Recensione Terminator: The Sarah Connor Chronicles

Continua la saga di Terminator, per la prima volta in una serie TV

Recensione Terminator: The Sarah Connor Chronicles
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La furia di Sarah Connor

Una delle tendenze che ha visto una grossa impennata negli ultimi anni è quella di proporre una massiccia diffusione di uno stesso prodotto in diversi tipi di media. E' quindi assai probabile che un film diventi un videogioco, un videogioco un fumetto, un fumetto un anime e così via. L'obiettivo non è però quello di replicare lo stesso prodotto in forme diverse, ma di proporre un'evoluzione di questo all'interno delle sue derivazioni. Così, per avere una comprensione globale dell'opera in questione, saremo costretti a rincorrerla anche in ambiti che non rientrano nei nostri interessi. Esemplare è il caso di Matrix, in grado di creare, intorno ad un brand di successo, un'infinita serie di sotto-prodotti che andavano ad arricchire, o anche a continuare, la trama principale del film. Il mondo dei serial sembrava rimanere escluso da questo circolo; abbiamo casi di remake o di spin-off, ma mai una reale sovrapposizione. L'eccezione è The Sarah Connor Chronicles, serial trasmesso dalla FOX lo scorso anno e in arrivo sugli schermi italiani grazie a Italia1. Il richiamo immediato è naturalmente alla saga di Terminator, portata sul grande schermo a partire dagli anni 90 da James Cameron e che vanta tre pellicole cinematografiche di grande successo. La serie in questione è la naturale prosecuzione dei primi due capitoli (le vicende del terzo film rimangono fuori) e sarà il punto di partenza per il quarto film ancora in produzione.

Per tutti o solo per i Fan?

La serie è ambientata nel 1999, qualche anno dopo la fine di Terminator 2: il giorno del giudizio. Qui Sarah Connor è una madre molto particolare, che vive con il solo scopo di proteggere il figlio sedicenne John dalla minaccia dei Terminator. La loro vita è scandita da continui spostamenti, nell'impossibilità di costruire una stabilità familiare e affettiva. Ma proprio quando tutto sembra essersi calmato, giunge dal futuro un nuovo Terminator, con il compito di uccidere John, impedendogli così di diventare il leader della ribellione contro Skynet. In aiuto di Sarah giungerà però Cameron, nuovo modello di Terminator, inviata dal John del futuro per proteggere la famiglia e distruggere Skynet prima che questa venga creata.

Parlare di The Sarah Connor Chronicles come un prodotto a sé stante è compito arduo. Tutte le vicende si svolgono in un contesto già descritto nei precedenti film, senza lasciare punti di aggancio per chi si avvicina per la prima volta al mondo di Terminator. A rendere oltremodo ostica l'impresa, ci hanno pensato gli autori, infarcendo l'intreccio di paradossi temporali, inserendo flashback e flashforward capaci di generare confusione anche nello spettatore più attento. Tale gestione della timeline appare come il punto più debole della serie, e non può essere giustificata solo con la volontà di escludere i fatti del terzo film "Terminator 3: le macchine ribelli".

Volendo semplificare potremmo idealmente dividere il serial in due filoni. Il primo è quello descritto poco fa, in cui confluisce tutta la parte spiccatamente action della serie. Inseguimenti, fughe e scontri a fuoco, sono resi con grande perizia tecnica e un'alta dose di spettacolarità.
Decisamente più interessanti sono però gli intermezzi in cui viene esplorata la dimensione privata dei personaggi. John dovrà fare i conti con l'impossibilità di vivere la propria adolescenza, schiavo di un destino che non ha potuto scegliere. Anche Sarah dovrà rinunciare all'amore di Charlie, un paramedico con cui stava iniziando una relazione stabile, per salvaguardare un bene più importante. Proprio questo conflitto tra felicità personale e salvaguardia della collettività, dona ai personaggi un inaspettato spessore psicologico; negli occhi di Sarah e John sarà sempre visibile il desiderio di una vita normale, che spesso li porterà a fare scelte avventate e potenzialmente pericolose, ma gli permetterà di differenziarsi dai robot, incapaci di rompere gli schemi per cui sono stati programmati.

Realizzazione

Come già accennato, ciò che salta immediatamente all'occhio, è l'eccellente qualità con cui vengono rese le scene d' azione, accompagnate da effetti speciali oltremodo curati e molto efficaci. Altro aspetto di buona riuscita è la rappresentazione dei Terminator che, pur rimanendo fedele a quella data dai film, riesce a far percepire un'innovazione tecnologica che li differenzia dai precedenti esemplari. Di buon livello la recitazione dei due protagonisti Lena Headey (Sarah) e Thomas Dekker (John), capaci di rendere con efficacia i dubbi dei loro personaggi. A metà stagione, per la felicità di molti fan, farà la sua apparizione Brian Austin Green (Derek Reese, zio di John), già protagonista del cult degli anni '90 Beverly Hills 90210. Anche la sua interpretazione risulta convincente. Purtroppo non colpisce allo stesso modo quella di Summer Glau (Cameron) nel ruolo di Terminator, riuscendo solo in parte a far trasparire quella giusta dose di ironia, che il personaggio richiede.

Discrete le ambientazioni con un buon alternarsi tra interni ed esterni. Buono anche l'accompagnamento musicale, sia nelle scene più adrenaliniche, che nelle fasi più distese.

Terminator: The Sarah Connor Chronicles - Stagione 1 I pregi di The Sarah Connor Chronicles sono anche i suoi maggiori difetti. Se la serie farà certamente felici i fan della saga, aggiungendo importanti novità alla già intricata trama, potrebbe spiazzare chi da tempo è rimasto a digiuno di Terminator. Un'eccellente realizzazione tecnica e un altrettanto buon approfondimento psicologico dei personaggi, rendono proficuo lo sforzo di ripassare i primi due film, o possono diventare una buona occasione per chi non li avesse mai visti, in attesa del quarto capitolo cinematografico previsto nelle sale nel 2009.