The Crown 3: Recensione della nuova stagione della serie originale Netflix

Nella nuova stagione di The Crown le gesta di Elisabetta II ci insegnano che la corona non è una scelta, ma un dovere.

The Crown 3: Recensione della nuova stagione della serie originale Netflix
Articolo a cura di

Tra i prodotti originali Netflix sfornarti dalla piattaforma streaming americana in questi anni, The Crown è probabilmente uno degli esempi più virtuosi. Capace di coniugare molto bene il fattore storico con la qualità artistica, la serie britannica creata da Peter Morgan si concentra sulla vita, sui doveri e sulle contraddizioni della famiglia reale inglese, il tutto vissuto dalla prospettiva di Elisabetta II. Le prime due stagioni dello show hanno saputo mettere in scena un racconto raffinato ed elegante, impreziosito da uns scrittura dai toni fortemente drammatici.

La Stagione 3 di The Crown, in dirittura d'arrivo su Netflix il prossimo 17 novembre (leggi qui tutto il catalogo Netflix di novembre 2019), si prepara a ripartire da un grande capovolgimento di fronte: non fraintendeteci, le vicende continueranno a percorrere le gesta della famiglia Windsor ponendosi in continuità con gli episodi precedenti, ma assisterete ad un totale cambio di cast per giustificare un salto temporale più o meno consistente tra la season 2 e la season 3. Approfondiremo questo aspetto, e molto altro, proprio in questa nostra recensione, che abbiamo scritto dopo aver visionato in anteprima tutti i 10 episodi di cui si compone la nuova stagione.

Nuovi volti, vecchie emozioni

Partiamo proprio dalla messa in rassegna del nuovo cast, che ha sostituito integralmente gli ottimi interpreti he ci hanno accompagnato tra il 2016 e il 2017. Al posto della bravissima Claire Foy, nei panni della protagonista, troviamo una straordinaria Olivia Colman, che abbiamo potuto ampiamente apprezzare nei panni della regina Anna nello splendido film La Favorita. L'istrionico Matt Smith ha invece lasciato il posto a Tobias Menzies (lo ricorderete per il ruolo di Edmure Tully in Game of Thrones) per Filippo, mentre a sostituire Vanessa Kirby nel ruolo della principessa Margaret troviamo niente meno che Helena Bonham Carter.

Segnaliamo nel cast di The Crown 3 anche Josh O'Connor ad interpretare un giovane principe Carlo in un momento di forte conflittualità sia con la sua famiglia che con i suoi doveri politici. La nuova stagione copre gli avvenimenti che ruotano attorno alla famiglia reale britannica in un arco temporale di circa 8 anni, per la precisione dal 1964 al 1976. Qui, forse, emerge un primo (ma forse unico) problema legato, principalmente, proprio alle novità del cast e al tempo diegetico del racconto, che forse non giustifica appieno il cambio integrale e repentino di tutti gli attori protagonsiti. La seconda stagione ci aveva lasciato a cavallo tra la fine degli anni Cinquanta e i primi Sessanta, mentre The Crown 3 inizia per l'appunto pochissimi anni dopo. Un lasso temporale che, soprattutto considerati gli anni in cui si ambientano i primi episodi della season 3, rende a dir poco straniante l'idea di vedere i personaggi così invecchiati e, per tal motivo, potrebbe storcere il naso chi ha sempre visto nella produzione originale Netflix un forte realismo storico. Quanto descritto, in ogni caso, può (e forse deve) indurre lo spettatore ad una piccola dose di sospensione dell'incredulità, soprattutto in nome di un prodotto che si avvale di volti decisamente prestigiosi, senza deludere minimamente sul piano recitativo.

Magistrale la sofferenza, l'austerità e l'intensità di Olivia Colman, capace di portare su schermo una versione assolutamente credibile e quanto mai vicina alla vera Elisabetta (con buona pace di Claire Foy, che in passato è stata elogiata proprio dalla Colman); sontuosa la flemma di Tobias Menzies, che incarna un Filippo maturo ma tormentato dalle proprie inquietudini giovanili.

E, sebbene si tratti di due performance molto differenti, sono incredibili anche Bonham Carter e O'Connor: i loro personaggi saranno protagonisti di due dei migliori episodi di tutta la stagione, che trasporranno dei noti eventi storici legati a Margaret e Carlo. Entrambe le figure, in fondo, vivono il medesimo dramma: essere legati ai propri doveri familiari e, al tempo stesso, vivere all'ombra della Regina.

La corona non è una scelta, ma un dovere

Dal punto di vista narrativo The Crown 3 ricostruisce con grande sensibilità un periodo piuttosto complicato per la famiglia Windsor. Sono anni di profondo cambiamento, sia per l'Inghilterra che per il mondo, un arco temporale in cui il progresso scientifico e i tumulti politici iniziano a mutare radicalmente la società globale. Ed è un periodo, quello degli anni Sessanta, di grande espansione per il Regno Unito, chiamato a curare maggiormente la politica estera con manovre internazionali volte a consolidare la posizione britannica nel mondo.

I rapporti con la presidenza americana, il supporto finanziario chiesto agli USA, e poi la politica interna, con la vittoria di Harold Wilson (leader del partito laburista) come Primo Ministro inglese e e il supporto mediatico della Regina nei confronti del popolo britannico. E ancora, in un vortice di avvenimenti storici che hanno cambiato per sempre il volto del Regno Unito, i drammi familiari che hanno accompagnato i doveri nei confronti della Corona. L'insofferenza e l'eclettismo di Margaret, i tormenti di Carlo, l'insoddisfazione di Filippo: elementi centrali già nelle prime due stagioni di The Crown, ma che nella terza trovano nuovi risvolti ed evoluzioni differenti rispetto al passato.

Il nuovo blocco di episodi ripropone, a nostro parere, la grande attenzione rivolta in fase di scrittura a ciascuno dei personaggi principali, con un ritmo narrativo compassato ma avvincente e un racconto che, in alcune fasi, assume toni più politici. Ciononostante, alcuni episodi mettono in scena momenti spiazzanti e dal forte pathos, narrati con un'intensità e una delicatezza tali da regalare dei veri e propri picchi emotivi persino per gli standard della serie. Puntate come Aberfan, Polvere di luna e Grido d'allarme (il season finale) evidenziano tutta la potenza drammatica del prodotto, mettendo in risalto - ancor più che nel resto del girato - le doti interpretative del cast, così come l'enorme attenzione in fase di regia e scenografia.

Le mura di Buckingham Palace, così come la costumistica, arricchiscono le potenzialità di un progetto che non ha perso né la sua verve artistica né la doppia anima da romanzo documentaristico. Sappiamo che la quarta stagione è già in fase di produzione e, viste le premesse (l'avvento della principessa Diana), non possiamo che attenderci grandi cose da uno dei gioielli più splendenti dell'offerta di Netflix.

The Crown - Stagione 3 La terza stagione di The Crown ripete il successo delle precedenti e, anzi, alza l'asticella qualitativa grazie ad alcuni episodi che rappresentano l'apice drammaturgico e registico della serie. Il nuovo cast, seppur forse giunto troppo velocemente rispetto alle dinamiche temporali del racconto, non fa rimpiangere i volti che lo hanno preceduto nelle due prime season. Ancora una volta, insomma, Netflix mostra di saper investire sapientemente sui prodotti più solidi che ne compongono il catalogo: The Crown, ormai, non è più una sorpresa, ma una certezza, e non vediamo l'ora di seguire le nuove vicende della famiglia reale britannica, avvicinandoci sempre di più ai giorni nostri.

8.5