The Terminal List Recensione: una classica vendetta con Chris Pratt

La nuova serie Amazon Original propone in origine un concetto intrigante, ma lo accantona troppo presto per esplorare situazioni più lineari.

The Terminal List Recensione: una classica vendetta con Chris Pratt
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Quando un soldato torna in patria, dopo aver combattuto svariate battaglie nei desolati campi di guerra che fioccano in giro per il mondo, molto spesso si rende conto di non riuscire a scrollarsi di dosso le sensazioni che lo accompagnavano mentre imbracciava il fucile. Ansia, emicranie e irritabilità diventano le compagne fedeli per il celebrato eroe, mentre un senso di pericolo costante riesce a svegliarlo nel cuore della notte al minimo rumore sospetto, come quello di un'asse di legno che scricchiola nel silenzio della sua casa addormentata.

The Terminal List, la serie prodotta da Chris Pratt tra i titoli Amazon Prime Video di luglio 2022, si propone di esplorare in maniera intrigante la paranoia che accompagna a casa un soldato di ritorno dalla Siria, mettendo in discussione la sua lucidità mentale e i ricordi confusi che si affacciano alla memoria, ma sveste in fretta questa particolare maschera per rintanarsi nei temi più confortevoli di una banale lista vendicativa.

La memoria plasmabile

Gli scontri a fuoco sconvolgono la Siria da ormai undici anni, ma la situazione non sembra affatto vicina al punto di risoluzione. Il coinvolgimento di alcuni stati membri dell'ONU ha portato al dispiegamento delle forze atlantiche sul territorio mediorientale, con i soldati d'élite americani chiamati a risolvere le pericolose operazioni contro i guerriglieri che minacciano la vita dei ribelli.

Il commando Alpha Platoon, guidato dal comandante James Reece (Chris Pratt), ha ricevuto solide informazioni sul luogo dove si nasconde Kahani, un noto creatore di armi chimiche del governo, e organizza fin nei minimi dettagli la spedizione che punta a eliminare il grosso bersaglio. Dopo pochi passi all'interno del tunnel per accedere al nascondiglio del nemico, però, i marines si trovano nel bel mezzo di un'imboscata che stermina quasi per intero il plotone: soltanto il comandante e "Boozer" Vickers riescono a tornare a casa il mattino seguente, mentre i loro compagni vengono rispediti in patria all'interno di bare avvolte nella bandiera a stelle e strisce. Reece è certo che qualcuno abbia fornito la falsa informazione sfruttando lo pseudonimo di un fidato collaboratore, ma le alte cariche militari non sembrano intenzionate ad avviare un'indagine interna, mentre la ricostruzione della battaglia all'interno del tunnel - basata sulle comunicazioni radio dei soldati coinvolti - non combacia con i ricordi sempre più confusi del comandante, il quale però non è intenzionato a mettere in dubbio le proprie certezze. Il pericolo non lo abbandona una volta tornato a casa, arrivando a mettere a repentaglio la vita della sua famiglia e trasformando quella che sembrava una semplice operazione militare fallita in un ingegnoso complotto contro il team Alpha.

La paranoia e i dubbi intriganti

Nel corso dei primi episodi della serie originale Amazon Prime la trama costruisce con molta calma il quadro paranoico che assilla la mente del comandante Reece, un uomo che si trova a dover combattere un'evidente sindrome da stress post traumatico per riuscire a distinguere ciò che è davvero successo durante la missione siriana da ciò che i suoi superiori vogliono che lui creda.

