Tenebre e Ossa Recensione: la serie fantasy Netflix di cui avevamo bisogno

Il 23 aprile su Netflix arriverà Tenebre e Ossa, la nuova serie fantasy che terrà gli spettatori incollati allo schermo.

Tenebre e Ossa Recensione: la serie fantasy Netflix di cui avevamo bisogno
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In un mondo che si è lasciato da tempo alle spalle Hercules e Xena, come d'altronde Buffy e Angel; un mondo che ha appena detto addio a Supernatural e che ormai orfano di Game of Thrones - ma ancora in attesa di vedere cosa ne verrà fuori dai suoi spin-off, ma anche dalla serie TV de Il Signore degli Anelli -, sono i nuovi titoli del panorama televisivo a fornire la speranza di viaggi immaginari in lontani universi inesplorati che attendono solo di essere scoperti poco a poco. Ed è in questo mondo che fa il suo ingresso Tenebre e Ossa. Dal 23 aprile su Netflix arriverà infatti la nuova serie tv fantasy tratta dai libri di Leigh Bardugo, prolifica scrittrice che dal 2012 a oggi ha continuato ad espandere su carta un'intero universo ricco di storie e personaggi riuniti sotto il nome di Grishaverse che, grazie alle uscite Netflix di marzo, possiamo ammirare anche sul piccolo schermo.

Lo show, che prende il nome dal primo libro della trilogia principale del Grishaverse, Tenebre e Ossa (in originale Shadow and Bone), comprende in realtà anche personaggi e archi narrativi dalla duologia spin-off Sei di Corvi (Six of Crows), creando già in partenza le basi per un ampliamento della narrazione capace di toccare ogni angolo del mondo di fantasia da cui trae ispirazione. Noi abbiamo visto la prima stagione della serie, composta da otto episodi, e siamo rimasti decisamente entusiasti dall'operazione portata avanti dal creatore e showrunner Eric Heisserer (lo sceneggiatore di Arrival, Bird Box e Bloodshot) e il suo team produttivo-creativo, che ha collaborato a stretto contatto con Bardugo per offrirci un prodotto in grado di catturare (e mantenere) l'attenzione degli spettatori, oltre che un adattamento davvero di qualità.

Tra leggende e folklore, guerre e colpi impossibili

Il punto di partenza di Tenebre e Ossa, ma anche dell'intero Grishaverse, è indubbiamente Alina Starkov (Jessie Mei Li) una semplice ragazza orfana arruolatasi nell'esercito di Ravka come mappatrice, che da un giorno all'altro si scopre Grisha (coloro che sono in grado di praticare la Piccola Scienza, ovvero l'arte di manipolare la materia e le sue parti essenziali) e si ritrova ad essere invece fonte di speranza per l'intera umanità.

Sì, la premessa è decisamente trita, l'abbiamo vista e sentita chissà quante volte, e si può sicuramente definire un incipit da manuale. Ma la serie non ha la pretesa di proporre tropi narrativi e temi di fondo lontani dal reame della nostra conoscenza, bensì di plasmare e combinare gli elementi narrativi già presenti nella storia del racconto, in maniera tale che, uniti a un'ambientazione e una mitologia estremamente suggestive e ricche di fascino, possano creare un'esperienza comprensiva che lasci il segno. Ecco allora che ci troviamo di fronte a ostacoli insormontabili, nemici di ogni tipo, conflitti e discriminazioni, battaglie e persecuzioni, abilità sovrannaturali e credi religiosi radicati nel folklore e nelle antiche leggende, riluttanti alleanze ma anche amicizie inaspettate, relazioni complicate e... Colpi impossibili dalla lauta ricompensa.

Perché se da un lato abbiamo Alina e la leggenda dell'Evocaluce, ovvero colei che sarà in grado di annientare la minaccia della Faglia d'Ombra, la letale distesa d'oscurità che si estende per chilometri e chilometri e ha già mietuto innumerevoli vittime, dall'altra abbiamo un gruppo di furfanti alla ricerca di un modo per guadagnare abbastanza da viverci comodamente con il ricavato, non solo a malapena sopravviverci.
Entrano dunque in gioco i Corvi, o almeno parte di quel gruppo che permette l'innesto della "componente heist" alla Ocean's Eleven, regalando un tono completamente diverso, ma sorprendentemente complementare, alla storia, aiutando anche a bilanciarla in termini di ritmo, generi e contenuti.

