Star Wars The Bad Batch 2 Recensione: una stagione quasi eccellente

Con la sua seconda stagione, The Bad Batch migliora quasi ogni aspetto e raggiunge vette qualitative insospettabili, pur con qualche difetto classico.

Star Wars The Bad Batch 2 Recensione: una stagione quasi eccellente
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Crediamo sinceramente sia ora di finirla con i paragoni, perché è abbastanza lampante che The Bad Batch sia ormai una serie a sé stante e con una sua precisa identità: la produzione Star Wars nata come spin-off di The Clone Wars, infatti, ha posto secondo noi una distanza siderale proprio dalla serie madre, con la quale certamente condivide - e non potrebbe essere altrimenti - alcuni cruciali snodi tematici, ma posti in una struttura e soprattutto in una progressione che non ricordano per nulla l'epopea della Guerra dei Cloni; al contempo, non può minimamente essere comparata né a Rebels, quasi agli antipodi per mood e obiettivi, né tantomeno a Resistance, a distanza di anni ancora una creatura bizzarra e affascinante cui, forse, non è stata data la giusta attenzione. E non riteniamo sia necessario distinguerla da prodotti antologici, per così dire, come Visions o Tales Of The Jedi. È un buon segno?

Da una parte si, è sintomo di un lavoro efficace e profondo svolto sul concept di The Bad Batch e sui suoi protagonisti, ben distinti nonostante siano dei cloni. D'altra parte, tuttavia, un processo del genere reca con sé una dose di aspettative non indifferente, che aspira a qualcosa di più rispetto a "semplici" operazioni militari svolte da un gruppo difettoso di copie di Jango Fett. La seconda stagione ci sarà riuscita?

Solita formula, tante migliorie

Come avrete sicuramente già notato dal voto finale, la risposta per noi è un deciso e rassicurante sì. Ma procediamo con ordine: a distanza di mesi dagli eventi catastrofici su Kamino e la distruzione di Tipoca City, la Bad Batch sceglie ancora di stare fuori dai radar imperiali pur non potendo rifiutare le varie richieste di Cid di missioni in giro per la galassia. Ora, naturalmente una descrizione del genere non fa che acuire i dubbi su questa seconda stagione, perché a livello strutturale sembra non segnare alcuna differenza rispetto alla prima. Ed in effetti è così, le avventure della Clone Force 99 continuano ad essere un insieme di compiti e di azioni di guerriglia da compiere sui più disparati pianeti, eppure come già notavamo nel nostro first look di The Bad Batch è l'attenzione ben maggiore proprio alle situazioni episodiche a distinguere le due annate.

Adesso le missioni sono molto più varie, molto più studiate, molto più appassionanti e curiose mentre la stagione d'esordio, pur in una generale piacevolezza, faceva una discreta fatica ad allontanarsi dalla formula generica di andare in un posto x per svolgere compito y (qui potete recuperare la nostra recensione di The Bad Batch). La formula è rimasta invariata, mentre tutto quello che la circonda è stato migliorato e potenziato forse fino al massimo splendore, tra ambientazioni meravigliose - lo stile estetico ereditato da The Clone Wars qui raggiunge vette a dir poco eclatanti - e un lavoro psicologico sui protagonisti tutt'altro che banale, specialmente Tech e Echo, non più versioni un po' differenti della stessa persona di base ma personaggi completi a sé stanti.

Insomma, tra un ottimo approfondimento dei personaggi e puntate che variano da un excursus sul mondo delle corse clandestine - qualcosa che in Star Wars apprezziamo sempre - a scoperte di reperti risalenti ad ere pre-Repubblica, in The Bad Batch tempo per annoiarsi ce n'è davvero poco. In più, a conferire all'insieme un'ulteriore dose di imprevedibilità giungono anche alcune puntate separate, per così dire, dalla Bad Batch, la maggior parte delle quali concentrate sul controverso personaggio di Crosshair e che consentono non solo di portare su schermo delle azioni militari radicalmente distinte dallo stile di Hunter, Wrecker, Tech, Echo e Omega, bensì al contempo di offrirci uno sguardo privilegiato all'interno del neonato Impero Galattico.

