The Morning Show 2 Recensione: la seconda stagione convince?

Aveva promesso adrenalina e attualità, ma quello che The Morning Show ha offerto col suo ritorno è mancanza di tensione e depotenziamento del racconto.

The Morning Show 2 Recensione: la seconda stagione convince?
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Nel 2019 The Morning Show ha dimostrato di essere la serie giusta al momento giusto (sintonizzatevi sulla nostra recensione di The Morning Show per farvi un'idea) . Il movimento MeToo era scoppiato solamente due anni prima, il che ha permesso ai creatori Kerry Ehrin e Jay Carson di poter trarre a piene mani da quel momento di subbuglio e sconvolgimenti che stava attraversando l'America e il mondo intero. Occasione ghiotta per la serialità, che ha potuto fronteggiare a viso aperto uno snodo sociale fondamentale nella storia del ventunesimo secolo, che se ha visto partire una rivoluzione nei corridoi delle grandi major e per le strade di ogni paese con il caso Harvey Weinstein, ha finito per riversarsi anche nella scrittura dei nuovi prodotti audiovisivi.

È così che The Morning Show ha raccontato dei giochi di potere e delle aggressioni sessuali avvenute nell'ambito lavorativo, quello di una rete televisiva compromessa, che per veder partire una rivoluzione doveva prima di tutto spurgarsi dal male che aveva radicato nel profondo. Coincidenza di uscite che volle nel 2019 anche il rilascio di un film incentrato proprio sul caso di molestie e sessismo avanzato negli studi giornalistici della Fox, che vi avevamo raccontato nella nostra recensione di Bombshell, creando un parallelismo tra pellicola e show, ma soprattutto rispecchiando primariamente lo spirito del momento e cosa quelle storie, quei racconti, quei segreti per troppo tempo taciuti volessero andare a rivelare.

Dal femminismo al Covid

Nel porre come protagoniste in contrapposizione Jennifer Aniston e Reese Whiterspoon, la serie Apple ragionava sulla verità che avanzava indomita cercando di annientare la roccaforte di dominio e violenza fisica e psicologica di cui molti, troppi, erano stati vittima.

E, allo stesso tempo, era il sommovimento che si affrancava dalle strutture marce che avevano corroso l'integrità della propria azienda ad alimentare la tensione crescente negli episodi della serie, mostrando come anche le donne (la Alex Levy di Aniston) potessero aver commesso errori di omertà, ma che era in ogni caso arrivata l'ora di riscattarsi. Se però il risultato e il messaggio del progetto AppleTV+ (siete ancora in tempo per recuperare la corposa offerta AppleTV+ di novembre 2021) sembravano perfettamente racchiusi in quel discorso finale che stabiliva un inedito assetto per l'universo del The Morning Show, la piattaforma ha presto confermato l'arrivo di una seconda stagione, anche questa volta idealmente incentrata sul tema più cocente del panorama attuale. Ecco dunque la scelta di portare il Covid all'interno della narrazione, lo stesso che nella vita reale ha fatto slittare di diverso tempo la produzione della serie.

La promessa era di veder raccontato l'esordio di questo nemico invisibile che ha messo in ginocchio l'intero globo, ma ciò che la seconda stagione in realtà ha mostrato è il proseguimento di una narrazione che aveva toccato già il suo apice con il precedente season finale. Un depotenziamento dei caratteri e della trasformazione subita dai personaggi riscontrabile nelle prime puntate della seconda stagione, che difficilmente decolla all'inizio, dovendo attendere fino a metà del suo percorso prima di ricreare lo stesso clima di adrenalina e elettricità suscitato in precedenza.

Il decollo incerto della seconda stagione

The Morning Show 2 persevera infatti nello sviluppo ormai completo di un personaggio come la Alex Levy di Jennifer Aniston, andando ad affievolire quasi il ritratto del predatore sessuale Mitch Kessler, cercando nell'ulteriore redenzione della giornalista quasi un evitabile perdono nei confronti del personaggio di Steve Carell.

Lo scavare ancora più affondo nel passato fatto di peccato della protagonista non giova alla complessità della donna, non le dona maggiore spessore o un'aurea più coinvolgente, bensì influenza un intero racconto che avrebbe dovuto guardare al futuro, ma si ritrova ancora bloccato nei decenni precedenti. Quelli contenuti in un libro che diventa l'unica ossessione di Alex, incagliando l'intera storia e perdendo l'empowerment che aveva costruito. La vera qualità di The Morning Show sta nel suo sguardo capace di poggiarsi su ciò che accade in un preciso istante nel mondo; la serie riesce così a risalire proprio al frangente in cui la pandemia galoppa in maniera incessante, diventando sempre più predominante all'interno degli episodi, finché la situazione non esplode del tutto.

È perciò sul finale che la questione si fa interessante. È quando bisogna chiudere la seconda stagione che ci si domanda realmente cosa accadrà. Il non aver permesso al racconto di progredire, reinvestendo ancora una volta sulla stessa tematica femminista senza però darle alcuna nuova o arguta argomentazione, ha reso The Morning Show 2 un'occasione quasi sprecata, non concentrandosi completamente sul momento di panico e terrore che quei primi mesi di conoscenza del Covid ha generato. Ne presenta infatti solamente un accenno, ne limita spazio e durata, chiudendo le puntate lì dove il problema comincia effettivamente a divampare.

The Morning Show si prepara così alla sua probabile terza stagione, che ci dà davvero un motivo per continuarla, pur avendo subìto una battuta d'arresto con la seconda. La speranza è di poter vedere attraverso l'occhio dei media com'è stata riportata l'informazione di una delle notizie più incredibili e irreali che abbiamo ricevuto nel corso degli ultimi anni della nostra vita; scoprire come l'audiovisivo sarà capace di ricostruirne la cronologia, apportando alla correttezza dei fatti e degli avvenimenti quel senso di smarrimento e paura che sentiamo ancora oggi. Un'opportunità che questa volta lo show non potrà bruciare e che forse donerà nuova linfa e materiale alla narrazione Apple.

The Morning Show The Morning Show aveva dato tutto con il finale della sua prima stagione. È per questo che le puntate iniziali della seconda mostrano una difficoltà non indifferente, che va addirittura a depotenziare lo sviluppo e la crescita che i personaggi avevano intrapreso, decollando solamente quando riesce a concentrarsi sull'attualità e sull'arrivo della pandemia. Un arrestarsi e riavvolgersi delle trasformazioni dei protagonisti, che tornano a guardare indietro invece che al futuro, cosa che forse farà la serie con la sua probabile terza stagione.

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