsi con le loro stesse azioni. Non solo lasciando delle domande di cui, a questo punto, forse non si ha nemmeno troppo interesse a scoprirne la risposta, ma che fanno interrogare sulla scelta di non donare una conclusione più asciutta allo show, così da mettere ogni tassello al suo posto. È proprio l'ultimo episodio di Suspicion quello a suscitare le maggiori remore e a impedire una svolta d'impatto alla serie, per uno prodotto che pur dimostrando la sua sufficienza va sbavando sul finale, rimettendo in prospettiva tutto il percorso che lo ha portato alla sua chiusura.

Suspicion Stagione 1 Le prime puntate di Suspicion facevano presagire un thriller semplice, ma efficace. E così lo show si è rivelato, avvicinandosi comunque molto di più alle narrazioni della tv in chiaro che alla sperimentazione dei prodotti AppleTV, in grado ad ogni modo di intrattenere pur senza esaltare. A sbagliare, però, è il suo finale. Una chiusura che crea solo più domande rendendo incerto e confuso il quadro generale della serie, che non trova una degna conclusione agli eventi e alle azioni dei protagonisti.

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