The Boys 3 Recensione: è la stagione migliore?

La serie di Eric Kripke ci regala una stagione ispirata nella scrittura e nella messinscena, confermando la grandezza di questo show.

The Boys 3 Recensione: è la stagione migliore?
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A due anni dalla seconda stagione di The Boys i ragazzi sono tornati su Amazon Prime Video per fare terra bruciata dei Super, ma il loro cammino di vendetta si è evoluto nel corso degli anni ed ora che Hughie (Jack Quaid) è al servizio di Victoria Neuman nel dipartimento ufficiale del governo del controlla le azioni dei supereroi nati dalle sperimentazioni del Composto V, ma le cose evolveranno rapidamente, soprattutto alla luce delle rivelazioni che hanno chiuso la tornata di episodi precedente che, dopo aver ingranato la marcia nelle fasi iniziali, aveva regalato non poche soddisfazioni in termini di scrittura e messinscena.

Una parabola che si rivela ancora una volta ascendente in The Boys 3 che, al netto di alcuni elementi drammaturgici non proprio gestiti al meglio, rappresenta una grande conferma del progetto di Eric Kripke e soci, che sono riusciti a rendere onore all'opera cartacea di Garth Ennis, che al tempo stesso riescono ad evolvere distaccandosene, guadagnando un'indipendenza che costringe e costringerà i ragazzi del Billy Butcher di Karl Urban a camminare sempre più sulle loro gambe, in uno show forte di una writing room affiatata e di un comparto visivo veramente spettacolare.

A caccia di Super

È nella sua linearità narrativa che The Boys 3 getta le basi del proprio successo. Una coerenza che sfocia in una trama che nel complesso abbraccia i propri personaggi per arricchirli di ulteriori sfaccettature che li trasformano in caratteri sempre più a tutto tondo, e la cosa è più che gradita soprattutto per i personaggi secondari, da Frenchie a Kimiko, passando per Latte Materno.

Il passato e gli eventi del presente si intrecciano negli archi di sviluppo per iniettare carburante drammaturgico che rende la compagine dei Boys sempre più unita nella loro missione, ma è soprattutto quando il conflitto tende a rimescolare gli equilibri della squadra che lo show dà il suo meglio, sebbene non sempre le risoluzioni risultino appaganti od originali quanto i costrutti che conducono ad esse. Un compromesso che nonostante tutto accettiamo di buon grado, perché indirizza i passi di Butcher e compagni verso nuovi scontri ed ostacoli. Quando poi l'introspezione si amalgama alla perfezione con la visione creativa quasi sempre ispirata di Kripke e soci, ecco svelarsi di fronte ai nostri occhi il passato di Butcher, costretto in un loop mentale da Mindstorm, che riporta su un altro piano il suo rapporto con Hughie, o la riuscitissima immersione animata nell'inconscio di Black Noir, bilanciata da un non altrettanto riuscito congedo. Se questi esempi rappresentano cosa The Boys può ancora offrire al suo pubblico e ai suoi personaggi, l'altra faccia della medaglia ci mostra una gestione un po' più maldestra delle parabole di A-Train e di Abisso, centellinate nel corso delle puntate e poco incisive sul piano drammaturgico, soprattutto quella del supereroe acquatico che non riesce a trovare un vero equilibrio dalla seconda stagione.

Discorso più complicato per la parentesi Soldatino. Nonostante il personaggio interpretato da Jensen Ackles abbia infatti un ruolo fondamentale nelle vicende dei Ragazzi in questa terza stagione, non mancano alcuni elementi che non convincono pienamente nel quadro generale della narrazione, come il plot twist della penultima puntata (vi invitiamo a recuperare la nostra recensione di The Boys 3X07 per capire di cosa stiamo parlando) o il destino di Maeve. Sbavature che si ricompongono nel momento in cui alimentano ulteriori approfondimenti, come quello sulla figura paterna di Butcher in un season finale che nel complesso è una delle poche fasi calanti del progetto complessivo di questa season (ne abbiamo parlato nella recensione di The Boys 3X08), o su un Patriota che rimane uno dei pilastri fondamentali della serie.

Qualità indiscutibile

Per il resto, The Boys 3 mantiene il timone di una per nulla velata satira che si arricchisce di anno in anno portando all'estremo dinamiche sociali e morali che riflettono una visione sempre più matura del concept iniziale, scavando nell'essenza e nella percezione di supereroi che non possono fare a meno di scendere a compromessi con la propria umanità e con comuni mortali che assaporano l'onnipotenza per combattere i loro stessi nemici, trovandosi ad assaporare e a lasciarsi tentare dai medesimi poteri che disprezzano. A portare questo fardello, in entrambe le fazioni, troviamo un cast veramente ispirato e all'altezza sul quale svetta un Antony Starr in splendida forma, in continuo conflitto con se stesso e con gli altri; un gioco di idiosincrasie al quale non si sottrae nemmeno l'ottimo Karl Urban, seguito a ruota da tutti gli altri, a partire da un Jack Quaid che probabilmente ha trovato il ruolo della vita.

Più in generale, la cura dei dettagli e la visione creativa che traspaiono dalla commistione di tutti i reparti coinvolti generano un quadro estremamente soddisfacente che gioca su più registri, dissetando gli amanti dello splatter e divertendo con parodie dello stile Marvel, assecondando lo spirito dello show e materializzandolo in una messinscena sempre ispirata che nei suoi guizzi migliori - come quelli che descrivevamo nel paragrafo precedente - raggiunge il proprio apice, così come nell'attesissima e brillante rappresentazione dell'Eroegasmo (non potete non aver letto la nostra recensione di The Boys 3X06). Insomma, il cammino di The Boys è ancora lungo, ma Kripke e soci sono riusciti a far crescere nel giusto verso una delle serie che ad oggi non ha paura a porsi a fianco dei grandi del panorama streaming e non solo.

The Boys - Stagione 3 La terza stagione di The Boys si è fatta attendere, ma il risultato è di quelli che lasciano il segno. La missione di Butcher e compagni raggiunge un nuovo apice e il merito è di una scrittura che, pur non essendo affatto esente da difetti, riesce a tenere incollati allo schermo in unione con una messinscena davvero ispirata, lasciando un sorriso di complice soddisfazione sul volto dello spettatore che giunge alla fine di ogni episodio. Merito anche di un cast che ha incarnato alla perfezione ogni singolo aspetto dei personaggi. Di margine per migliorare ce n’è ancora, ma se lo show di Kripke riuscirà a mantenere salda e coerente la propria visione, il futuro dei Ragazzi si prospetta più che radioso.

8.5