Differentemente da quanto visto nella quinta stagione (per approfondimenti vi invitiamo a recuperare un nostro speciale sul funzionamento o meno di The Crown 5) , The Crown 6 sviluppa i suoi eventi partendo da un momento cardine della storia della corona inglese e mondiale, per poi dilatarne le conseguenze a corto e lungo raggio. Il personaggio della Principessa Diana, quindi, torna ad essere centrale nel ragionamento narrativo e tematico di questa prima tranche di episodi - disponibili su Netflix dal 16 novembre 2023 - arrivando a delinearne il mood principale e una serie di riflessioni profondamente umane che vanno a impattare su tutti gli altri protagonisti attualmente in gioco.
La scrittura di Peter Morgan, quindi, ritorna più forte, incisiva e iconografica che mai, ricordando lo stesso identico lavoro che rese il film The Queen, quella perla immortale ancora oggi discussa, apprezzata, citata e studiata negli ambienti accademici strettamente legati al cinema e alla scrittura cinematografica. Nell'inscenare una tragedia che toccò tutto il pianeta, quindi, The Crown 6 si prende tutto il tempo a sua disposizione per sviluppare a dovere sia il lato più prettamente sociale e sociologico, che quello strettamente umano, premurandosi, ancora una volta, di lavorare a fondo sulla coralità di una storia fatta di tanti volti, maschere danzanti in un quadro polveroso, che negli anni abbiamo imparato a conoscere e comprendere fino in fondo. La complessità di un contesto regale e rigidamente connesso con una serie di regole scritte e non scritte, quindi, si lega e scontra direttamente con quell'umanità soppressa che The Crown si trascina dietro dall'inizio alla fine, giocando ancora una volta con il reale e il fittizio in una danza in cui il dolore e la morte fanno da collante silenzioso a una manciata di sviluppi che sfiorano, toccano, si immergono e rifuggono, al tempo stesso, la realtà dei fatti da cui s'ispirano e traggono la propria forza impattante (e già che ci siete non perdete le serie Netflix di novembre 2023).
The Crown 6: tutto cambia in una notte
Come anticipato anche dalla stagione precedente, in The Crown 6 c'è un elemento fondamentale capace di plasmare tutto quello che vediamo, influendo direttamente su tutti gli aspetti di questi primi 4 episodi (gli altri usciranno il 14 dicembre 2023): la morte.
Questa aleggia in ogni singola inquadratura, movimento di macchina, occhiata e sviluppo, fino a concretizzarsi coi tragici accadimenti della notte del 31 agosto 1997. Così abbiamo la possibilità di vedere l'ultimo periodo di vita della Principessa Diana (interpretata da Elizabeth Debicki), le sue frequentazioni private, le iniziative che sceglieva di prendere mettendo in gioco la propria immagine e reputazione, e quali particolari scelte l'hanno condotta al famoso incidente parigino. Non solamente questo però, dato che The Crown 6 incornicia ogni singolo sviluppo con una particolare cura narrativa che prende in considerazione anche tutti coloro che la circondano, sia in maniera diretta che indiretta, plasmando, ancora una volta, l'ambiente riccamente distaccato e quello reale seguendo delle regole precise che risultano coerenti fin da subito. Fondamentale, in questa sesta stagione, è anche il ruolo di un Carlo (Dominic West) che a seguito del proprio divorzio cerca di trovare, dopo anni, una dimensione tutta propria che gli appartenga fino in fondo e in cui essere sé stesso; o anche il fondamentale contrasto fra la vita che fa Diana da divorziata e la sua, ancora profondamente connessa con le rigide regole della corona inglese e tutti quegli obblighi che si trascina dietro fin da bambino.
The Crown 6, quindi, apre la propria narrazione seguendo un sentiero di dettagli che portano a un evento fondamentale per la famiglia reale, a una scomparsa del tutto improvvisa e immotivata che, volenti o nolenti, coinvolge tutti in maniera diretta e indiretta. Il dolore, l'autoanalisi, la rabbia e l'accettazione di sé e di quello che sta accadendo restano fondamentali nella struttura del racconto, allineandosi con gli eventi di poco precedenti a tutto ciò. In questo frangente, la serie cerca di trasporre gli accadimenti oscillando fra la dimensione personale, e ipoteticamente tale, di un Dodi Fayed (Khalid Abdalla) concentrato verso le richieste di un padre morboso e opprimente, capace di fare qualsiasi cosa pur di veder realizzata una sua visione del tutto personale.

Essendo che sull'incidente parigino di Dodi e Diana circolano tantissime voci da sempre, The Crown 6 s'impegna, in maniera lodevole, a caratterizzarne le dinamiche complesse servendosi di un punto di vista distaccato che si nutre dei dettagli resi pubblici, nel tempo, riguardo a quanto accaduto, lavorando in modo più oggettivo che emotivo in questo senso, per poi risultate comunque profondamente sensibile. E mentre tutto sembra cambiare all'orizzonte, quanto seminato con questa prima tranche di puntate anticipa tantissimo sul futuro della corona.
La cura maniacalmente romanzata di The Crown 6
Uno dei tratti più ammirevoli, curiosi e interessanti di The Crown 6, come lo era stato anche per le stagioni precedenti, risiede nella grande cura riservata alla ricostruzione di quello che le persone conoscono, sia dal punto di vista fattuale che estetico, il tutto accompagnato da una serie di vezzi che inevitabilmente romanzano le varie situazioni, traslando gli spettatori in una dimensione fondamentalmente fittizia.
In questo caso, però, il lavoro attuato in termini di ricerca narrativa e formale risulta convincente nel suo porsi alla realtà e agli spettatori, fornendo una serie di momenti, anche emotivi, che non possono non impattare con chi si soffermerà ad assaporarli.

Sviluppandosi in un contesto piuttosto variegato, in termini di possibilità tematiche, The Crown 6 concentra le proprie energie e ragionamenti sulla dimensione familiare e su quello che potrebbe, o meno, generare se a contatto con un'ambizione senza scrupoli, giocando con quello che conosciamo e vediamo oltre le notizie, i documentari e le informazioni sugli argomenti realmente accaduti.
In tutto ciò ritroviamo il potere straboccante e crudele dei mass media, la loro fame di notizie e gossip e l'incessante pressing sulla vita di alcune persone difficile da gestire quando senza limiti. Il risultato finale si sviluppa in un prodotto per il piccolo schermo con le idee chiare, ben delineato e caratterizzato da tantissime promesse narrative che non vediamo l'ora di vedere in prima persona.