Them Recensione: Le ombre di un orrore umano nella nuova serie Amazon

Analizziamo insieme la nuova serie horror che intende esplorare il terrore e le discriminazioni razziali negli Stati Uniti d'America.

Them Recensione: Le ombre di un orrore umano nella nuova serie Amazon
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Nell'epoca che più di ogni altra sta dando spazio a importanti lotte sulla pari dignità sociale, con le attenzioni dei media catalizzate su un'America che non può più sottostare al proprio razzismo sistemico, anche le produzioni cinematografiche e televisive stanno trovando modi innovativi per raccontare tematiche sociali assai delicate. Sull'onda lunga di una nuova nicchia "social horror", resa popolare da autori come Jordan Peele, anche Amazon ha deciso di muoversi con un prodotto destinato a far discutere. Them è un progetto seriale creato da Lena Waithe e Little Marvin per la piattaforma Prime Video, che spicca fra le uscite di aprile 2021 con l'intento di esplorare il "Terrore in America". Una dichiarazione d'intenti fortissima e carica d'ambizioni: raccontare l'oppressione razzista sfruttando non solo il medium televisivo, ma raccontando più storie attraverso una struttura antologica.

Soffermandosi esclusivamente su questo aspetto, sembra di trovarsi davanti a qualcosa di già visto o affrontato in mille salse, tra i temi caldi delle ingiustizie e delle discriminazioni razziali ai danni dei neri d'America. Pur collocandosi all'interno di questo sottogenere, Them riesce però a sfruttare il suo stile originale e la sua tetra estetica per distaccarsi dalle altre produzioni. Una trama peculiare, condita da ottimi elementi sia nella produzione che nel cast, e una tensione costante riescono a tenere incollati allo schermo e ad affascinare tra orrori e delizie, creando un immaginario che rimane facilmente impresso nella mente dello spettatore. Qualsiasi cosa si celi dietro le quinte di questa curiosa produzione, sono molti gli elementi da analizzare e davvero pochi quelli che ci si potrebbe aspettare di incontrare in un prodotto simile. Il nuovo progetto Amazon sembra destinato a far parlare di sé, come avevamo già intuito nelle nostre prime impressioni su Them; a visione ultimata, vediamo insieme perché crediamo meriti un'attenzione particolare da qui agli anni a venire - essendo già stato confermato per una seconda stagione.

Il lato oscuro della Grande Migrazione

La prima stagione dello show, che ha il titolo di Covenant, inizia sin da subito spiazzando lo spettatore. Proprio nei primi frangenti del pilota, le intenzioni degli autori appaiono chiare e palesi: spiazzare chi osserva le vicende, buttando giù pezzo per pezzo le convinzioni che hanno sempre dato forma alla Great Migration americana al fine di mostrare il marciume e l'orrore che pochi hanno avuto il coraggio di raccontare.

L'incipit della narrazione coincide con questo evento epocale che coinvolse milioni di famiglie afroamericane, le quali accorsero verso le grandi città del nord America nella speranza di trovare una vita diversa da quella schiavitù vissuta quando le leggi di Jim Crow erano in vigore. Questo evento emblematico per la nazione, simbolo di una nuova epoca che avrebbe per sempre stravolto gli equilibri sociali, non fu tuttavia abbastanza per cambiare il clima di oppressione verso certi membri della comunità.

Henry (Ashley Thomas) e la moglie Livia (Deborah Ayorinde) sono una coppia che ha deciso di trasferirsi in un tranquillo quartiere di Compton, Los Angeles, insieme alle figlie Ruby (Shahadi Wright Joseph) e Gracie Lee (Melody Hurd). Dopo alcuni cenni a un passato traumatico e cupo, la famiglia si trova costretta a fare i conti con dei vicini colmi di risentimento per "il nemico nero" che intendono fargli subire angherie sempre peggiori. Dietro una facciata di menzogne e comportamenti di circostanza, di sorrisi falsi che celano rancore, il timore e l'angoscia cominciano a montare mentre tutti i membri della famiglia si trovano coinvolti in una battaglia che alterna scontri sociali a terrificanti eventi paranormali.

Dialettica dell'orrore

Non è un caso che il primo ciclo di questa serie antologica, che quindi intende raccontare l'orrore in America con diverse storie slegate (almeno in un certo qual grado) tra loro, sia stata nominata "Covenant". Them, specialmente in questa stagione, si concentra fortemente sul concetto di famiglia. Se ad alcuni potrà ricordare vagamente le dinamiche di Hill House o del più recente Lovecraft Country, sarà facile notare quanto impegno sia stato posto sull'accentuare l'immaginario orrorifico anziché la retorica horror, pur mantenendo a più riprese uno stile elegante e d'alto profilo che intriga alla visione, proprio per discostarsi da prodotti già visti sul grande e sul piccolo schermo. Lo stile è proprio l'elemento fondante per Them, lo studio maniacale di ogni dettaglio è emblematico del suo modo di raccontare le vicende e di mantenere alta l'attenzione dello spettatore.

