Tre giorni di Natale: recensione della serie natalizia di Netflix

Una miniserie natalizia diversa dal solito, fatta di segreti, rivelazioni e drammi di una famiglia nel corso degli anni

Tre giorni di Natale: recensione della serie natalizia di Netflix
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Tre giorni di Natale, creato da Pau Freixas, è una miniserie spagnola diversa dal solito.
Con delle piattaforme streaming piene di titoli dai buoni sentimenti che ben si adeguano all'atmosfera festosa del Natale imminente, Tre giorni di Natale si pone come un contenuto originale, con qualche pecca nella scrittura, ma dalla trama più matura rispetto ai classici esponenti del genere. Vicende spinose e segreti mantenuti nel corso degli anni sono i punti centrali di questo prodotto, che lascia in bocca qualcosa di amaro, pur non rifuggendo i messaggi edificanti tipici di questo periodo. La serie rientra tra le uscite Netflix di dicembre e noi l'abbiamo vista. Di seguito il nostro giudizio finale.

Una serie natalizia che rifugge il classico e cerca il dramma


Le sorelle Esther, Maria e Adela vivono una vita tranquilla in una casa di campagna assieme alla famiglia, isolate dalla città. È il giorno di Natale, ma la serenità della vesta viene sconvolta da un avvenimento imprevisto. Le ragazze incontrano nel bosco un fuggitivo e sua figlia Valentina. L'uomo affida loro la ragazza, pregandole di proteggerla dalla polizia, sulle loro tracce. La vita delle tre sorelle cambierà completamente dopo questo incredibile incontro, le cui conseguenze, direttamente o indirettamente, si protrarranno per molti anni.

Tre giorni di Natale è ben diversa dalle classiche produzioni alle quali siamo abituati. C'è poco della commedia natalizia e di quell'atmosfera distesa che caratterizza i prodotti festivi. Questa miniserie spagnola è un vero e proprio dramma che vede la propria originalità soprattutto nella struttura.

Le tre puntate si concentrano ognuna su un periodo diverso della vita delle tre sorelle (divenute poi quattro, con l'entrata nella famiglia di Valentina), dall'adolescenza alla vita adulta. A scandire questo lungo arco narrativo sono i numerosi segreti - più o meno gravi - che la famiglia nasconde.

È interessante vedere come un prodotto che si annuncia come qualcosa di strettamente natalizio, celi in realtà un'anima oscura, una tinta noir che fa a pugni con l'atmosfera festosa tipica di molti altri prodotti appartenenti al genere.

Alla tranquillità delle ambientazioni, alle decorazioni e alla bellezza di una famiglia riunita si affianca con prepotenza la componente drammatica, che emerge fin dal primo episodio, scatenando domande nello spettatore.
Tre giorni di Natale è peculiare e innovativo proprio perché nella luminosità della sua facciata natalizia si nascondono i drammi di una famiglia molto unita, ma profondamente imperfetta. Nella lunga serie di produzioni natalizie patinate e a lieto fine, questa miniserie lascia in bocca il sapore dolce amaro della normalità, con la consapevolezza che anche le famiglie più apparentemente serene devono fare i conti con segreti e dolori.

La struttura tripartita di una storia lunga molti anni

Il Natale è una festa dalla ritualità ben stabilità, difficile da improvvisare: ci sono la sistemazione degli addobbi, la preparazione del cibo, la ricerca dei regali e l'incontro con i famigliari. Forse è proprio questo che dona un senso di sicurezza agli amanti del Natale, sicurezza che viene più volte infranta nel corso di Tre giorni di Natale. L'arco narrativo della miniserie tocca tre punti fondamentali, accomunati da segreti e rivelazioni: il primo, nel dopoguerra, sconvolto da un terribile gesto; il secondo, turbato da confessioni sconcertanti; il terzo, dove la tensione raggiunge l'apice e scoppia, trascinando i personaggi tra conflitti e riconciliazioni.
È proprio nel corso delle tre linee temporali che il ritmo risente dei lunghi anni che intercorrono tra l'inizio e la fine della serie. Dopo un primo episodio avvincente, rapido e dalle affascinanti tinte vintage, la storia prosegue con una puntata centrale e una puntata conclusiva più lente e infarcite di drammi personali talvolta banali, tra cui spicca la prevedibilità della vicenda di adulterio.

Tre giorni di Natale mette tanta carne al fuoco e lo fa bene, creando suspense e distruggendo l'atmosfera zuccherosa del Natale a favore di una narrazione matura e spinosa. Tuttavia questa validità di scrittura si percepisce più a livello di trama e di colpi di scena, piuttosto che nello sviluppo dei personaggi. L'ampio cast - tra cui emergono come importanza ben quattro diverse protagoniste - e la brevità degli episodi, non permettono un approfondimento adeguato di alcune figure, delle quali si poteva dire qualcosa di più, a partire dalla vicenda della fuggitiva Valentina, fino al personaggio di Juan, lasciato un po' sullo sfondo.

Tra drammi, sofferenze e attriti la miniserie torna ad allinearsi ai classici titoli di Natale nel finale, durante il quale non manca il messaggio edificante - sebbene ancora dolce amaro - dell'importanza dei bei ricordi e del tempo trascorso assieme alla famiglia.

Tre giorni di Natale Con il suo tono drammatico, Tre giorni di Natale predilige la narrazione matura e spinosa, rispetto alla serenità dei classici prodotti natalizi. La struttura suddivisa in tre diversi periodi scandisce il ritmo del prodotto, non esente però da una certa lentezza nella parte centrale della serie e da qualche mancanza nello sviluppo psicologico dei personaggi. L'amarezza di una trama per nulla zuccherosa viene smorzata dai messaggi edificanti del finale, che sottolineano comunque la natura natalizia del prodotto.

6.5