The Walking Dead 11x13 Recensione: il vento del cambiamento

Continuiamo ad approfondire cosa si cela realmente dietro al Commonwealth e seguiamo Aaron e Gabriel verso un destino ormai segnato.

The Walking Dead 11x13 Recensione: il vento del cambiamento
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Si delineano meglio i confini del conflitto in questa nuova puntata di The Walking Dead 11 nella quale si articolano le ragioni di Maggie relative alla decisione di non aderire al Commonwealth e la "missione di pace" di Aaron e Gabriel per annettere una nuova comunità al regno di Pamela Milton. La scorsa settimana, nella nostra recensione di The Walking Dead 11X12 scrivevamo che si sentiva la mancanza di una forza antagonista degna di nota. Bene, questo episodio non risponderà pienamente a questa necessità, ma mette in tavola un proemio a tale dinamica che porterà di certo verso determinate conseguenze. Nel frattempo, scoprite la trama del finale della seconda parte di The Walking Dead 11.

Orizzonti che si espandono

La decisione di Maggie nello scorso capitolo ha avuto come conseguenza l'abbandono di alcuni storici membri della comunità di Hilltop a favore del Commonwealth. Lydia si appresta anch'essa a lasciare l'avamposto per raggiungere Daryl e compagni, ma l'arrivo di uno sconosciuto ferito a morte che parla di una non meglio identificata minaccia rimanda i propositi della figlia di Alpha, che si confronta con Maggie per soccorrere queste persone che paiono essere in pericolo. Assistiamo così ad un dialogo che segna quasi un confine generazionale sulle ragioni che hanno portato la donna a rifiutare l'annessione al Commonwealth; quel "cavarsela" contro le facili avance di Lance che rischierebbero di cancellare ogni forma di autodeterminazione.

Nel frattempo, seguiamo Aaron e Gabriel in quella che da missione di pace potrebbe rivelarsi presto uno degli errori strategici più scottanti della storia dello show. Il lugubre edificio con una croce rossa dipinta sulla facciata non fa affatto sperare per il meglio e i nostri non mancano di esternare le loro perplessità. Le cose non andranno infatti come preventivato e la situazione precipiterà presto, ma non nei modi previsti dagli ex alessandrini. Ci sarà anche l'occasione per approfondire il destino di Negan e per ricongiungerci al piano narrativo di Maggie, in un uroboro di sospetti e di conferme che ci auguriamo possano portare ad evoluzioni drammaturgiche rilevanti per tutti i personaggi coinvolti.

Il prezzo della pace

Proprio la settimana scorsa analizzavamo i timori di Maggie relativi ad una degenerazione della potenza militare del Commonwealth, e ora potrebbe aiutare fare un passo indietro ed osservare la situazione dalla dovuta distanza per rendersi conto delle analogie socio-politiche tra la realtà di Pamela Milton e interi frangenti della storia americana.

La politica della pace, dell'ordine e della prosperità ostentati accanto ai plotoni di soldati, pronti a sedare qualsiasi tentativo di dissenso o di uscita dai binari prestabiliti dalla burocrazia imbastita ad arte da Lance per controllare le sorti degli abitanti della sua comunità, manifestava tutte le intenzioni autoritarie temute dalla figlia di Hershel; intenzioni che iniziano però ad imporsi con prepotenza nel momento in cui realizziamo che il prezzo della pace è l'annichilimento delle minacce in essere, di quegli avamposti che si macchiano di (presunti) reati contro il disegno di stampo imperialista delineato da Lance in precedenza.

Allo stesso tempo ci rendiamo conto della fondatezza dei dubbi di Aaron e Gabriel che, una volta capita la situazione in cui sono stati costretti, devono trovare il modo di uscirne, anche a costo di compromettere quella stabilità riscontrata dopo un tempo incalcolabile all'interno delle mura del Commonwealth. A tal proposito, convincono come sempre le interpretazioni di Ross Marquand e Seth Gilliam, anche grazie ad una scrittura che ne ha accompagnato l'evoluzione (pur omettendo qualche tappa di troppo dall'inizio di questo secondo blocco di episodi). Sempre impeccabile anche Lauren Cohan, che dimostra quanto Maggie sia forse ad oggi uno dei personaggi più in linea con il compianto Rick Grimes nel suo divenire.

Certo, la scrittura non brilla certo di originalità giostrandosi tra diversi piani temporali e sfruttando questo stratagemma per rappresentare le proprie svolte drammaturgiche, così come la regia accompagna le interpretazioni del cast senza imporre una visione ispirata come quella che tanto avevamo apprezzato nella nostra recensione di The Walking Dead 11X09, ma almeno possiamo dire di aver assistito in parte ad un punto di non ritorno, un confine che alcuni dei nostri protagonisti non potranno più valicare e che potrebbe espandere il conflitto a macchia d'olio nel prossimo futuro.

The Walking Dead Stagione 11 Questa settimana The Walking Dead 11 si spinge con più decisione verso i territori del conflitto presentandoci l'evoluzione delle vicende di Aaron e Gabriel all'interno del Commonwealth. La loro poco convincente missione di pace e reclutamento potrebbe infatti nascondere ben altro, confermando i timori di Maggie relativi ad una deriva autoritaria del potere di Pamela Milton e Lance. Tra diverse linee temporali e risvolti non certo brillanti, ma comunque funzionali, TWD segna il destino di alcuni dei protagonisti, confermando la bontà del suo cast ma perdendo un po' di smalto a livello di messinscena.