The I-Land: recensione della nuova serie Netflix

Tra avventura e fantascienza, The I-Land deve molto al celebre Lost, risultandone tuttavia una pallida imitazione che si prende troppo sul serio

The I-Land: recensione della nuova serie Netflix
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Quasi tutti sognano una bella vacanza su un'isola deserta, con il mare cristallino che lambisce le caviglie e un panorama mozzafiato. La vacanza dei sogni non è tuttavia quella che i dieci protagonisti di The I-Land si apprestano a vivere. Sperduti su un'isola apparentemente disabitata, senza ricordare nulla di chi sono e di come sono arrivati lì, scopriranno presto che quel luogo sconosciuto cela parecchi segreti. È Chace (Natalie Martinez) a capire che la loro presenza sull'isola non è una semplice coincidenza e che dietro la loro disavventura potrebbe celarsi una strana organizzazione.
The I-Land, miniserie ideata da Neil LaBute e disponibile su Netflix a partire dal 12 settembre 2019, mira a intrattenere con una trama avventurosa e dei risvolti fantascientifici interessanti, ma lo fa con una goffaggine percepibile fin dalle prime scene.

Una serie dai toni survival, che non regge il confronto con i propri precedenti

Il risveglio di un gruppo di sconosciuti su un'isola deserta non è un esordio particolarmente originale, ma è un punto di partenza interessante per lo sviluppo di un intreccio che potrebbe rivelarsi vincente. Il fatto che i protagonisti non abbiano alcuna memoria degli istanti precedenti al risveglio e che non si conoscano affatto getta tanta carne al fuoco e intrattiene lo spettatore in modo istintivo.
È difficile non scorgere in queste premesse una delle ispirazioni più evidenti di The I-Land, da ricercare in un illustre precedente. Sono stati annunciati già nel trailer i riferimenti a Lost, volti a indirizzare l'attenzione dello spettatore verso un prodotto che si prende un po' troppo sul serio e che non è altro che la pallida imitazione del capolavoro di J. J. Abrams.

Alla geniale complessità di Lost - serie che ha fatto la storia della tv contemporanea - si sostituiscono ritmi narrativi privi di equilibrio, a dimostrazione di una sceneggiatura ingenua e poco solida. La componente avventurosa - caratterizzata dalla sopravvivenza su un'isola sperduta in mezzo al mare insieme ad altre persone - e quella fantascientifica - dovuta alla simulazione iper-tecnologica su cui la trama si fonda - mostrano entrambe ottime potenzialità, ma l'intreccio che dovrebbe tenerle insieme pecca più volte di incoerenza, mostrandoci situazioni e personaggi narrativamente troppo fragili, lontani anni luce dalle figure psicologicamente elaborate di Lost.

Una scrittura debole che mette in risalto la piattezza dei protagonisti

L'impressione di essere di fronte a un prodotto dal budget poco elevato non salva la serie, che più che di effetti speciali mozzafiato manca soprattutto di una solida scrittura, a partire dalla trama fino alla creazione di personaggi poco memorabili. Una serie tv che si concentra con così tanta attenzione su un gruppo di sopravvissuti su un'isola mira sicuramente a fare dei suoi protagonisti il fulcro dell'intreccio. Così è, almeno sulla carta, poiché quello che dovrebbe essere il punto forte di The I-Land è paradossalmente anche l'anello debole della catena. Sebbene l'eterogeneità del gruppo si presti perfettamente alla creazione di relazioni, alleanze e dissidi, il carattere dei protagonisti viene appena accennato, se non nel caso delle figure più rilevanti della serie. Il sistema dei rapporti tra i personaggi risulta inoltre affrettato e, in molte occasioni, incoerente.

Ancora prima che sia strettamente necessario si creano le prime mortali antipatie, senza alcuna motivazione, mentre il comportamento minaccioso di alcuni dei protagonisti sembra non avere alcun impatto reale nelle dinamiche di gruppo. Una simile mancanza di verosimiglianza si percepisce anche nelle reazioni, spesso inadeguate agli eventi che le scatenano. La stessa presenza sull'isola, caratterizzata da una totale assenza di memoria, avrebbe dovuto scatenare ondate di panico tra alcuni dei personaggi, mentre nelle prime scene della serie si percepisce solo un po' di confusione e un'immediata arrendevolezza alla nuova routine.
Che si tratti di debolezza di scrittura, più che di una precisa scelta narrativa, si evince anche dalla povertà dei dialoghi e da scelte narrative complessivamente poco sensate.

The I-Land: una serie d'intrattenimento che non spicca il volo, tra scene d'azione e segreti rivelati

I difetti di sceneggiatura, che minano alla scorrevolezza dell'intreccio e all'approfondimento psicologico di personaggi che avrebbero potuto distinguersi di più, non impediscono a The I-Land di dimostrare alcune carte vincenti. L'intrecciarsi costante di avventura, azione e fantascienza, nonché il magnetismo di un'ambientazione affascinante, danno vita a un prodotto che sa intrattenere e donare qualche interessante colpo di scena. Il sottofondo survival, i ricordi che lentamente affiorano assieme a tanti segreti e la natura stessa dell'isola riescono a tenere abbastanza alta la tensione fino alla fine delle sette puntate, nonostante gran parte della verità venga svelata fin dai primi episodi. Se tali punti forti si fossero appoggiati a coerenza e credibilità, The I-Land sarebbe risultato un titolo, se non proprio valido, almeno godibile.

The I-Land Dichiarando fin da subito l'ispirazione a Lost, The I-Land non fa che sottolineare la propria inadeguatezza nei confronti di un precedente tanto illustre. Il risveglio sull'isola è seguito a reazioni poco credibili, rapporti insensati e scelte narrative incoerenti. La componente fantascientifica, svelata troppo presto, dona fascino al prodotto, ma si mantiene piatta e al di sotto delle aspettative. Nonostante un sottofondo avventuroso che intrattiene, The I-Land non riesce a difendersi, a causa di una scrittura ingenua, dialoghi piatti e personaggi troppo poco approfonditi.

4.5