The Nevers di HBO: recensione della prima parte di stagione

Arrivata al giro di boa, la serie HBO ha mostrato il suo vero volto con un sesto episodio che sorprende, fornisce risposte e pone le basi per il futuro.

The Nevers di HBO: recensione della prima parte di stagione
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Con la pubblicazione del sesto episodio (True), siamo finalmente giunti al finale della prima parte di stagione di The Nevers e abbiamo ricevuto sì una buona dose di risposte ai vari indizi disseminati finora, ma anche ulteriori domande. In particolare, True è un episodio fondamentale nell'economia dello show, perché ne svela le carte e fa capire in maniera più chiara la direzione che verrà intrapresa nella seconda parte, al momento ancora senza data d'uscita ufficiale e con la sola garanzia che dovrebbe arrivare nel corso dell'anno.

Inoltre, aiuta a inquadrare meglio quanto visto negli episodi precedenti, di cui vi abbiamo parlato nelle nostre prime impressioni su The Nevers. Arrivati al giro di boa, siamo dunque pronti a dare un bilancio di quanto visto finora, ma prima vi ricordiamo che The Nevers viene trasmesso su Sky Atlantic ed è disponibile on demand e in streaming su NOW.

Non solo X-Men nella Londra vittoriana

La premessa di The Nevers è che nella Londra di fine Ottocento, alcune persone - in gran parte donne - iniziano a manifestare dei poteri straordinari in seguito a un evento soprannaturale. Coloro che si ritrovano in possesso di queste strabilianti qualità vengono chiamati "Toccati" e devono scontrarsi contro i pregiudizi della società. In questo contesto nasce una comunità di "Toccati" che si riunisce in un rifugio guidato dalle protagoniste Amalia True (Laura Donnely) e Penance Adair (Ann Skelly). Per dirla brevemente, durante i primi episodi ci siamo ritrovati di fronte a una specie di X-Men in una Londra Vittoriana con alcuni elementi steampunk.

Lo show è impreziosito dagli alti valori produttivi tipici della HBO e trasuda Whedon - il creatore della serie - nei temi, nei dialoghi ironici, nelle svolte narrative, nel passaggio da momenti leggeri ad altri drammatici e anche nella commistione dei generi. In chiusura dell'anteprima avevamo detto di essere abbastanza sicuri che la qualità produttiva e di scrittura non avrebbero visto un brutto calo ed avevamo espresso la nostra curiosità su come sarebbe evoluta la storia, su che spiegazioni sarebbero arrivate alle tante domande.

Qual è l'origine dei "Toccati"? Cos'è quell'oggetto misterioso che si vede sorvolare il cielo di Londra nel primo episodio? Qual è la vera storia di Amalia? Qual è la sua missione? A queste, ovviamente, si sommano quelle circa gli obiettivi dei vari personaggi che vanno a comporre un quadro complesso e sfaccettato, anche se per il momento non tutti sono stati approfonditi al meglio e alcuni di loro, così come alcune sottotrame, potrebbero risultare superflui e poco incisivi. Inaspettatamente, però, il quinto episodio (Hanged) presenta alcuni piccoli passi falsi a causa di una regia a tratti confusionaria e a causa di alcuni cambi di alleanze o di rapporti che avvengono in maniera un po' troppo repentina. Narrativamente, invece, la puntata continua a preparare il terreno per il vero punto di svolta, ossia il sesto episodio.

Quest'ultimo, infatti, nell'arco di un'ora abbondante riesce a dare una nuova prospettiva a tutto quanto visto fino a quel momento e presenta la vera premessa all'origine della storia, che al period drama e allo steampunk aggiunge anche una dose di fantascienza. Iniziando l'episodio è molto probabile restare spiazzati e arrivare a credere di aver avviato la serie sbagliata. Noi, per esempio, per alcuni istanti abbiamo pensato di essere stati catapultati in Firefly, serie cult firmata anch'essa da Whedon.

Ma, per quanto i dialoghi siano criptici e il setting possa apparire inaspettato, alcune frasi sibilline pronunciate negli episodi precedenti acquistano senso e coerenza. Ci viene rivelata non solo la storia di Amalia, ma anche la presenza di uno schema generale più grande di quello che poteva sembrare inizialmente e che va oltre il presentare delle supereroine ante litteram e tutte le tematiche inerenti, dalla paura del diverso o del cambiamento dello status quo. Insomma, giunti alla fine della puntata sembra di aver assistito a un grande prologo in cui il team di scrittori ha deciso di prendersi tutto il tempo necessario per mettere in piedi un worldbuilding convincente e stratificato.

Inoltre, grazie all'abile plot twist, le domande che hanno ricevuto risposta sono state spazzate da un nuovo gruppo di domande che contribuiscono a mantenere alto l'interesse verso gli sviluppi futuri. È stata poi interessante la scelta della divisione dell'episodio in capitoli, che da uno scenario inedito fino a quel punto della serie arriva a mostrarci la verità su Amelia e a riportarci sulla traiettoria del racconto.

Una serie ideata da Joss Whedon

Come abbiamo scritto alcuni paragrafi sopra, nonostante HBO in fase di promozione dello show abbia evitato di nominare Whedon a causa delle controversie nate intorno alla sua persona (si vedano ad esempio le accuse di Ray Fisher ), è innegabile che The Nevers contenga tanti elementi tipici dell'autore e sia subito associabile alla sua firma, tanto che l'intero show potrebbe sembrare una sorta di remix delle sue opere precedenti. Lo stesso twist del sesto episodio potrebbe ricordare ai fan più affezionati quello avvenuto in Dollhouse, sia per il modo in cui è arrivato, sia per il contesto utilizzato. Sappiamo però che Whedon è uscito dal progetto e che il ruolo di showrunner è stato affidato a Philippa Goslett (How to Talk to Girls At Parties) e dunque bisognerà vedere se nella seconda parte di stagione si sentirà ancora l'influenza di Whedon o se la serie intraprenderà una strada che tenderà a staccarsi dal proprio creatore e magari scrollarsi di dosso quell'alone maledetto dovuto all'essere associata a un nome così problematico negli ultimi mesi.

Lo avevamo già fatto durante l'anteprima, ma ribadiamo ancora una volta quanto Laura Donnely con la sua Amalia sia il cuore pulsante di The Nevers, non solo per l'appassionante storia e complessità del personaggio, ma anche per l'ottima interpretazione portata in scena, che raggiunge l'apice proprio nel sesto episodio, a mani basse il più riuscito di tutta la serie. Nei momenti finali, Amalia decide di mettere i Toccati al corrente della sua vera storia e di cosa c'è davvero in ballo, in modo da essere tutti sulla stessa pagina ed essere pronti ad affrontare le sfide successive e a scoprire chi è il loro vero nemico. E lo stesso può dirsi per noi spettatori che, forti delle nuove conoscenze acquisite, siamo pronti a entrare nel vivo del racconto.

The Nevers The Nevers chiude il primo ciclo di episodi della stagione con una puntata eccezionale che prima spiazza, poi fornisce risposte e in seguito genera altre domande, mentre la rivelazione della storia di Amalia si ricollega a quella principale. Il sesto episodio mette sotto una nuova luce i precedenti e sottolinea una narrazione di grande respiro, che si prende i suoi tempi prima di mostrarsi nella sua vera forma. La produzione HBO si vede e i fan di Whedon ci ritroveranno i suoi tratti caratteristici, nel bene o nel male. Nel complesso, comunque, siamo soddisfatti di questa prima parte e ci chiediamo come evolverà lo show senza il suo creatore.