The Last of Us 1x08 Recensione: un pre-finale al cardiopalma

Senza alcun timore di forzare la mano nel trattare temi pesanti, lo show targato HBO confeziona un episodio estremamente intenso.

The Last of Us 1x08 Recensione: un pre-finale al cardiopalma
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Dopo aver raccontato le origini di Ellie e le sue prime esperienze prima di incontrare Joel e le Luci, The Last of Us si concede un ultimo exploit prima del gran finale. La serie HBO, in esclusiva su Sky e NOW, sembra quanto mai intenzionata a concentrarsi sul presente e sulle preoccupazioni immediatamente più vicine ai propri protagonisti. Nel mettere in scena un episodio agghiacciante sotto diversi punti di vista, lo show creato da Craig Mazin e Neil Druckmann non si tira indietro neppure quando deve fare i conti con temi delicati e particolarmente scottanti.

Chi ricorda il percorso della coppia di personaggi all'interno del videogioco riuscirà con estrema facilità a collegare eventi e tempistiche. Già dalle immagini promozionali i giocatori avevano riconosciuto in "When We Are Needed" uno dei frammenti più cupi e oscuri dell'intera serie. Lo show continua quindi il suo percorso verso un'escalation evidente sia in termini visivi che prettamente narrativi, portando l'orrore più brutalmente umano e atroce su schermo.

Chimere e orrore

Sfruttato il momento cruciale nel viaggio di Ellie (Bella Ramsey) per raccontare con dovizia di particolari il suo passato e le motivazioni che la spingono a fare tutto il possibile per salvare Joel (Pedro Pascal) da una ferita quasi mortale, The Last of Us abbandona la struggente malinconia descritta nella nostra recensione di The Last of Us 1x07 per far spazio all'azione.

Fra gelide nevi che avvolgono la scena, costringendo i protagonisti in una sorta di gabbia senza uscita, Ellie si ritrova coinvolta nelle faccende di una piccola comunità guidata da David (Scott Sheperd), uomo di fede, e dal sottopsoto James (Troy Baker, voce originale di Joel nella saga videoludica di Naughty Dog). Dietro i buoni propositi di una fede difficile da mantenere in un mondo alla deriva, le difficoltà del gruppo di individui si fanno sempre più evidenti e si incrociano con l'impotenza di Ellie, soggiogata e desiderosa di tirarsi fuori da una situazione sempre più angosciante. In un contesto quanto mai opprimente per i protagonisti, la serie HBO indugia con coraggio nel delineare le falle di una comunità guidata dall'ipocrisia dei giusti e sulle devianze psicologiche di individui disposti a rinunciare la propria umanità per un bene superiore.

Come se le peripezie già vissute dalla ragazza finora non fossero abbastanza per temprare la sua psiche all'ombra del trauma, l'orrenda sequela di eventi descritta con cura e rigore maniacali dagli autori in questo episodio non lascerà di certo indifferenti neppure gli spettatori più scettici. L'ottava puntata di The Last of Us si rivela quindi esplosiva non tanto per la sua spettacolarità, quanto per la veemenza con la quale racconta gli eventi e il loro impatto sui personaggi coinvolti.

In netto contrasto con quanto mostrato la scorsa settimana, mantenendo quell'apparente alternanza tra episodi di studio ed episodi di progresso, l'opera di Mazin e Druckmann assume i connotati di uno squarcio marcescente, una piaga utile solamente a ricordare a chi osserva quanto buio possa esserci in un mondo destinato all'oblio. In questo senso, il crollo della comunità si lega al collasso della morale, travolgendo lo spettatore con scene di pura follia e con sequenze pregne di una sconvolgente animosità.

