The Walking Dead 9x15: tempesta imminente

A una settimana dalla fine della nona stagione, la serie mostra i denti con un'audacia che non vedevamo da tempo.

The Walking Dead 9x15: tempesta imminente
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Arrivati quasi al termine della nona stagione e quindi alla conclusione del primo ciclo di storie coordinato dalla nuova showrunner Angela Kang, possiamo dire che The Walking Dead è effettivamente in progressivo rialzo, dimostrando di avere una genuina voglia di esplorare territori coraggiosi e cupi, senza cedere (troppo) ai peggiori impulsi da soap opera che da anni attanagliano lo show di punta della AMC. Lo ha fatto con una partenza un po' in sordina, dovendo prima chiudere in parte una vera e propria era dello show con l'uscita di scena di Rick Grimes, ma a partire dal sesto episodio, complice un salto temporale di cinque anni all'interno della serie, i miglioramenti si sono fatti notare sempre di più. Il che ci porta agli eventi di un episodio intitolato, senza alcuna ironia, The Calm Before, ossia la proverbiale quiete prima della tempesta (infatti il finale sarà intitolato The Storm). Attenzione, la recensione contiene spoiler!

Prima della guerra

Ci siamo: l'accordo tra le varie fazioni è firmato, e i Sussurratori non saranno più in grado di creare problemi, giusto? Sbagliato, perché The Calm Before dimostra nuovamente fino a che punto Alpha sappia essere spietata, tra il disconoscimento della propria figlia e l'uccisione di un seguace il cui unico crimine è aver assistito a un momento di debolezza personale della temibile leader del nuovo gruppo nemico. Piccoli momenti di grande tensione, ottimamente catturati dalla regista Laura Belsey che firma un episodio costantemente sospeso sopra un dirupo, in attesa della caduta rovinosa e/o della scoperta di ciò che c'è in fondo.

Un dirupo che in questo caso non è del tutto metaforico, poiché è lì che Alpha mostra a Daryl la sua arma suprema: un'orda di morti viventi che, in caso di superamento del confine che separa i nostri dal territorio dei Sussurratori, verrà usata come vera e propria arma contro le varie comunità. Il momento più teso dell'intera puntata è un connubio di ottima scrittura e recitazione, dando a Samantha Morton l'ennesimo momento in cui può dimostrare di essere l'aggiunta più preziosa in termini di casting da tempo immemore. La suspense è garantita, e dopo anni di staticità gli zombie sono tornati a fare quello che non facevano da anni: spaventare.

Come farci perdere la testa


Nelle scorse settimane abbiamo parlato di come la serie abbia riscoperto il proprio DNA legato al genere horror, in tutte le sue forme, e così, qualche settimana dopo un bel combattimento da B-movie (a cui si ricollega il ritorno in scena di Beta in questo episodio), eccoci di fronte a un altro momento di terrore, davvero scioccante e sorprendente. Come ben sa chi segue ancora fedelmente la serie, le morti di personaggi importanti tendono a essere centellinate, al punto che negli ultimi anni (vedi Glenn e Abraham nella premiere della settima stagione) queste dipartite talmente prevedibili erano ormai parte del marketing, e la stessa AMC si è dovuta scusare per come ha gestito l'aspetto pubblicitario dell'ultimo episodio con Andrew Lincoln.

Fa quindi uno strano effetto vedere, come emblemi per marcare il confine di cui sopra, ben dieci teste mozzate, tra cui quelle di Tara (presente dalla quarta stagione), Enid (arrivata nella quinta) e Henry, ultimo arrivato e (forse volutamente) insopportabile, ma comunque con un ruolo abbastanza importante da rendere genuinamente forte la decisione di farlo morire in questo modo. Ovviamente alcune garanzie ci sono ancora (i produttori sanno benissimo che il giorno in cui morirà Daryl anche i fedelissimi abbandoneranno lo show), ma nel complesso possiamo dire di essere tornati ai tempi in cui The Walking Dead aveva la capacità di sorprendere ed emozionare. Anche decapitando un personaggio che volevamo vedere morto a prescindere.