Unbreakable Kimmy Schmidt Stagione 3 Recensione

La terza stagione di Unbreakable Kimmy Schmidt è finalmente approdata su Netflix, ecco la nostra recensione dello show targato Tina Fey.

Unbreakable Kimmy Schmidt Stagione 3 Recensione
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L'antieroina più bizzarra e amata di Netflix è tornata. Unbreakable Kimmy Schmidt 3 è stata infatti diramata lo scorso 19 maggio sulla piattaforma on demand e ha ripreso in mano la narrazione lasciata in sospeso un anno fa quando, a sorpresa, il Reverendo Richard Wayne Gary Wayne (Jon Hamm) ha chiamato dal carcere la nostra Kimmy (Ellie Kemper) per chiederle di concedergli il divorzio. Tale storyline viene riproposta nelle prime puntate della terza stagione dello show e sfruttata come ennesimo escamotage narrativo per "liberare", o tentare di farlo, la protagonista dai fantasmi del suo passato che comunque rimarranno un'importante peculiarità per la sua caratterizzazione. L'ottima idea che c'è alla base di Unbreakable Kimmy Schmidt è infatti quella di guardare ai vizi e alle virtù della società del XXI secolo attraverso gli occhi ovattati di una giovane donna che per 15 anni è stata reclusa in un bunker e che, quindi, si ritrova immersa in un futuro che non le appartiene ma, nonostante ciò, invece di omologarsi, continua ad essere se stessa mettendo (anzi!) in discussione le certezze di tutti quelli che la circondano.

Come una Mean Girl

Fin dalle prime puntate di Unbreakable Kimmy Schmidt risulta chiarissimo che dietro a questa serie ci sia lo zampino e la penna di Tina Fey, attrice e Regina del Saturday Night Live nonché sceneggiatrice del teen movie più sagace della cinematografia, Mean Girls. Esattamente come la Cady del film che dopo anni trascorsi in Africa si è ritrovata nell'incomprensibile universo di un'High School di Chicago, Kimmy dopo più di un decennio lontana dalla "civiltà" ci si immerge a suo modo.

La differenza tra i due personaggi, però, è la capacità di Kimmy di rimanere fedele a se stessa e agli strambi amici di cui si circonda, riuscendo addirittura far intraprendere alla Regina George della serie, Jackie Lynn (Jane Krakowski), un importante e liberatorio percorso. Tutti i comprimari di Unbreakable Kimmy Schmidt, inoltre, hanno la particolarità di nascere come figure estremamente stereotipate per poi cambiare completamente nel corso degli episodi attraverso una serie di avvenimenti, e conseguenti prese di coscienza, che rendono la loro trasformazione mai forzata e, ancor più importante, sempre coerente.

Tre volte Kimmy

Il terzo atto di Unbreakable Kimmy Schmidt è senza dubbio i migliore della serie che, dopo una stagione di presentazione e una di assestamento, è riuscita a trovare il suo ritmo perfetto.

Ogni puntata è scritta in maniera impeccabile e riesce a seguire diverse e complesse storyline mantenendo altissima la sua freschezza e la qualità delle varie narrazioni e dei dialoghi, sempre brillanti e pungenti. A rendere ancor più apprezzabile quest'anno il coloratissimo show, inoltre, è la presenza di tantissime guest-star, tra le quali spicca Maya Rudolph in un'esilarante (re)interpretazione di Dionne Warwick, e le tante performance canore di Titus Andromedon (Tituss Burgess) che già aveva conquistato il cuore di milioni di telespettatori musical-addicted con la sua Pinot Noir. Se nel 2015 la prima stagione di Unbreakable Kimmy Schmidt era stata incoronata "miglior new-comedy dell'anno", ad oggi si può tranquillamente asserire che le avventure di Kimmy & Co. sono destinate ad entrare di diritto nell'olimpo dei cult della serialità americana al fianco di serie TV del calibro di Will & Grace o Friends.

Unbreakable Kimmy Schmidt - Stagione 3 Sempre coloratissima nella fotografia e sarcastica nei contenuti, la terza stagione di Unbreakable Kimmy Schmidt ha davvero superato ogni più rosea aspettiva. Lo show, infatti, in questo nuovo atto è riuscito a mettere in scena intrecci narrativi molto più complessi rispetto al passato, regalando a ogni personaggio un nuovo percorso di crescita coerente con il proprio personale punto di partenza eppure sorprendente. Forte di una scrittura impeccabile e di interpreti sempre credibili nel loro essere surreali, Unbreakable Kimmy Schmidt da grande novità televisiva del 2015 si è trasformata - dopo soli tre anni - in un vero e proprio cult imprescindibile per tutti gli amanti della comedy da piccolo schermo.

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