Se, inoltre, al mix aggiungiamo ancora un paio di episodi su Coruscant dalla trama squisitamente politica incentrata sempre sul destino dei Cloni e sul complicato passaggio ai regolari Stormtrooper, The Bad Batch spicca letteralmente il volo fornendo allo spettatore spunti, tematiche e svolgimenti di una profondità impensabile per una serie animata targata Star Wars. È quasi paradossale da affermare, eppure la verità è che in questi frangenti l'erede di The Clone Wars si avvicina molto di più ad Andor che alla serie madre o a Rebels e Resistance. Certo, si tratta di una somiglianza che viene compressa in pillole da 25-30 minuti ciascuna, ma il livello di drammaticità e complessità che si raggiunge va comunque lodato senz'ombra di dubbio.

Una serie quasi d'eccellenza

Come ciliegina sulla torta, anche il finale non può che dirsi assolutamente soddisfacente, ricco di sorprese, frenesia, azione, buoni cliffhanger e un nuovo machiavellico e magnetico villain. Forse ricalca un po' troppo pedissequamente le caratteristiche cha hanno reso tanto amato un certo Thrawn, quali la voce profonda e una compostezza e calma gelide difficili da scalfire, ma appunto c'è un motivo per cui il Chiss dalla tinta blu è diventato talmente iconico e di conseguenza possiamo comprendere tentare quella strada una seconda volta - sperando però sia l'ultima. Diventa allora chiaro il perché riteniamo la seconda stagione di The Bad Batch una sorta di consacrazione per la serie, che conferma tutte le qualità messe in mostra durante il suo esordio e spesso e volentieri migliorandole.

Qualche difetto da limare persiste ancora, in primis la struttura episodica stessa della serie che porta per forza di cose ad un'altalena qualitativa tra alcune puntate o la speranza in noi ancora viva che la produzione non sia in definitiva soltanto una delle infinite maniere in cui la Lucasfilm sta tentando di arginare le numerose mancanze narrative di Episodio IX, ma nell'ottica di un telefilm che dovrebbe semplicemente intrattenere e poco più ci troviamo su livelli non d'eccellenza ma quasi. La terza stagione già confermata sarà l'ultima, una decisione secondo noi lungimirante poiché The Bad Batch proprio strutturalmente non può intrattenere ancora troppo a lungo e, a questo punto, che abbia il finale che una serie di valore merita.

Star Wars: The Bad Batch - Stagione 2 La seconda stagione di The Bad Batch è, sotto molti punti di vista, un netto miglioramento rispetto alla prima, che trovava i suoi punti forti più in un'atmosfera deliziosa e cupa e nella novità dei personaggi. Adesso queste sono due caratteristiche che o sono svanite o non destano più sorpresa e allora gli sceneggiatori hanno ben pensato di lavorare innanzitutto di fino sulle situazioni episodiche proposte, molto più curate, studiate, varie e appassionanti. Non solo, vi sono anche alcune puntate che si allontanano dalla Bad Batch per concentrarsi sul controverso Crosshair e sul neonato impero per dare varietà e spezzare il ritmo. Non solo, alcuni episodi si concentrano su una trama squisitamente politica su Coruscant facendo luce sul passaggio dai Cloni agli Stormtrooper. Insomma, la varietà la fa da padrone, che però non è mai fine a sé stessa, ha sempre uno scopo e soprattutto non sostituisce nemmeno lo splendido lavoro psicologico operato sui membri della Bad Batch, adesso dei veri e propri personaggi e non cloni un po' diversi. Qualche difetto endemico c'è sempre, in primis l'altalena qualitativa tra le puntate che la struttura comporta, ma la strada è assolutamente quella giusta e la terza - nonché ultima - stagione potrà consacrare una volta per tutte la serie.

7.5