The Last of Us 1x09 Recensione: un finale commovente e indimenticabile

Con un episodio frenetico, ma perfettamente fedele all'opera originale, la serie HBO raggiunge il climax e un finale tanto atteso

The Last of Us 1x09 Recensione: un finale commovente e indimenticabile
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Superate settimane di grandi attese, tensioni e sorprese, l'adattamento televisivo di The Last of Us raggiunge il finale di stagione con la certezza di aver fatto la storia: con una cura maniacale per i dettagli e un contesto produttivo quanto mai appassionato per l'opera di riferimento, HBO ha costruito un prodotto che rivoluzionerà in maniera indelebile il mondo delle trasposizioni videoludiche. La forza dirompente dell'opera è sotto gli occhi di tutti: cast, crew, production design e sceneggiatura hanno stabilito uno standard elevatissimo in grado di offrire un'esperienza quanto mai fedele allo spirito del materiale originale, ma sviluppata in ottica critica e ricostruttiva con un piglio dichiaratamente migliorativo rispetto alla fonte.

Craig Mazin e Neil Druckmann hanno portato milioni di spettatori nel mondo post-apocalittico del Cordyceps e sono riusciti nel difficile intento di raccontare una storia di uomini, più che di infezioni. Il percorso dello show ha avuto una lunga serie di alti e pochissimi bassi, mantenendo una qualità incredibile ogni settimana con puntate che hanno saputo evidenziare la grande varietà di contenuti posta in analisi dallo show. Bella Ramsey aveva annunciato che il finale avrebbe diviso i fan, come del resto ha fatto il videogioco con il suo ultimo atto. A visione conclusa, possiamo confermare che la serie non si è tirata indietro neppure questa volta per trovare il giusto connubio tra fedeltà e innovazione.

Tutte le strade portano alle Luci

Dopo aver raccontato l'orrore del momento peggiore per Joel (Pedro Pascal) ed Ellie (Bella Ramsey) nella nostra recensione di The Last of Us 1x08, lo show HBO compie un ultimo balzo per portare i personaggi alla loro destinazione finale. Con estremo tempismo, tuttavia, il percorso dei due ottiene un ulteriore approfondimento attraverso un background che i fan attendevano da tempo immemore. Osservando le origini di Ellie, nello specifico la sua nascita e ciò che l'ha portata a vivere una vita difficile, lo show riesce nel duplice intento di dar forma ai ricordi e di offrire maggior apertura e prospettive a personaggi finora solamente accennati.

Il risultato si rivela eccellente e viene sfruttato alla perfezione per ampliare le possibilità degli eventi pronti ad alternarsi su schermo. L'arrivo dei protagonisti a Salt Lake City, luogo in cui dovrebbero trovarsi le Fireflies in attesa che Ellie venga portata da loro nella speranza di trovare una cura per l'infezione, si rivela sin dalle prime battute un viaggio malinconico condito da sentimenti contrastanti. Il dovere di Joel si scontra con la sua sensibilità, mentre la paura di Ellie si scontra con la consapevolezza di un destino apparentemente già scritto.

L'arrivo al Quartier Generale e le difficili decisioni che ne conseguono segnano la svolta definitiva per la trama dello show in maniera perfettamente congruente rispetto a quella del videogioco, portando una nuova situazione estremamente delicata per i diretti interessati. Tra promesse da mantenere e segreti ancor più duri da celare, Joel ed Ellie trovano la fine del loro viaggio nella prospettiva di un nuovo inizio per le loro vite. Non tutto, però, rimane insoluto: se il mondo post Cordyceps ha insegnato qualcosa, è che ogni azione porta sempre a delle conseguenze.

Non sembra esserci più spazio per il marcio degli infetti, ma solamente per il triste destino fallibile degli uomini, annichiliti dalla loro fragilità e dalle catene dei legami. Tra chi ne viene sopraffatto e chi non riesce a farne a meno, ogni scelta in The Last of Us conferma l'indissolubile connessione tra azione e reazione, confermando (qualora ci fossero ancora dei dubbi a riguardo) che il peggior nemico dell'uomo si trova dentro di lui.