Quando l'adattamento funziona

Portare in scena un universo complesso e ricco di spunti come quello di Tenebre e Ossa non è affatto semplice, specialmente se si prende in considerazione il fatto che sono più filoni narrativi ad essere intessuti insieme. Non a caso, i lettori del Grishaverse sono rimasti sorpresi dalla decisione di Netflix di unire due saghe che su carta sono sì ambientate nello stesso mondo e collegate tra loro per diversi aspetti, ma che si sviluppano fondamentalmente ognuna per conto proprio (Sei di Corvi è infatti ambientata due anni dopo gli eventi della trilogia di Tenebre e Ossa). La sfida in questo caso era dunque duplice, perché non solo bisognava riadattare la storia rendendola un prodotto di qualità e autosufficiente sullo schermo, pur restando fedeli al materiale di base (tanti progetti simili in precedenza non sono riusciti a raggiungere questo obiettivo e, per fare un esempio piuttosto recente, potremmo nominare la cancellazione di Shadowhunters), ma anche trovare il modo di creare le condizioni necessarie affinché ogni aggiunta o modifica apportata per ovviare al gap tra le due saghe risultasse il più possibile naturale e significativa.

Ad aver giovato sarà stata sicuramente la consulenza della Bardugo, che in qualità di produttrice esecutiva ha potuto seguire da vicino la lavorazione della serie, ma gran parte del merito va al team di sceneggiatori e registi e in particolare allo showrunner che, oltre ad aver approcciato il progetto con un solido piano a lungo termine in mente, ha anche lottato per avere a disposizione tutti gli elementi necessari per realizzarlo (è stato lui a voler portare a tutti i costi i Corvi sullo schermo, tanto che Netflix ha deciso di acquisire i diritti della duologia spin-off solo dopo che Heisserer aveva rinunciato a lavorare su una prima proposta della piattaforma che comprendeva unicamente la saga di Tenebre e Ossa).

Una chiara visione della direzione da intraprendere ha posto quindi le basi per un adattamento di qualità, che ha poi potuto godere di un budget adeguato, grazie al quale possiamo trovare dei VFX di stampo superiore rispetto a quelli visti in tanti altri show fantasy, elaborati costumi, e ambientazioni che sembrano uscite direttamente dalle pagine dei libri. Perché, ricordiamo, quante serie sono state "rovinate" o comunque penalizzate da una mancanza di fondi utili a migliorare aspetti come scenografie, costumi e soprattutto effetti speciali?

Punti di forza

Nell'individuare gli aspetti vincenti di Tenebre e Ossa non possiamo fare a meno di menzionare due componenti fondamentali: le scelte di casting per la serie Netflix e l'impostazione dei personaggi e degli elementi in gioco. Nel primo caso gioca sicuramente a favore dello show la presenza di una star del grande e piccolo schermo come Ben Barnes (Le Cronache di Narnia, The Punisher), indubbiamente una delle attrattive principali per molti tra gli spettatori, e quella di altri nomi piuttosto conosciuti come Zoë Wanamaker (la Madama Bumb di Harry Potter) e Luke Pasqualino (Skins, Snowpiercer).

Ma al di là della fama che circonda il cast, che se andiamo a vedere è in realtà composto per lo più da giovani promettenti con alle spalle ancora relativamente pochi progetti, a essersi dimostrato un fattore chiave per la sua riuscita del progetto è l'aver prediletto degli attori che sapessero incanalare egregiamente la personalità e le caratteristiche dei personaggi e dare loro il giusto spessore. Questo discorso ci è sembrato particolarmente evidente per Freddy Carter (Kaz Brekker), Kit Young (Jesper Fahey), Danielle Galligan (Nina Zenik) e Daisy Head (Genya Safin), oltre al già menzionato Barnes (Generale Kirigan), ma questo non vuol certo dire che gli altri non siano stati all'altezza del compito.

Per quanto riguarda il secondo punto, invece, la difficoltà maggiore risiedeva nel presentare un gran numero di personaggi e "pezzi del puzzle" senza cadere vittima dell'"effetto spiegone", ovvero prediligendo l'esposizione all'azione per farli entrare in campo e presentarli. Fortunatamente, seppur non totalmente privo di tale pecca, Tenebre e Ossa riesce a distribuire abbastanza efficacemente i dati in proprio possesso, dosando furbamente quante e quali informazioni dare man mano allo spettatore, e a permettere che siano principalmente le interazioni tra i soggetti a "parlare". Di pari passo vanno allora le dinamiche tra i personaggi, specialmente tra quelli che nei romanzi non vengono effettivamente in contatto o hanno un ruolo, un peso o un'influenza diversa negli sviluppi, qui rese in modo tale da andare ad arricchire, e non danneggiare, le relazioni preesistenti.

Tenebre e Ossa - Shadow and Bone La prima stagione di Tenebre e Ossa si dimostra in sostanza un esperimento riuscito, capace di attirare a sé sia i fan di lunga data dell'universo cartaceo di provenienza, che gli spettatori alla ricerca di un nuovo titolo di genere da poter aggiungere alla propria watchlist. È facile pensare che possa esserci una seconda stagione della serie Netflix, più difficile è prevedere se riuscirà a mantenere la stessa attenzione ai dettagli e al mondo di riferimento, continuando intanto a provvedere grande spettacolo grazie all'inserimento di elementi originali ed esclusivi del medium utilizzato, per dar vita a un'esperienza d'intrattenimento coinvolgente e d'impatto.

8.5