Un gelido inverno

Sotto la sferzante direzione di Ali Abbasi, l'intera costruzione della puntata procede in maniera impeccabile fino al climax della sua conclusione. Se qualcuno facesse vedere l'episodio per promuovere la serie, limitandosi a contestualizzare l'ambientazione post-apocalittica delle vicende, chi osserva riuscirebbe comunque a comprendere ogni dettaglio in maniera eccellente. Sfruttando al meglio il tempo e lo spazio a propria disposizione, Mazin e Druckmann costruiscono una situazione parallela all'opera di riferimento, ma che qui acquisisce una verosimiglianza ancor più pesante rispetto al videogioco.

Si tratta forse della rappresentazione più forte dell'adattamento "migliorativo" apportato da HBO, che sfrutta deviazioni congeniali alla narrazione televisiva senza mai divergere eccessivamente dal materiale di riferimento. Tra piacevoli sorprese e splendidi attimi, fra chi indugia sugli sguardi e chi si lascia avvolgere dal gelo, gli autori portano in scena l'ultimo approfondimento sul tema della comunità, lasciando ben poco spazio ai non detti per esaltare l'autenticità di ogni scenario.

Non solo: la tangibilità di ogni situazione, percettibile fin nelle sue più piccole dinamiche, aumenta la tensione a livelli elevatissimi e tiene incollati allo schermo dall'inizio alla fine. La drammatizzazione degli eventi evidenzia un realismo disarmante nel trattare temi di violenza e terrore, rendendo giustizia a uno dei momenti più importanti del videogioco ma anche a uno dei ricordi più segnanti per Ellie. Crudo e violento come pochi contesti visti finora, forse perché si tratta del più umano e "vicino" di tutti, lo scontro di questa puntata verrà ricordato come uno dei momenti televisivi più scioccanti dell'anno.

Inutile ribadire nuovamente la qualità degli scenari, tra elementi interni e set esterni perfettamente congeniali allo scheletro videoludico. Qualora ci fossero ancora dubbi sulle capacità di Bella Ramsey nell'interpretare Ellie, invece, questo episodio permette di ammirarla in tutto il suo splendore: movenze, criticità, dolore e rabbia trasmettono l'anima del personaggio con una forza insperata. Senza dubbio a livelli da Emmy.

Il prezzo della salvezza

Dove lo spaventoso inverno si trasforma in un terribile inferno, The Last of Us ribadisce che il viaggio di Joel ed Ellie necessita di superare un ultimo ostacolo per poter giungere al suo punto di svolta. Dopo aver affrontato il dolore, il sacrificio, l'amore, la delusione e l'abbandono, i protagonisti devono ora fare i conti con la brutalità umana. Nei momenti più delicati del viaggio, l'idea che il nemico peggiore sia quello meno palese rappresenta alla perfezione l'intuito e la sensibilità di chi ha creato quest'opera e di chi ha rispettosamente trasposto la sua magia sul piccolo schermo.

Anche nei momenti più oscuri, lo show targato HBO non smette di stupire e lascia il segno con un episodio colmo di prospettive intriganti da analizzare per più visioni. Se dinanzi all'amore è più facile notare la passione degli autori, Mazin calca la mano per ricordare a tutti come trattare la propria storia dinanzi all'orrore. Per più tratti si percepisce quella fredda consapevolezza, quella rabbiosa critica che nello sguardo traumatizzato di Ellie riversa tutto l'odio per ciò che di più orrendo c'è a questo mondo. Nell'universo di The Last of Us la fiducia è un bene prezioso, ma l'umanità è forse il più raro.

The Last of Us HBO L'ottavo e penultimo episodio di The Last of Us si conquista un posto di primo piano fra i più impattanti dell'intera stagione. Sfruttando la prospettiva di Ellie, interpretata da un'incredibile Bella Ramsey, per raccontare l'orrore di una comunità vittima di un mondo alla rovina, la serie targata HBO porta su schermo una puntata destinata a sconvolgere e a far discutere. Craig Mazin e Neil Druckmann riescono ancora una volta a portare su schermo un adattamento fedele quanto basta, ma ricco di dettagli e particolari sempre più azzeccati per la narrazione televisiva.