Un climax spiazzante

Con estrema sorpresa rispetto alle iniziali attese, ciò che si evince sin da subito è che l'ultimo episodio avrà senza dubbio subito una forte presa di posizione da parte di Neil Druckmann in fase di scrittura: lo sviluppo della puntata è quasi completamente identico alle sequenze finali del videogioco targato Naughty Dog, eccezion fatta per le interessantissime aggiunte sulla madre di Ellie. La poetica scelta di far interpretare Anna ad Ashley Johnson, l'attrice che ha "dato vita" al personaggio nella saga videoludica, chiude il cerchio di una backstory sulla quale Mazin e soci lavoravano da tempo.

Ma non solo: lo sviluppo delle varie situazioni a schermo, complice una messa in scena epocale e da pelle d'oca, ricrea le sequenze del gioco con assoluta precisione riuscendo a far apparire ogni scena ancor più sentita e grigia agli occhi di chi osserva. La qualità degli ambienti di The Last of Us ha lasciato a bocca aperta dall'inizio alla fine, condita dal grande lavoro compiuto sul sonoro e agli interessanti hint musicali sulla seconda parte di The Last of Us. Con una regia di Ali Abbasi che si rivela attenta e intrigante, lo script di Mazin buca lo schermo e carica di significato ogni frame per esplodere nel finale che tutti attendevano. Uno dei momenti più epici della storia dei videogiochi rivive in una puntata carica di passione, che pur apparendo leggermente frenetica rispetto all'opera originale ottiene senza dubbio lo stesso, spiazzante risultato.

Passo dopo passo, l'alchimia fra Pascal e la Rasmey si fa sempre più sentire, lasciando spazio agli sguardi e ai non detti con una prepotenza che fa raggelare il sangue. Forse per la prima volta alcune lacune possono farsi sentire nel tentativo di mantenere il ritmo incalzante, ma anche in questo caso la narrazione ne esce a testa alta reggendosi sulla forza della propria storia. Di certo, l'attitudine del cast e la spettacolare resa generale valgono da sole il successo dell'episodio.

Mescolando violenza e orrore nel modo più terrificante possibile, in un momento di totale gelo morale, The Last of Us si prepara a spiazzare gli spettatori di tutto il mondo con un'umanità disarmante non nelle sue grandezze, ma nelle sue spire più oscure. Un gioco di sfumature che merita approfondimenti ben maggiori, ma che entra con forza fra i momenti più segnanti della stagione televisiva. Dopo aver affrontato il dolore, il sacrificio, l'amore e l'abbandono, i protagonisti si trovano faccia a faccia con un desiderio che aveva quasi fatto dimenticare la destinazione durante il viaggio.

...OK

Giunti alla fine del viaggio, con due sguardi che si intrecciano nelle loro paure e nel loro dolore, The Last of Us mostra un pallido barlume di speranza per due vite segnate, ma ormai impossibili da separare. L'uomo si rivela il principale artefice del destino del mondo, nel bene e nel male, ma per questi personaggi esiste qualcosa che va anche oltre. Se è vero che non si può sfuggire al dolore, la serie HBO dimostra che rinunciare all'amore è qualcosa di ancor più difficile. Questo messaggio, per quanto drammatico nella sua messa in atto, porta lo show a raccontare qualcosa di unico nel suo genere. Per questo, anche nei suoi momenti più oscuri, quest'opera non smette di stupire.

Nel narrare l'apocalisse, Craig Mazin è riuscito a mantenere il focus sugli uomini, e già questo risultato basta a elevare l'opera su un altro livello. Se aggiungiamo l'analisi e la psiche di ogni elemento presentato, il pathos di ogni scena, la grande cura e passione rivolta nei personaggi e nelle loro storie, nelle loro emozioni e nelle loro paure, la serie che ha raccontato la comunità e le disavventure degli ultimi rimasti è riuscita a compiere una piccola, grande rivoluzione. Dinanzi al primo vento di una nuova vita, non possiamo che attendere con interesse i prossimi passi del percorso.

The Last of Us HBO Il finale della prima stagione di The Last of Us si aggrappa con tutte le forze a Joel ed Ellie, fornendo contesto agli ultimi quesiti rimasti insoluti per poi esplodere nelle sue inattese conseguenze. Vedere su schermo i momenti epocali del videogioco è un'esperienza unica che segnerà il passo per le produzioni successive e che non esita neppure un istante dal prendersi i giusti rischi. Una conclusione degna di una produzione che lascerà il segno e traccerà una nuova rotta per le trasposizioni a tema videoludico.