The Silent Sea Recensione: su Netflix un nuovo successo coreano

La Corea sbarca nello sci-fi e lo fa con The Silent Sea, serie su un mondo ai confini del collasso e un'acqua lunare da cui è bene stare lontani.

The Silent Sea Recensione: su Netflix un nuovo successo coreano
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L'acqua è il bene più prezioso che abbiamo. E se improvvisamente diventasse il più letale? Prima di tutto dovrebbe essere lunare. Poi dovremmo trovarci in una condizione di vita altamente catastrofica che costringerebbe gli scienziati di tutto il mondo a ritrovarsi insieme per sperimentare nuove forme di salvaguardia per la sopravvivenza del genere umano.

Esattamente ciò che avviene in The Silent Sea su Netflix (il nuovo anno è alle porte, scoprite le serie Netflix di gennaio 2022), dove la Terra viene momentaneamente abbandonata da un gruppo di astronauti che si ritroveranno alla deriva nello spazio per cercare ossigeno e rifugio in una stazione abbandonata. È qui che avviene il fatale ritrovamento: la struttura non serviva soltanto come base per degli esperimenti top secret, ma tali pratiche includevano la scoperta di una sostanza in grado tanto di salvare l'uomo, quanto di annientarlo.

La fusione produttiva

In un clima di allerta sui cambiamenti ambientali e la diffusione di una pandemia che ha reso inevitabile scontrarsi con i limiti e i pericoli della società moderna, The Silent Sea si immette sulla scia di operazioni che si scontrano con le derive che il pianeta sta intraprendendo, non riuscendo a far fuoriuscire nemmeno un briciolo di speranza.

Lo show trasporta le conseguenze del nostro accanimento sulla Terra direttamente fin sopra la superficie lunare, mostrando come la mano dell'uomo sia destinata a contaminare un ambiente che vivrebbe probabilmente meglio senza la nostra presenza, deturpando quello che già c'era e creando addirittura nuovi mostri. A generare, invece, un buon team è la produzione di Jung Woo-sung con la piattaforma Netflix, per un salto nel vuoto per la Corea che viaggia così nei luoghi inesplorati del cosmo, avventurandosi nel genere sci-fi e scegliendo di farlo in grande stile. Di certo l'investimento ingente risulta evidente nella realizzazione di The Silent Sea e al contempo la ricostruzione digitale dà buoni risultati, pur sembrando a volte - soprattutto quando si passeggia sullo spicchio di luna - posticci. Ma è più la potenza della storia a voler fare da traino alle svolte del racconto fantascientifico, una curiosità che monta con genuinità nel corso delle otto puntate, che decidono di prendersi tutto il loro tempo pur di portare a compimento la propria narrazione.

I personaggi capitanati dalla stella internazionale Bae Doona (Sense 8, Kingdom, Stranger) e dal Gong Yoo di Train to Busan e del recente fenomeno seriale Squid Game (analizzate insieme a noi l'ascesa di Squid Game a fenomeno mondiale) vengono condotti per corridoi e magazzini dotati di armi e tute, ma ancor più da un carico drammatico e esplorativo che è ciò che attira lo spettatore. Un'indagine approfondita in un rifugio spaziale che non ha intenzione di rendere facile la rivelazione dei propri segreti ai protagonisti e, così, al medesimo pubblico, che aspetta che vengano svelati i pericoli che mantengono costante la suspence in The Silent Sea, pronti a sgorgare con la veemenza di una cascata, inondando lo spettatore e personaggi.

Il futuro dell'ambiente secondo Netflix

Pur non offrendo spunti smaccatamente originali rispetto al discorso attorno alla necessità di un'etica umana e ambientale, avvalendosi dello sviluppo di alcuni argomenti già trattati dallo sci-fi anche con maggior trasporto, l'opera scritta da Park Eun-kyo e diretta da Choi Hang-yong ha comunque una propria voce decisa a farsi sentire e che contribuisce alle osservazioni sulla nostra contemporaneità.

Lo studio e il lavoro sul cortometraggio sempre di Hang-yong che vide la luce nel 2014 si amplifica così per poter utilizzare i finanziamenti e la sensibilità di una finestra come quella data in dotazione dalla piattaforma streaming, che in concomitanza con l'uscita di Don't Look Up di Adam McKay (qui la recensione di Don't Look Up) rivela sempre più la sua intenzione di porsi come baluardo di una comunità più cosciente e preparata da poter forgiare.

Tra svolte splatter e trovate legate alla forma più pura di fantascienza, mescolandosi all'horror nello spazio profondo, ma cercando di riempirlo con un lato estremamente emotivo, The Silent Sea propone un intrattenimento ricolmo di significato. Una missione che affascina lo spettatore, ma che prospetta risvolti inevitabilmente tragici ai personaggi. Un'altra serie coreana che afferma la qualità del suo panorama audiovisivo, mostrando di saper volare tra i diversi generi.

The Silent Sea Con The Silent Sea la Corea viaggia nello spazio e nel genere sci-fi. Prendendo spunto dal clima catastrofista che ricorda la nostra attualità climatica e cercando di affidargli un significato che possa legarsi alle atmosfere fantascientifiche, la serie si lancia in un'analisi che cerca sia la riflessione che lo svago, puntando su risvolti horror, splatter e drammatici. Una narrazione che, ancora una volta, ci mostra come l'essere umano sia incapace di prendersi cura del proprio pianeta. E, in questo caso, anche della Luna.

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