Lo show di Little Marvin e Lena Waithe non ha paura di osare e di sconvolgere, anzi pare sempre sollecitare lo spettatore fino a portarlo oltre il limite: appare evidente come il dialogo intenda sì lasciare il suo messaggio e sensibilizzare su tematiche essenziali, ma è nelle scelte di puntare sullo sconforto e il disgusto che Them si mostra soprattutto horror - nella sua più alta accezione. La serie ammalia con una regia lenta e ricca di contrasti, mentre la fotografia pastello avvolge le atmosfere esterne per poi oscurare i contesti interni in corrispondenza con le vicende vissute dai personaggi dentro e fuori dalla propria casa. Un dualismo evidente, segno inequivocabile di un'ambiente superficiale e ingannevole come la LA di quegli anni.

Trovate ed eccessi

L'orrore americano raccontato in Them sprizza sofferenza da ogni minimo spiraglio, mostrando il terrore dell'essere umano di fronte al trauma che lo vede più vulnerabile: l'accettazione del diverso. La narrazione, pur non brillando per originalità, riesce a toccare i punti giusti perché mostra senza filtri la rabbia e gli eccessi di ciascun personaggio coinvolto nelle vicende. Di fatto, anche questo prodotto si poggia saldamente sul conflitto, seppur in maniera estrema, e trae forza dall'idea di non poter essere accettato da chiunque. L'angoscia emerge sprezzante e opprimente, passando dai protagonisti alla mente di chi osserva, quasi forzando un immaginario terribile e selvaggio che vede nel razzismo la punta insanguinata di un iceberg che cela timori primordiali. Ciò che non si conosce, non si comprende o si etichetta come "diverso" diviene così "nemico", come la storia insegna, e un comportamento primitivo finisce per perdurare come un tarlo nella mente dell'uomo.

Se Them riesce a mostrare qualcosa di nuovo, è proprio quella sensazione pienamente umana di terrore dinanzi l'estremismo di una mentalità suprematista ormai allo sbaraglio. L'elemento soprannaturale, paradossalmente, finisce infatti per spezzare questo interessantissimo incanto che, pur non mostrando nulla oltre la mera potenza comunicativa ed estetica, riesce a tenere col fiato sospeso dall'inizio alla fine. Centellinando i suoi elementi paranormali, lo show sembra vacillare quando esplora storyline non particolarmente intriganti o poco conformi al dialogo principale. Nel tentativo di spingere l'acceleratore, Them incespica a più riprese nel chiedere troppo, eccedendo ove non occorre. Alcuni frammenti rischiano di rasentare il sensazionalismo, rendendo la narrazione poco fluida. Fortunatamente, le performance di un cast quanto mai azzeccato riescono a tenere alta l'asticella di una serie validissima in quasi ogni contesto della sua produzione (dalle musiche alla scenografia).

Scardinare un falso mito

In fin dei conti, il male che Them vuole raccontare viene sempre palesato davanti agli occhi dello spettatore. Non c'è reale nemico se non dentro ciascuno di noi, esseri umani, e non sarà il colore della pelle a salvare alcuni rispetto ad altri. Di fronte alle vicende narrate, il progetto targato Amazon non può che meritarsi gli elogi di una partenza roboante. Them sferza selvaggiamente con i suoi fendenti narrativi, mantenendosi vibrante e maniacale in ogni dettaglio. Il tentativo di raccontare l'orrore e scardinare il falso mito della supremazia si mostra dunque talmente efficace da apparire quasi macabro, forte di un orrore più reale che mai, poiché poggiato sull'inguaribile superbia dell'uomo.

Tenendo conto degli elementi tipicamente di genere, Them può tuttavia discostarsi dall'estetica di certi prodotti e chissà, anche suscitare l'interesse di chi tendenzialmente non si avvicina al genere o non apprezza certe storie. Fortunatamente, Waithe, Marvin e soci sembrano avere parecchio da dire e riescono a bilanciare la propria emotività esplosiva con la forza delle loro idee. Come accadde a suo tempo con il ben più popolare American Horror Story, permane un'enorme curiosità dinanzi alle prospettive future di un progetto antologico: con un inizio di questo genere, sarà parecchio interessante osservare dove questo racconto del terrore potrà spingersi e spingerci esplorando la parte più cupa d'America.

Them Primevideo Sorprendendo con un'estetica d'altissima qualità e una narrazione carica di pathos, il terrificante progetto antologico di Amazon comincia in grande stile e poggia delle solide basi per il proprio futuro. Poche sbavature non intaccano in alcun modo la potenza orrorifica di una storia che esplora senza timore un tema assai spinoso con coraggio e sana prepotenza. Non vediamo l'ora di scoprire dove questo particolare mix di paranormale e terrore sociale possa condurci nei prossimi racconti.

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