Treadstone Recensione: la serie Amazon nell'universo di Jason Bourne

Su Amazon sbarca la prima stagione della serie televisiva basata sull'universo cinematografico di Jason Bourne. Ma non è tutto oro ciò che luccica...

Treadstone Recensione: la serie Amazon nell'universo di Jason Bourne
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La saga cinematografica di Jason Bourne prese ispirazione a piene mani dalle vicende raccontate dai romanzi scritti da Robert Ludlum. I film sull'agente ex CIA non erano sicuramente esenti da difetti, ma quello che ha sempre contraddistinto ogni capitolo è stata la cura dedicata alle sequenze action. Treadstone, serie spinoff curata da Tim Kring (Heroes), è anch'essa legata all'universo di Ludlum, e ha sicuramente attirato l'attenzione dei fan di Bourne, oltre che degli amanti delle serie action.

Treadstone ha fatto il suo esordio negli States sul canale USA Network a Settembre, e a distanza di un paio di mesi, il 10 Gennaio, è approdata anche da noi sulla piattaforma Amazon Prime Video. Dopo aver visto i 10 episodi che compongono questa prima stagione, eccovi la nostra recensione.

Vite spezzate

Treadstone, nome di un programma d'addestramento segreto utilizzato dalla CIA, ci porta a seguire le vicende di alcuni agenti che ne hanno preso parte. Questi sono dislocati in varie parti del mondo, ma a causa delle condizioni estreme a livello fisico e mentale subiti non ricordano più la loro vera identità. Infatti sia la Cia che il KGB hanno utilizzato operazioni come Treadstone per trasformare questi agenti in macchine assassine, armi senza una propria volontà in grado di eseguire ogni singolo ordine attraverso un input specifico e l'assegnazione di un bersaglio da colpire.

La trama si sviluppa attraverso due archi narrativi principali ambientati in periodi diversi. Una parte della storia, infatti, ha luogo negli anni '70, e segue le vicende dell'agente J. Randolph Bentley, interpretato da Jeremy Irvine; l'altra parte della storia si sviluppa ai giorni nostri, e si focalizza sulle vicende di più agenti. Questi non ricordano nulla dell'addestramento ricevuto, e, come cellule dormienti, vedranno i loro ricordi riaffiorare con obiettivi assegnati che li risveglieranno, interrompendo la vita che si erano creati dopo l'addestramento, quando non erano consci della loro vera identità e del loro passato.

Scopriranno quindi delle capacità combattive quasi innaturali, effetto del devastante addestramento che ha stravolto le loro vite e spezzate le loro menti. Le premesse sembrano quindi mettere le basi per una storia ricca di spunti, ma, purtroppo, non va tutto per il verso giusto.

Uno sviluppo travagliato

La frammentazione narrativa non riguarda soltanto la vita dei protagonisti, ma anche la sceneggiatura stessa, che cerca di raccontarci in ogni singola puntata gli sviluppi di trama di ogni agente, lasciando sempre uno spazio dedicato al passato con l'agente Bentley. Questo crea purtroppo grossi problemi a livello di gestione dei personaggi e delle loro storyline, arrivando a comprimere il ritmo del racconto e condizionando il risultato finale.

Questo anche perché le storyline dei protagonisti iniziano a complicarsi col passare degli episodi, presentando sottotrame costruite in modo approssimativo che vanno ad intrecciarsi soltanto sul finale(e non in modo troppo soddisfacente). Di conseguenza, spesso assistiamo a sviluppi sbrigativi che avvengono per mandare avanti la storia, senza lasciare il giusto respiro allo svolgersi delle vicende.

Persino gli antagonisti risultano abbastanza monodimensionali e privi del carisma necessario, a causa di uno scarso approfondimento e una conseguente caratterizzazione piuttosto povera. Anche il finale di stagione, condito da un cliffhanger non proprio entusiasmante, non ci ha totalmente soddisfatto. Il cast risulta invece ben assortito, anche se le peformance recitative risultano appesantite da una caratterizzazione troppo debole. Nello specifico, spiccano le interpretazioni di Jeremy Irvine nei panni di J.Randolph Bentley, Brian J. Smith(nei panni di Doug Mckenna), Hyo-Joo Han (Soyun) e Tracy Ifeachor (Tara Coleman).

Adrenalina e tecnica

Se la sceneggiatura è da rivedere, lo stesso fortunatamente non si può dire per il lato tecnico. Su quel fronte Treadstone mostra i muscoli già a partire dal primo episodio, che si apre con un inseguimento che ricorda le migliori sequenze action dei film di Bourne. Sicuramente sia gli inseguimenti che gli scontri sono poco realistici, ma è funzionale alla spettacolare messinscena, che si rivela il vero punto di forza dell'intera produzione.

Regia e fotografia, infatti, riescono quasi sempre a produrre degli ottimi risultati, che vengono però in parte ridimensionati da una scrittura poco brillante che alterna fasi ben riuscite ad altre poco interessanti.
Gli scontri corpo a corpo sono i più riusciti e sempre ben organizzati, con colpi che si susseguono ad una velocità incredibile, riuscendo ad intrattenere e offrendo la giusta dose di adrenalina. L'unico difetto è una certa ripetitività di fondo che però difficilmente arriverà a stancarvi.
Per quanto riguarda invece la scelta delle ambientazioni, le città e le zone rurali presenti in Treadstone offrono in alcuni momenti degli ottimi scorci, trasportandoci in luoghi anche molto diversi tra loro, e confermando l'ottimo lavoro svolto anche sulla scenografia.

Treadstone - Stagione 1 Il panorama delle serie TV è sempre più ricco di nuove proposte e distinguersi non è semplice. Treadstone tenta di farlo grazie al legame con l’universo di Jason Bourne, puntando tutto su una messinscena spettacolare ed esplosiva. Purtroppo ci sono anche molti problemi, quasi tutti legati ad una sceneggiatura poco funzionale al ritmo del racconto. Visto il cliffhanger finale è lecito aspettarsi una Stagione 2, nella speranza che la serie possa maturare dal punto di vista della scrittura. Per concludere, se siete fan di Jason Bourne o delle serie action, potete dare una chance allo show disponibile su Amazon Prime Video, tenendo però a mente le criticità che si porta dietro.

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