The Witcher 2, Recensione dei primi 6 episodi: lo strigo al suo meglio

The Witcher si prepara a tornare su Netflix ed è più in forma che mai, ma alcune spigolature non sono state del tutto risolte.

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In occasione della nostra anteprima dei primi due episodi di The Witcher 2 eravamo rimasti colpiti dai miglioramenti, soprattutto di stampo tecnico, che la serie Netflix prometteva di darci. Ora, a ridosso dell'uscita del titolo sulla piattaforma streaming (il prossimo 17 dicembre), possiamo dirvi qualcosa in più. Abbiamo infatti visionato altre 4 puntate, per un totale di 6 su 8, e ad embargo finalmente scaduto possiamo raccontarvi un bel po' di impressioni preliminari prima di assegnare un voto finale all'intero pacchetto. Il viaggio di Geralt e Ciri nel Continente è appena iniziato, e pur con qualche riserva dobbiamo ammettere che promette spettacolo.

Dove eravamo, dove andremo

Dunque, dove eravamo rimasti? Naturalmente con lo strigo che, in seguito alle gravi ferite riportate, si allontana dai campi di battaglia, ed è in questo frangente che avviene finalmente il tanto agognato incontro con la principessa Cirilla. La giovane, in fuga da tempo dopo l'assedio di Cintra, può finalmente congiungersi a colui al quale la Legge della Sorpresa l'aveva destinata, stringendosi a Geralt in un lungo e sentito abbraccio.

Soltanto dopo i convenevoli Ciri pronuncia un altro nome, quello di una maga il cui destino sarà inevitabilmente legato ai due protagonisti: Yennefer. È proprio quest'ultima la mattatrice assoluta dell'esplosivo season finale di The Witcher 1: eroina e trionfatrice della battaglia di Sodden, avevamo laciato Yen in balia dello stesso potentissimo incantesimo che le aveva permesso di sgominare i suoi nemici. I primi due episodi della stagione 2, come vi abbiamo già raccontato, riprendono le fila del racconto e ci introducono lentamente ad alcuni dei nuovi protagonisti di questa season. Abbiamo già parlato della storia nel maniero di Nidavellen e dell'esordio di Kaer Morhen, come pure della prima apparizione di Vesemir (Kim Bodnia). D'altro canto, abbiamo anche accompagnato Yennefer nel suo vagare attraverso il Continente, affrontando le conseguenze fisiche e psicologiche dello scontro violento che l'ha vista protagonista sui colli di Sodden.

Il fulcro della trama di The Witcher 2 si concentra soprattutto sulla formazione di Ciri: la principessa, giunta alla fortezza che da secoli ospita i witcher, non perde tempo e si getta a capofitto negli addestramenti. Il processo di evoluzione e di maturazione del personaggio di Freya Allan è probabilmente l'aspetto più interessante di questa nuova season: desiderosa di diventare indipendente, e di acquisire le abilità necessarie a difendersi da sola e vendicarsi dei propri nemici, Ciri si metterà alla prova sotto lo sguardo vigile e severo di Geralt, mentre i suoi colleghi strighi (su tutti Vesemir) si interrogano e svolgono ricerche sulla vera natura della principessa. I misteriosi poteri che legano Ciri ad antiche leggende e profezie del Continente stanno infatti per ripercuotersi sui protagonisti, mentre svariati complotti politici prendono forma in ogni angolo del mondo.

Un racconto di transizione?

È un intreccio complessivamente convincente quello che la showrunner Lauren Hissrich-Schmidt ha intessuto nell'arco di questi primi 6 episodi di The Witcher 2, pur con qualche piccola remora nei confronti di alcune storyline secondarie. Il racconto è adesso del tutto lineare, senza troppi giri temporali e con solo qualche leggero salto in avanti di qualche settimana, quasi sempre scandito dal passaggio tra una puntata e l'altra. Quello in arrivo dal 17 dicembre prossimo è a tutti gli effetti un segmento narrativo di transizione, in cui però gli sviluppi intriganti e soprattutto l'azione non mancheranno.

Quel che vogliamo dire è che, rispetto alle vicende narrate nella Season 1, la sensazione è che gli eventi di questo blocco di episodi faranno da ponte verso i prossimi, costruendo un tassello dopo l'altro un intreccio ben più esplosivo e avvincente. Ciononostante, dobbiamo ammettere che il lavoro di scrittura sui personaggi principali (o almeno quasi tutti) rimane ottimo. Dal rapporto tra Geralt e Ciri, portati su schermo da un Henry Cavill e una Freya Allan straordinari, all'innesto di nuovi personaggi (spicca, su tutti, l'ottimo Vesemir di Kim Bodnia), fino persino al ritorno di altri comprimari che finalmente ricevono un trattamento più dignitoso.

È il caso della maga Triss Merigold, da molti ritenuta non all'altezza della controparte letteraria o videoludica, ma che adesso ci è parsa ben più somigliante alla sua versione più classica. È infatti indubbio quanto, per ciò che concerne la direzione artistica, la serie TV di The Witcher voglia palesemente omaggiare i videogiochi di CD Projekt RED. Il risultato è molto soddisfacente, sia in termini di messinscena, sia riguardo l'investimento negli effetti speciali.

I primi episodi, in tal senso, regalano spettacolo assoluto e mettono in mostra una crescita tecnica notevole e una regia finalmente più consapevole. Purtroppo però non tutto oro è quel che luccica: l'opera subisce una flessione qualitativa nel blocco centrale, all'interno del quale la gestione delle svariate storyline in ballo non è delle migliori. Ci è infatti sembrato che la serie non riesca a donare ai personaggi secondari lo stesso spessore dei protagonisti, e lo scarto in termini di ritmo e di efficacia dell'intreccio diventano piuttosto palesi in alcune sequenze degli episodi 5 e 6. Proprio il sesto, a fronte di un'opinione complessivamente positiva, si è rivelata la puntata più controversa e deludente, in parte perché troppo frettolosa nelle dinamiche narrative. Si conclude, inoltre, con una scena d'azione fin troppo sopra le righe e mal diretta, quasi un ossimoro e un contraltare alla gestione quasi perfetta sia degli effetti speciali sia dei combattimenti visti negli episodi precedenti.

The Witcher - Stagione 2 Nel complesso, il giudizio preliminare sulla seconda stagione di The Witcher è più che positivo. I primi 6 episodi della nuova season dell'acclamato show di Netflix hanno messo in luce un prodotto più convincente del suo predecessore, sotto tutti i punti di vista: l'intreccio è ora più lineare ed efficace, la messinscena è migliore, gli effetti speciali sono di un altro pianeta. Rimangono alcune perplessità che, soprattutto nel blocco centrale, definiscono alcune flessioni qualitative che andremo ad analizzare meglio nelle due puntate finali: se la prima stagione introduceva al mondo creato da Sapkowski, stavolta ci troviamo di fronte ad una storia di transizione in cui non tutte le storyline risultano efficaci quanto la scrittura dei protagonisti. L'episodio 6, inoltre, ci ha lasciato l'amaro in bocca a causa di una sceneggiatura troppo frettolosa e di un combattimento gestito male. A fronte di questo scivolone, che speriamo rimanga l'unico, non possiamo che essere entusiasti e attendere trepidanti l'uscita completa di The witcher 2.