I ricordi turbati del soldato si riflettono nelle visioni della sua famiglia, confondendo eventi passati e recenti senza riuscire a trovare una soluzione di continuità, facendo sì che lo spettatore cominci seriamente a dubitare della sanità mentale del protagonista, il quale non sembra nemmeno in grado di delineare con esattezza la realtà che lo circonda. In questo clima di dubbio persistente la narrazione riesce a costruire un ordito intrigante, con l'azione che si affaccia sulle scene per confermare alcune verità e allo stesso tempo rendere ancora più precaria la situazione psichica del comandante: i combattimenti che coinvolgono questo valoroso soldato vengono proposti azzerando quasi del tutto il valore coreografia, puntando invece sul realismo di scontri a fuoco veloci e precisi, restituendo con estrema affidabilità il temperamento di un uomo addestrato a concludere le sue battaglie nel più breve tempo possibile.

Scegliere il classico

Purtroppo The Terminal List vive di due anime contrastanti, le quali vengono separate dalla parete invisibile che divide in blocchi gli otto episodi che compongono questa prima season (mentre una seconda stagione di The Terminal List potrebbe essere pianificata a breve):

in principio c'è il ragionamento psicologico che vortica intorno a Reece, con il costante mettere in dubbio tutto ciò che gli accade - anche le situazioni più evidenti sono sempre caratterizzate da una sottile incertezza - costruendo una narrazione capace di coinvolgere, ma già nella parte centrale del racconto si palesa un virare verso i porti più sicuri di una storia di vendetta e violenza. Quasi tutti i dubbi vengono fugati al giro di boa del quarto episodio, trasformando la serie in un classico viaggio a tappe assassine verso il regolamento dei conti: il comandante Reece stila una lista delle persone da uccidere e procede a depennare i loro nomi in seguito a modalità di esecuzione molto simili tra di loro, le quali cominciano con l'analisi del bersaglio per terminare con l'attacco mirato al suo punto debole, sempre con il solito approccio metodico e ragionato del soldato che continua a perpetuare la guerra anche nel suo Paese.

I limiti della scrittura

L'eliminazione della continua paranoia dal computo delle emozioni spoglia la trama del suo abito più seducente, con il ritmo narrativo che adesso risente delle stesse scene sentimentali riproposte in varie declinazioni, mentre ciò che resta del protagonista senza i suoi dubbi è un uomo afflitto dal lutto e votato alla vendetta, senza alcun tipo di emotività che lo renda qualcosa più di una macchina da guerra.

In quest'ottica vive di luci ed ombre anche l'interpretazione di Chris Pratt, sempre plausibile nel suo restituire un soldato efficiente e abituato a ragionare senza farsi investire dai sentimenti, ma l'assenza di guizzi emotivi si incaglia in una piattezza che è difficile da tollerare per otto ore di visione. Nel delineare questa semplice storia di vendetta la trama non riesce a rendere realistiche tutte le svolte narrative, con alcune scelte che si dimostrano quasi azzardate nel loro voler ingigantire la minaccia su scala globale, mentre la serie tv è inattaccabile nelle sue scene d'azione, fisiche e concrete anche grazie ad una regia che gioca bene sui campi stretti restituendo il senso di pericolo.

The Terminal List La nuova serie originale di Amazon Prime Video vive di due anime contrastanti che la rendono in principio un prodotto potenzialmente unico, ma dopo un breve lasso di tempo la trama si dirige verso i porti più sicuri di un action come tanti altri, incapace di perseguire la linea narrativa più intrigante che portava al dubbio e alla psicologia del suo protagonista. La storia si immette dunque sui binari conosciuti del regolamento di conti senza garantire alcun sussulto degno di nota per lo spettatore, con alcune svolte narrative che appaiono col tempo sempre meno plausibili mentre il pericolo che circonda il comandante Reece assume i contorni di un complotto globale. Nel suo voler perseguire questa linea d'azione c'è però da sottolineare come i combattimenti di The Terminal List siano pianificati ed eseguiti in maniera estremamente efficace, eliminando il fattore coreografia per aprirsi con decisione verso scontri fisici e realistici, restituendo l'approccio metodico e ragionato di un comandante abituato ad eliminare il suo bersaglio senza rischiare di perdere tempo.

6.5