The Watcher Recensione: Ryan Murphy e Netflix fanno ancora centro

La serie del momento prende spunto da eventi reali per costruire un thriller febbricitante, una discesa nella pazzia tra inganni e lettere minatorie.

The Watcher Recensione: Ryan Murphy e Netflix fanno ancora centro
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Ryan Murphy mette a segno una doppietta che nel suo piccolo farà la storia della serialità televisiva. Nello stesso mese sono infatti due le opere tratte da una sua intuizione a scombussolare le classifiche di visualizzazione di Netflix, catalizzando l'attenzione del pubblico mondiale e portando nuovamente alla ribalta casi seppelliti, ma non dimenticati. Dopo il successo strepitoso di Dahmer, lo show che ha gettato nuova luce sul Cannibale di Milwaukee - non perdete la nostra recensione di Dahmer - la testa della top 10 in streaming viene infatti rubata da The Watcher, l'inquietante rilettura seriale di un caso di cronaca ancora irrisolto.

Se il mese di Halloween è il periodo ideale per farsi spaventare, allora Netflix non poteva trovare una finestra di lancio migliore per il suo ennesimo gioiellino thriller: il nuovo spettacolo di Ryan Murphy (che trovate tra le serie tv Netflix di Ottobre 2022) è un racconto capace di terrorizzare per la plausibilità dei suoi eventi, ragionato ed al tempo stesso assurdo nelle reazioni preoccupate dei suoi protagonisti, braccati da un osservatore invisibile ma sempre presente.

"Cari signori Brannock..."

C'è chi brama New York per il suo palcoscenico mondiale, le luci sfavillanti e il rumore di una città insonne, e chi invece cerca di scappare dalla Grande Mela per non finire vittima di uno degli innumerevoli crimini che si consumano tra le sue strade. A quest'ultima categoria appartiene la famiglia Brannock, alla ricerca di un'abitazione situata in un quartiere tranquillo dove poter vivere senza il terrore costante: Westfield da questo punto di vista è letteralmente il luogo dei sogni, una periferia abitata da poche persone, altolocate e gioviali, che si tengono d'occhio l'una con l'altra per garantire la tranquillità generale e la massima sicurezza.

Le case del posto sono sfarzose ed eleganti, per questo Dean Brannock (Bobby Cannavale) si è trovato costretto a dar fondo a tutti i risparmi, i suoi e quelli della moglie Nora (Naomi Watts), per assicurarsi la fantastica magione situata al 657 Boulevard. A pochi giorni dal loro trasloco, mentre ancora procedono i lavori di ristrutturazione della cucina e del seminterrato, i coniugi ricevono una terrificante lettera di benvenuto: un fantomatico "Osservatore" si congratula con loro per l'acquisto di un'abitazione storica, sorvegliata per decenni da una stirpe di ammiratori che conoscono ogni suo anfratto, e soprattutto ogni segreto.

Quello che inizialmente sembrava soltanto uno scherzo di cattivo gusto si trasforma ben presto nelle minacce costanti di un folle che riesce ad infiltrarsi in casa senza alcun problema, mentre l'amichevole quartiere tanto desiderato dai coniugi per crescere in pace i loro figli si rivela un luogo inospitale che li rigetta con rabbia.

Invischiati nell'incubo

È una contorta spirale verso la pazzia quella che si consuma nei sette episodi della miniserie, una discesa nel dubbio, nella paura e nella sfiducia totale che agguanta i protagonisti e li costringe a lottare contro qualcuno che non riescono a vedere, nonostante l'Osservatore sembri sempre informato di ogni loro azione.

Le lettere anonime diventano un macabro appuntamento con la paura, pochi caratteri su una pagina bianca capaci di spezzare l'armonia familiare e trasformare la casa, simbolo assoluto di protezione ed unità, in un luogo dal quale scappare a gambe levate, come se fosse infestata da un fantasma invisibile ma dannatamente concreto. Il tema dell'intromissione, visiva e psicologica, si ripresenta senza soluzione di continuità, dalle frasi più innocenti che nascondono una paura recondita, alle inquadrature che violano un'intimità parentale invasa dall'esterno. I dubbi si infiltrano nelle crepe di una vita già lesionata dagli errori passati, ma non del tutto dimenticati, e si manifestano negli occhi sempre più sbarrati di un Cannavale agitato, nei gesti nevrotici di una Watts come al solito inappuntabile. Impossibile non rimandare la riuscita emotiva della serie all'interpretazione dei suoi due protagonisti principali, i quali costringono al ruolo di subalterne due attrici del calibro di Mia Farrow e Margo Martindale - le inquietanti vicine di casa Brannock - con la loro capacità di veicolare un'ansia che si trasforma lentamente in ossessione, in una rabbia da scaricare su chiunque si trovi a portata di equivoco, perché il vero colpevole rimane sempre nell'ombra, osservatore da una posizione privilegiata.

Uno sguardo concreto

L'evoluzione del mistero segue questa discesa nel baratro coinvolgendo i proprietari passati, il fastidioso vicinato che non accetta i nuovi ospiti, una stazione di polizia per nulla abituata a crimini del genere, mentre i bianchi marmorei ed eleganti della fotografia diurna si alternano ai profondi neri dell'insicurezza notturna e creano un contesto sospettoso, a volte anche esageratamente inquieto, ma sempre plausibile nella sua assurdità.

Il timore dell'Osservatore costringe i personaggi ad uno scontro che trova le sue debolezze narrative soltanto in alcuni comprimari francamente inconsistenti o dalle reazioni smodate, mentre la colonna sonora riprende il contesto signorile del quartiere con un jazz piegato verso sonorità oscure, creando in questo modo la cornice perfetta per un thriller da vivere col fiato sospeso. Nonostante la regia generale goda di nomi poco inclini allo spunto personale, bisogna però dar merito a Jennifer Lynch - apparsa in forma smagliante anche negli episodi meglio riusciti di Dahmer - di una splendida concretezza in fase di costruzione delle inquadrature, tra i piccoli momenti di un'intimità distrutta e le inquietanti soggettive (o presunte tali) sull'esterno della casa: la stessa praticità purtroppo manca all'ideatore Ryan Murphy, che invece si fa notare per due puntate dirette attraverso una telecamera mai doma e fin troppo confusionaria.

The Watcher - Netflix Una storia inquietante e purtroppo reale diventa per Ryan Murphy l'ennesimo pretesto narrativo per una serie imperdibile: dopo aver sconvolto il pubblico col racconto del Cannibale di Milwaukee, The Watcher punta ad espandere insicurezze e paure all'interno delle case, luoghi di protezione per antonomasia. La discesa nella follia della famiglia Brannock è resa plausibile non solo da una sceneggiatura intelligente, che incespica soltanto nel delineare le motivazioni di alcuni personaggi secondari, ma anche dai nomi altisonanti di un cast in grandissimo spolvero. Una fotografia che forza sui contrasti binari di eleganza e terrore si accoppia ad una colonna sonora doom jazz per accompagnare la visione di un thriller entusiasmante, un'opera che soffre a livello tecnico soltanto per un paio di episodi diretti con troppa foga dal suo stesso creatore. Ma a Ryan Murphy ormai si perdona tutto, perché le sue ultime intuizioni seriali sono state dir poco incredibili.

7.5