The Mosquito Coast: Recensione della nuova serie Apple TV+

The Mosquito Coast è un'intrigante prima stagione, ricca di pathos, drammi e dilemmi morali. Ma con qualche difetto tecnico di troppo.

The Mosquito Coast: Recensione della nuova serie Apple TV+
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Probabilmente una delle più rilevanti responsabilità che noi spettatori abbiamo nei confronti di un qualunque prodotto audiovisivo è quella di doverlo inquadrare. Dobbiamo cioè capire cosa stiamo guardando, altrimenti non lo capiremo mai, in quanto ogni film o serie tv fa storia a sé stante: in poche parole non criticheremmo mai Rick e Morty per il suo ritmo infernale o l'insensata follia delle situazioni che propone, come non potremmo mai rimproverare ad un Blade Runner 2049 la sostanziale mancanza di umorismo. E The Mosquito Coast, nuova proposta Apple in arrivo il prossimo 30 aprile tratta dall'omonimo romanzo, è un caso perfetto di telefilm che va inquadrato, tanto è facile cadere in inganno.

La sinossi che quasi certamente troverete su internet, infatti, descrive stringatamente l'unica novità Apple TV+ di aprile come la vicenda di un padre che, disgustato dal mondo civilizzato, sceglie di trasferirsi con la famiglia nell'America Latina. Ecco, The Mosquito Coast non è esattamente questo; è una dolorosa ed estenuante odissea familiare, una fuga disperata da tutto e da tutti.

Sarà un'avventura

Protagonista è la famiglia Fox, composta dal padre Allie (Justin Theroux), sua moglie Margot (Melissa George) e i figli Dina (Logan Polish) e Charlie (Gabriel Bateman). In apparenza sembra una famiglia normale che cerca in vari modi di tirare avanti, grazie soprattutto alla brillante mente di Allie, capace di inventare congegni e macchinari a dir poco rivoluzionari. La facciata crolla, però, fin troppo presto: si iniziano a notare strani dettagli, come il divieto assoluto di avere o usare telefoni, l'assenza di una televisione, gli accenni a numerosi cambi di residenza nonché di identità e tante altre regole da seguire ciecamente.

Qualcosa si rompe irreparabilmente e la polizia, in aggiunta a qualche misterioso agente governativo, si lancia sulle tracce di Allie, che non ha altra scelta se non quella di tentare un'infinita quanto rocambolesca fuga. The Mosquito Coast è una serie che si prende i suoi tempi, procede con calma e decide di soffermarsi molto sui singoli avvenimenti, il che potrebbe suonare come un punto di partenza non proprio positivo per una trasposizione.

Sembra il preludio all'ennesimo caso di un telefilm estremamente allungato ed annacquato, nel tentativo di estrapolare quanti più episodi o stagioni possibili da un libro limitato. La differenza, tuttavia, è che il concept stesso alla base di The Mosquito Coast permette un'operazione del genere, poiché l'intreccio in realtà basilare messo in scena ha ramificazioni e conseguenze - in particolar modo sulla psicologia e il rapporto tra i membri della famiglia - a dir poco infinite, squisitamente drammatiche e coinvolgenti. L'odissea angosciante della famiglia Fox è il cuore pulsante e totalizzante della serie e, di conseguenza, dedicare anche 50 o più minuti ad una traversata nel deserto appare una decisione sensata.

Tutto può essere riparato

The Mosquito Coast, infatti, in questa prima stagione ama indugiare sui dettagli, su semplici o addirittura banali conversazioni, momenti che sembrano totalmente disconnessi dalla trama portante, a volte persino delle normali passeggiate in una delle rare pause dalla fuga; sono tutti aspetti presenti in gran numero. Se la narrativa viene sorretta quasi interamente da quattro personaggi, allora vanno capiti ed esplorati per bene, altrimenti il dramma non può fuoriuscire senza apparire casuale e spento. Come ripetiamo spesso, non è la lentezza di una serie ad esserne il problema, bensì il ritmo, che deve essere costante - lento o frenetico che sia - e contestualizzato.

