The Walking Dead 10x22 Recensione: il toccante passato di Negan

L'ultimo episodio extra di TWD 10 ci regala la nascita di Negan, nonché uno degli episodi migliori dell'intera serie.

The Walking Dead 10x22 Recensione: il toccante passato di Negan
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In un modo o nell'altro gli episodi extra di The Walking Dead 10 hanno rappresentato una boccata d'aria fresca nel panorama di una non certo riuscitissima decima tornata di episodi. La nave capitanata da Angela Kang ha rischiato più volte di andare alla deriva nel corso delle ultime stagioni, soprattutto con la dipartita di gran parte del cast originale, lasciandoci in balia di dinamiche forzate e di una non certo brillante gestione dei personaggi rimasti.

L'avvento della pandemia - quella reale, che in molti casi ha superato la fantasia degli sceneggiatori più accreditati - ha penalizzato il processo di realizzazione di questa stagione dello zombie drama nato dalla penna di Robert Kirkman e portato sullo schermo da Frank Darabont, ritardando di parecchio il finale di The Walking Dead 10 e costringendo cast e crew a sperimentare a livello narrativo per venire incontro alle mutate esigenze dettate dal protocollo anti-COVID. Il risultato ha centrato in qualche modo l'obiettivo, affrontando in chiave più intimista alcuni personaggi e situazioni che necessitavano disperatamente di una costruzione più solida.

I risultati sono stati alterni, ma pur sempre apprezzabili, come la parentesi relativa a Daryl e Carol che abbiamo esplorato nella nostra recensione di The Walking Dead 10X18 e nella recensione di The Walking Dead 10X21, mentre in altri casi il valore aggiunto è stato indiscutibile, vedasi la parabola di Gabriel descritta nella recensione di The Walking Dead 10X19 o l'ancor più necessario viaggio nella mente di Princess ripercorso nella recensione di The Walking Dead 10X20. La summa di questo percorso è però scolpita nella pietra nell'episodio conclusivo di questa tranche e ci porta dritti alle origini di Negan.

Nascita di un Anti-Villain

Dopo la chiusura dell'arco narrativo dei Salvatori, con la vittoria di Rick su Negan, il personaggio di Jeffrey Dean Morgan era stato messo un po' da parte per fargli espiare i propri peccati relegato nella cella di Alexandria, con alcuni frangenti interessanti nei quali avevamo potuto assistere al mutamento di quello che un tempo era stato uno dei migliori villain di The Walking Dead.

L'avvento dei Sussurratori e la conseguente guerra contro Alpha aveva poi spinto Carol ad inviare Negan tra i nemici come infiltrato, per eliminare dall'interno la minaccia e redimersi agli occhi dei nostri sopravvissuti. Le cose non sono proprio andate così e, nonostante Negan sia di fatto libero e parte della comunità di Alexandria, l'arrivo di Maggie ha riportato a galla vecchi rancori e minacciato il futuro dell'integrazione e della conversione del personaggio interpretato da Jeffrey Dean Morgan.

In questo senso, il momento di riflessione garantito dalla decisione unilaterale di Carol di esiliare il nostro all'inizio di questo episodio - forse l'escamotage narrativo più sensato riguardante il personaggio della McBride nelle ultime puntate - permette a Negan di riflettere su se stesso e sul proprio futuro, ma soprattutto sul passato, per fare finalmente i conti con quella parte di sé che ancora tutti associano al suo essere, ma che non corrisponde affatto alla sua reale natura.

Parte così un appassionante viaggio attraverso gli anni, che beneficia di una solida scrittura che sfrutta in maniera intelligente, sebbene non originale, ma pur sempre funzionale, diversi escamotage narrativi per ripercorrere le tappe della caduta di Negan, dalla sua vita pre-apocalisse, al momento in cui indossa l'iconica giacca di pelle e impugna la mazza da baseball per le quali lo identifichiamo.

Il trionfo di Jeffrey Dean Morgan

Su tutto e su tutti si staglia incontrastata la sontuosa interpretazione di Jeffrey Dean Morgan, che in questo episodio rompe definitivamente la maschera di Negan per esplorare un ventaglio di emozioni inedite per il personaggio, che gli regalano una tridimensionalità della quale necessitava disperatamente, tradotta in un appagamento costante per il pubblico che scopre, minuto dopo minuto, lati inediti di questo protagonista.

Certo, non è tutto oro quel che luccica e alcune dinamiche sono un po' raffazzonate e strizzano l'occhio al fan service, ma erano letteralmente anni che The Walking Dead non ci regalava un episodio di questo calibro e siamo più che felici di scoprire che la creatura di Darabont riesca ancora recuperare lo smalto perduto quando le circostanze sono favorevoli e la passione del team di scrittura entra in sintonia con quella sul set ed è completamente indirizzata a creare una pagina indimenticabile di un racconto lungo ormai un decennio.

La sponda definitiva che permette di fare canestro senza esitazioni è la felice intuizione di Kang e soci di scegliere Hilarie Burton, la vera moglie di Morgan, come interprete di Lucille, la mitologica consorte di Negan, che dà il nome alla temibile mazza da baseball con la quale l'uomo compie le proprie esecuzioni - elemento che, nel corso dell'episodio, gode di uno sviluppo notevole; segno di quanto il lavoro di scrittura abbia premiato gli sforzi. La chimica tra i due è oltremodo inequivocabile e rappresenta un valore assoluto per riuscire a trasmettere in un'ora televisiva il sentimento di una vita e le conseguenze delle scelte e delle azioni del nostro personaggio che attraversano lo schermo in un arcobaleno di emozioni.

L'introspezione di Negan dà, così, nuovo slancio al personaggio di Morgan e nella sua struttura circolare ci consegna un episodio da incorniciare ed aggiungere alla galleria delle migliori puntate di The Walking Dead. Un'occasione unica ma allo stesso tempo necessaria, perché getta le basi per gli eventi futuri nei quali il nostro anti-villain si troverà senza dubbio protagonista, oltre a fomentare il tanto temuto scontro con Maggie che, alla luce degli eventi passati, ha ancora un conto in sospeso con lui. Queste ed altre dinamiche saranno al centro dell'ultima stagione di The Walking Dead, ma per ora ci accontentiamo di congedarci da questa manciata di episodi extra con un sorriso dolceamaro.

The Walking Dead Stagione 10 La decima stagione di The Walking Dead chiude in bellezza il ciclo di episodi extra con l'origin story di uno dei migliori personaggi della serie. La nascita di Negan è ripercorsa nell'arco di una sola puntata in maniera organica e incisiva, donando un'inedita quanto mai necessaria tridimensionalità al personaggio. Jeffrey Dean Morgan si staglia su tutto e su tutti nella sua versatile supremazia e riempie di sfumature l'ottima scrittura che tratteggia, tra riusciti meccanismi di semina e raccolta, non solo il migliore tra gli episodi extra di questa stagione, ma un racconto che entra di diritto negli annali dell'intera serie, complice l'intelligente scelta di affidare il ruolo di Lucille, consorte di Negan, a Hilarie Burton, moglie di Morgan anche nella vita reale. Tutto ciò ci ricorda quanto The Walking Dead sia in grado, quando vuole, di affascinare, commuovere ed appassionare. Chapeau.