The Walking Dead 11X17 Recensione: l'inizio della fine

Il prologo dell'ultima parte di TWD 11 prepara lo scontro finale e lo smascheramento dell'utopia di Pamela Milton.

The Walking Dead 11X17 Recensione: l'inizio della fine
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The Walking Dead è tornato, ma sarà l'ultima volta che lo sentirete dire, perché lo show AMC che per undici stagioni ha fatto la felicità dei fan, perdendone per strada una buona parte a causa di una narrazione non sempre interessata ad esplorare il mondo post apocalittico di Daryl e compagni con coesione e coerenza, è giunto al terzo ed ultimo blocco, dando di fatto inizio al countdown che ci porterà al series finale. L'universo di The Walking Dead non finirà con la serie madre, questo è risaputo, tra progetti cinematografici e seriali, spin-off e altre derive che esploreranno realtà diverse di questo mondo dominato dai morti viventi.

E se non c'è l'entusiasmo sperato a guidarci in quest'ultima tranche di episodi su Disney+ (recuperate le serie Disney+ di ottobre 2022), il merito è anche di un midseason finale (il secondo) che non è stato incisivo come doveva essere (vi rimandiamo a tal proposito alla nostra recensione di The Walking Dead 11X16), nell'aritmia di una drammaturgia che ha condizionato lo show soprattutto in questa lunga stagione conclusiva. Come c'era da aspettarsi, gli effetti di questo modus operandi si riflettono inevitabilmente anche sull'episodio oggetto di analisi.

Viva la resistenza!

Le crepe iniziano ad allargarsi nel Commonwealth e la popolazione si ribella dopo la pubblicazione dell'articolo che ha svelato il perverso gioco al massacro di Sebastian, figlio dei Pamela Milton, leader di una comunità che dietro la sua propaganda utopistica non ha mai veramente nascosto agli occhi degli spettatori la sua natura dittatoriale. Una consapevolezza che ora pare aver raggiunto anche coloro che si radunano per le strade e che la Milton cerca di arringare dalla sua torre eburnea attraverso un microfono. Modalità contrapposta a quella di Hornsby che, dopo aver messo mano sugli avamposti dei nostri protagonisti e aver scagliato senza successo Leah contro Maggie, si ritrova coinvolto in una caccia all'uomo per eliminare la minaccia che Daryl e i suoi rappresentano per il Commonwealth.

Ma le forze dei nostri stanno convergendo e schierandosi per dare scacco matto alla regina Milton; così Lance e i suoi restano invischiati in un inseguimento estenuante atto a rallentarli e a decimarli man mano. Sul fronte del Commonwealth Jerry cerca di mettere in salvo i bambini, inseguito dagli sgherri del regime, mentre Carol tenta di recuperare Sebastian per poter trattare con Pamela. Mercer e Rosita, intanto, sfrecciano fuori dalle mura per affrontare un'orda di morti viventi che incombe sul Commonwealth.

Un copione già scritto

Accadono molte cose a schermo in questa puntata d'esordio, sebbene le storyline principali siano due, quella interna al Commonwealth e il confronto tra Daryl e Lance, ma più TWD prosegue nel tentativo di smascherare Pamela Milton, più emerge il sostrato di falle strutturali del suo governo ma, di conseguenza, anche di una sceneggiatura che ha clamorosamente inserito come figure chiave del Commonwealth perfetti sconosciuti pronti a minarne le fondamenta (vogliamo parlare di Connie giornalista investigativa o di Yumiko braccio destro della Milton?). Perché l'inevitabilità di quanto sta accadendo nella distopia difesa dagli uomini in corazza bianca fa parte ormai di un copione che The Walking Dead ha scritto e riscritto più volte senza riuscire ad aggiungere quel quid in più di volta in volta.

Dal Governatore ai Salvatori, passando per i Sussurratori e una sequela di nemici minori (con la grande occasione sprecata dei Mietitori a coronare il tutto), più il tempo passava e meno memorabili diventavano le imprese dei nostri, con poche eccezioni. Con un disegno collaudato di annientamento che richiede il necessario sacrificio di qualcuno tra i "buoni", Rick prima e Daryl poi hanno affrontato ogni minaccia al quieto vivere rappresentata dalle fazioni nemiche senza guadagnarne granché al di là della sopravvivenza stessa e di qualche aggiunta al gruppo. Un meccanismo che è ormai giunto all'ennesimo scontro finale e che può solleticare il palato solo per qualche guizzo action del buon Nicotero alla regia, che non riesce comunque a bilanciare perfettamente i registri, eccellendo soprattutto in quel gore di cui è maestro indiscusso, ma che relega a delle pedine tra tante senza regalarci il brivido o l'emozione di un rischio concreto per i protagonisti.

The Walking Dead Stagione 11 The Walking Dead ritorna con un’ultima tranche di episodi. L’esordio riunisce le pedine sul campo di battaglia, inserendo qualche spunto action di rilievo ma privilegiando la maestria di Nicotero nel campo del gore - un po’ meno per la regia a tutto tondo. Tra qualche forzatura di troppo (il talento da rabdomante di Carol nel trovare in tempo zero ciò che nessuno riesce a scovare non ci impressiona nemmeno più) e una struttura che fa della ridondanza la sua bandiera, ci avviciniamo all’epilogo con la memoria retinica infestata dal ghigno malvagio di Lance, sperando sempre in qualcosa di più accattivante per il Commonwealth e per noi tutti.