E qui è semplicemente perfetto, conferendo il giusto tempo alle tematiche fondamentali di nascere, crescere ed esplodere in una serie di confronti da pelle d'oca e di dilemmi morali meravigliosi. The Mosquito Coast, almeno per ora, non prende le parti di nessuno e pone con una ferocia alcune questioni insolubili: quale battaglia può mai valere il mortificare l'adolescenza dei propri figli? Per quale ideale è necessario metterli a rischio ogni singolo giorno? È possibile rinunciare al proprio retroterra culturale o è destinato a perseguitarci per sempre?

In questi momenti la serie sfiora livelli di profondità straordinari grazie ad alcune scene magistrali, i cui strascichi rimangono per sempre sui volti e la crescente stanchezza della famiglia Fox. Purtroppo, per raggiungere ciò The Mosquito Coast ha dovuto sacrificare e limitare alcune cose, in primis centellinare le informazioni su che reato ha effettivamente compiuto Allie - o Margo o forse addirittura insieme. Strategia condivisibile e comprensibile, fondamentale per tenere alta la suspense e mantenere l'ambiguità e il dubbio su tutte le azioni, a volte scellerate, di Allie.

Ma erano al contempo da evitare le tante, troppe situazioni in cui la verità stava per venire a galla e un imprevisto a caso blocca la conversazione. È un escamotage davvero datato ed irritante, capace con poche battute di disperdere il coinvolgimento emotivo, effetto grave specialmente per una serie così elegante. Curiosamente le altre problematiche sono di natura tecnica, un po' inaspettate, visti gli alti livelli di produzione, ma che potrebbero non rappresentare la qualità finale dell'opera ed essere di conseguenza corrette da Apple rispetto all'anteprima stampa da noi ricevuta.

Tali elementi si riflettono infatti in una colonna sonora e un montaggio a tratti discutibili: la prima è sì intrigante, volutamente cacofonica, disarmonica e disturbante nelle giuste situazioni, tranne quando copre o si sovrappone ad effettivi suoni nella serie lasciando fin troppa confusione; il secondo invece abbandona inspiegabilmente alcune sequenze nel clou dell'azione - come per esempio la sparatoria nel secondo episodio - per focalizzarsi su altro, prima di tornare a stallo ormai concluso.

E, di nuovo, si perde buona parte della sospensione dell'incredulità, poiché situazioni quasi disperate vengono risolte, seppur brevemente, off-camera. L'odissea della famiglia Fox allora ha qualche angolo da smussare, è un prodotto ancora un po' ruvido, ma rimane un ottimo esordio

Mosquito Coast Stagione 1 La prima stagione di The Mosquisto Coast è un ottimo esordio, a tratti addirittura pregevole. La continua fuga della famiglia Fox è trattata in una maniera alquanto inaspettata, con un ritmo lento e compassato ma costante, poiché la serie intelligentemente comprende che il cuore pulsante e totalizzante dell'intreccio sono i suoi personaggi e i rapporti sempre più messi a dura prova tra di loro. E quindi ci sono tanti momenti che non necessariamente hanno a che fare con la trama in sé, ma indugiano su dettagli, conversazioni, passeggiate, momenti di pausa. Era l'unico modo realmente elegante e funzionale per far emergere il dramma dei protagonisti in tutto il suo essere estenuante e i conseguenti nonché meravigliosi dilemmi morali che si porta dietro. The Mosquito Coast pecca più che altro nel modo in cui nasconde la verità su ciò che ha davvero fatto Allie, con escomotage davvero troppo datati ed irritanti, e un comparto tecnico con più di qualche problema, tra una colonna sonora troppo invadente e un montaggio a tratti discutibile. Resta una serie da tenere d'occhio, anche se un po' ruvida in certi momenti clou.

7.5